Prima di partire con i benchmark, va considerato il mercato attuale delle NAND Flash. Non si può comprendere appieno il perché in questo momento le varie case stiano commercializzando un così elevato numero di SSD di fascia budget se non si ha una visione d'insieme del mondo dei semiconduttori.
Fino alla metà dell'anno scorso circa, la maggior parte degli SSD venduti era equipaggiata con memorie NAND Flash di tipologia MLC, caratterizzate non solo da ottime prestazioni, ma anche da una longevità più che eccellente. A tal proposito abbiamo realizzato questo test di durata, grazie al supporto proprio di OCZ, che dimostra come oramai un SSD dotato di NAND Flash MLC sia capace di supportare un periodo di utilizzo intensivo decisamente prolungato, pari a svariati anni.
Questa situazione è stata resa possibile poiché le varie fonderie, come Toshiba, Samsung e SanDisk, avevano trovato nelle celle MLC la tecnologia con il miglior rapporto costi/utilizzi/rese per le NAND Flash. Al tempo, le TLC erano troppo inaffidabili, mentre le SLC erano troppo costose. Si è iniziato così a produrre principalmente NAND Flash MLC, e l'economia di scala ha permesso un loro utilizzo anche in SSD di fascia medio e medio-bassa.
Con l'avanzamento dei processi produttivi (ora giunti sotto i 20nm) e con un miglioramento della longevità delle celle TLC, si è tornati ad una produzione su larga scala di queste ultime. Rispetto alle NAND Flash MLC, infatti, garantiscono una densità maggiore del 30% circa a parità di processo produttivo utilizzato: le TLC hanno una densità di 3 bit per cella, mentre le MLC di 2 bit (Maggiori informazioni possono essere trovate a questo link).
I produttori di NAND Flash vedono quindi nelle TLC un Eldorado: possono produrne di più rispetto alle MLC, spendendo meno, e magari vendendole allo stesso prezzo. Ecco allora spiegato il boom degli SSD dotati di NAND Flash TLC, e del perché più di prima l'utente deve stare attento a cosa acquista.