Dopo aver varato ulteriori restrittive riguardanti la Cina, relativamente ai prodotti da poter esportare ed importare, gli USA stanno operando delle azioni di coercizione anche nei confronti dei propri "alleati". Tra i tanti "consigli" elargiti alle aziende europee, c'è anche quello di non esportare macchinari per la produzione di microchip. Questo messaggio ha quale principale destinatario l'olandese ASML, leader mondiale in tale settore.
Per ASML, però, sarebbe un duro colpo, sia perché il mercato cinese è molto remunerativo, sia perché è attualmente in forte espansione. Smettere di vendere i propri macchinari alle industrie cinesi significherebbe intaccare in maniera consistente i propri utili. E per cosa? Per fare contento un alleato che sicuramente non coprirà questi buchi nel bilancio futuro?
I dirigenti di ASML hanno quindi deciso di continuare a vendere i propri macchinari in Cina, ma modificandoli abbastanza da non permettere (teoricamente) alle aziende cinesi di scendere sotto i 28nm. Tramite questa gabola, ASML dovrebbe riuscire a continuare a fare affari con Pechino senza - si spera - far arrabbiare gli "amici" d'oltreoceano.