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IOMeter, sebbene sia un software più utile all'utenza business che non a quella consumer, ci è utile per conoscere quanto un SSD può risultare pesante per una CPU quando viene pesantemente stressato. Al contrario di un normale HDD, un SSD può reggere una mole di richieste molto maggiore in entrata ed uscita, e questa mole di dati va ad impattare direttamente sulla CPU, in quanto il CTRL SATA delle configurazioni consumer fa gravare il carico di lavoro proprio su quest'ultima (solo i CTRL di classe Enterprise gestiscono il carico di lavoro indipendentemente). Osservando i dati, possiamo notare come ad un aumento delle prestazioni, passando da un HDD ad un SSD, aumenti di pari passo anche l'occupazione della CPU. Anche considerando solo gli SSD, va notato come l'aumento prestazionale porti ad un conseguenti aumento dell'occupazione della CPU.

 

 

 

CrystalMark ci viene in aiuto per osservare con un buon grado di accuratezza come OCZ, studiando il firmware del Trion 100, abbia favorito le prestazioni il lettura rispetto a quelle in scrittura. Questo è stato fatto perché l'utenza casalinga tende a privilegiare la fruizione di contenuti già presenti sul PC, e non la creazione o la modifica di grossi file (ad esempio, attraverso il video editing). Una considerazione tanto più giusta se si considera che il Trion 100 è dedicato a postazioni di fascia bassa, certamente non le più adatte per portare avanti compiti gravosi. Un'altra interessante considerazione che ci porta a fare CrystalMark, è relativa all'SSD di Kingston, un modello entry-level dotato di NAND Flash TLC di vecchia concezione (proprio come il Trion 100). Si tratta di un modello di SSD di fascia bassa di passata generazione, integrante TLC di qualità scadente. In alcune occasioni (ad esempio, nella scrittura sequenziale) è possibile che anche un HDD di medio livello, come il WD utilizzato, possa riportare prestazioni superiori!