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Per il solo quinto giorno abbiamo cambiato le impostazioni di IOMeter, così da utilizzare un carico di lavoro più simile a quello di un normale PC dedicato all'utilizzo casalingo, con uN WAF pari a 1.2 circa. I primi quattro giorni ci sono così serviti per comprendere come un carico d'impiego tipico del mercato Server sia molto usurante per le NAND, e perché le case attive in questo settore garantiscano per le scritture dell'Host, non delle NAND.

Facendo due conti, nei primi quattro giorni abbiamo raggiunto l'83% di efficienza dell'SSD scrivendo 34.533 GB, pari a 33,72 TB. Teoricamente, se il test fosse continuato così, l'SSD avrebbe potuto scrivere sulle NAND Flash circa 199 TB di dati prima di morire. Con le nuove impostazioni, nelle prime 24 ore, il Vector 150 ha scritto 15.282 GB, pari a 14,92 TB, perdendo appena il 4% di efficienza. Teoricamente il Vector 150, con un utilizzo Desktop classico, potrebbe quindi scrivere 372 TB di dati.

Nei prossimi giorni, e fino alla fine, proseguiremo con le impostazioni di IOMeter iniziali, ma il test del quarto giorno ci ha permesso di capire una cosa: la durata di un SSD può variare, e di molto, a seconda del suo utilizzo. Bisogna quindi secgliere con oculatezza il modello adatto alle proprie esigenze, e questo dimostra ancora una volta perché nel mercato Enterprise vengano privilegiate le NAND Flash SLC, capaci di un numero di scritture 10 volte superiore a quello delle NAND Flash MLC, quest'ultime utilizzate negli SSD di fascia Premium per PC, di cui il Vector 150 è un perfetto rappresentante.