Notizia che ha dell’incredibile, se si pensa ai passati comunicati stampa provenienti da Intel stessa. La notizia parte direttamente dalla verde Irlanda, più precisamente da un quotidiano locale, il The Irish Time.
Qualche mese fa lo stesso Paul Otellini aveva annunciato che in Irlanda, presso la città di Dublino, la FAB di Leixlip sarebbe stata aggiornata al processo produttivo a 14nm nell’arco di un anno e mezzo. Per questo motivo circa 600 dipendenti irlandesi erano stati mandati negli USA per effettuare un corso di aggiornamento, così da essere pronti per il grande momento. Queste persone, però, sono tornate a casa prima del previsto: “Microchip maker Intel is sending up to 600 Irish staff home early from training in the US after deciding to delay the introduction of a new product at its Kildare facility”.
Questa mossa ha provocato un certo malumore presso i 4.500 impiegati della FAB irlandese: “A number of Intel workers said yesterday that there is a fear that the delay means Leixlip will not get to produce the next generation of the firm’s microchips”.
Malumori non del tutto infondati, se questa voce si rivelasse veritiera: “Leixlip lost out on the last generation 1270 and is now solely engaged in manufacturing the older 1265 technology, which is also produced in China”.
La notizia potrebbe anche avere a che fare con le spese sostenute fino ad ora (3,5 mld di dollari solo per la FAB in Oregon), e non del tutto ripagate dal processo produttivo da 22nm, come riporta Electronics Weekly: “Intel initially kicked off its '22nm' manufacturing with three fabs ramping simultaneously which may have been too much for the market to absorb”.
Se andiamo a prendere gli ultimi risultati trimestrali, vediamo infatti che Intel ha si un buon margine di utili (2,97 mld di dollari), ma che i fondi liquidi, quelli disponibili per le spese, stanno calando molto velocemente. Nell’ultimo anno (3Q 2011 - 3Q 2012), ad esempio, i fondi derivanti da investimenti sono diminuiti da 15,2 mld di dollari a 10,5 mld di dollari. Uno scarto di ben 4,7 mld di dollari.
Forse è proprio per questo che Intel sta cercando in tutti i modi di richiamare a sé dei clienti (l’ultimo è Cisco), come scriviamo da mesi: per cercare di ammortizzare le spese di R&D delle FAB.
Questo potrebbe far ritardare Haswell? Potrebbe, soprattutto in ambito consumer. Intel deve tirare fuori il massimo dai 22nm, e gli attuali processori Ivy Bridge potrebbero bastare, nel mercato consumer; un'eventuale riconversione ai 22nm di altre FAB per Haswell porterebbe ad ulteriori costi. Haswell, in questo momento, servirebbe ad Intel per contrastare nVidia (Tesla) e ARM (ARMv8) in ambito Server. Il mercato consumer può aspettare, soprattutto visti gli ultimi risultati di mercato.