Calxeda, una delle prime società a credere nell'utilizzo dell'architettura ARM nel mercato Server, da oggi ha chiuso i propri uffici, nonostante i prodotti siano ancora disponibili per eventuali acquirenti. Una batosta che non ci voleva, in quanto proprio ora i SoC ARM stanno finalmente giungendo a piena maturazione per un utilizzo su larga scala nel mercato Server, come spiega Karl Freund, direttore dell'ufficio marketing di Calxeda, a The Register: “The market is just materializing, and it's a shame that we simply ran out of money at this time”.
I SoC Calxeda sono stati testati da varie prestigiose testate e da giornalisti molto capaci, come De Gelas su Anandtech, ed hanno sempre raccolto delle pregevoli considerazioni, risultando spesso migliori delle controparti x86 prodotte da AMD e, soprattutto, Intel (qui un esempio).
I circa 130 dipendenti di Calxeda, quindi, rischiano di perdere il lavoro proprio sotto Natale, a causa della mancanza di fondi per continuare l'opera di R&D sugli ormai quasi pronti SoC basati su architettura ARMv8 (64 Bit), i quali sarebbero dovuti andare ad equipaggiare i Server Moonshot di HP, dedicati principalmente al mercato del Cloud Computing. Un settore in grande crescita, che vede l'appoggio di altre importanti aziende, come Red Hat. Gianni Anguiletti, Country Manager Italia di Red Hat, nella nostra recente intervista, ce lo ha confermato parlando di OpenStack.
Calxeda, casa che è stata pioniera dei SoC ARM per il mercato Server, deve ora issare bandiera bianca, come afferma a The Register: “Carrying the load of industry pioneer has exceeded our ability to continue to operate as we had envisioned. We wanted to let you know that Calxeda has begun a restructuring process”.
Questo, comunque, non significa che Calxeda scomparirà nel nulla. L'azienda ha un imponente Know-How nella produzione di SoC ARM, e soprattutto vanta una collaborazione pluriennale con importanti case attive nel settore Enterprise (HP in primis). I suoi ingegneri è probabile che non rimarranno a lungo disoccupati. Allo stesso modo qualche casa starà già adocchiando i suoi preziosi brevetti e progetti.
HP, una delle case più attive nella realizzazione dei Server a basso consumo, è in questo momento la miglior candidata ad assorbire la quasi fallita Calxeda. Realizzare i SoC in casa potrebbe massimizzare gli utili. Come abbiamo visto con OCZ, il prezzo delle compagnie in bancarotta è decisamente basso qualora si decida di assorbirle. Toshiba sta acquistando OCZ per un tozzo di pane, circa un trentesimo (35 mln di dollari) di quello che valeva poco più di un anno fa.
A questo punto è facile immaginare una corsa per accaparrarsi questa importante, piccola (numericamente) società. Quasi sicuramente si rivelerà un investimento molto redditizio nel prossimo futuro.