Secondo la Corte Distrettuale della California, attraverso ben due sentenze, Oracle deve continuare a supportare la piattaforma Itanium di HP, anche se questa è destinata ad avere un successo commerciale (ma ne ha mai avuto?) sempre minore.
La prima sentenza risale allo scorso agosto, quando Oracle si è rivolta alla Corte Superiore della California per rescindere il contratto con HP. Questo contratto fu firmato da Sun Microsystems nel 2008, e prevedeva il supporto ad Itanium per un lasso di tempo di 10 anni. Questo supporto consisteva nel porting di tutti i software di ambito Server creati da Sun anche su piattaforma IA64. Poiché Sun è stata acquistata nel 2009 da Oracle, adesso è quest'ultima a dover seguire le clausole dell'accordo.
Quando fu acquisita Sun, Larry Ellison, CEO di Oracle, pensava di aver fatto un colpaccio, entrando dalla porta principale nel mondo Server che contava. Ora, al contrario, il consiglio d'amministrazione di Oracle pensa che sia stato un grandissimo errore, fonte di sole perdite finanziarie e di tempo.
Per questo motivo Oracle ha tentato una seconda volta di svincolarsi da HP, rivolgendosi in ottobre alla Corte del Sesto Distretto in sede di appello, ma anche in questo caso è stata bocciata. La sentenza è stata emessa proprio la settimana scorsa.
Visto che per vie legali Oracle sembra non cavare il classico ragno dal buco, Ellison ha convinto la dirigenza HP ad incontrarsi in aprile per discutere la scissione del contratto attraverso un esborso monetario da parte di Oracle. Si parla di cifre attorno ai 4 mld di dollari: "Now a jury will decide how much Oracle owes HP, which reportedly is seeking as much as $4 billion". Dove non può la legge, può il libretto degli assegni.