Il desiderio da parte dei videogiocatori hardcore e degli utenti enthusiast di possedere CPU più potenti rispetto alla maggior parte dell'utenza è stata salutata fin dal pricipio con entusiasmo sia da Intel sia da AMD, le quali si sono subito prodigate nel commercializzare prodotti di nicchia estremamente costosi, con prezzi superiori ai 1000$. Si è cominciato con i Pentium II da 300 MHz Klamath (Prezzo di listino iniziale 1981$!), si è proseguito con l'Athlon da 1GHz (1299$) e si è continuato con il Pentium 4 EE 3,2 GHz (999$) e l'Athlon FX51 (733$). Con il declino di AMD (Dovuto in parte a scelte progettuali errate, in parte ad un silicio non perfetto, ed in parte ad alcune pratiche commerciali scorrete di Intel), soprattutto dopo il fallimento della piattaforma Quad FX, Intel ha colto l'occasione per commercializzare delle piattaforme ad hoc per questi utenti così propensi a spendere elevate somme di denaro, creando di fatto una nuova fascia di mercato.
Fin dai Pentium EE 3,2 GHz (Core "Gallatin"), Intel ha sfruttato i core dedicati al mercato Server per commercializzare le proprie CPU di fascia più alta, ma il notevole successo degli Xeon Socket 771, utilizzati sulle comuni schede madri Socket 775, ha definitivamente convinto la casa di Santa Clara a differenziare maggiormente la propria offerta con una piattaforma di livello superiore, oggi conosciuta come HEDT. Nacque così il Socket 1366 con le CPU con uArch Nehalem, che divise definitivamente gli utenti mainstream da quelli enthusiast, non solo nelle prestazioni ma anche nella fascia di prezzo.
L'inizio di una nuova era per le CPU Enthusiast di Intel
In questo modo, l'utenza che avesse voluto acquistare la CPU più prestante non avrebbe potuto utilizzarla su una comune scheda madre, ma avrebbe dovuto acquistare una scheda madre molto più costosa e, come accade recentemente, kit di RAM più ricercati (Quad Channel DDR4 invece che dei semplici kit Dual Channel DDR3).
Nell'arco di questi anni, dal Pentium EE 3,2 GHz all'i7-5960X, il prezzo delle CPU si è mantenuto più o meno costante, orbitando attorno alla cifra di 1.000 dollari, mentre è lievitato notevolmente il prezzo della componentistica di contorno: non è raro vedere schede madri Socket 2011v3 sui 600 Euro, o Kit di DDR4 da 32 GB oltre i 400 euro, quando ai tempi del primo P4EE la scheda madre più costosa, la Asus P4C800 Deluxe, costava giusto 250 dollari. I responsabili marketing di Intel, quindi, hanno giustamente deciso di alzare l'asticella del prezzo della CPU, riportando il rapporto tra la componentistica e la CPU ai valori originari. La nuova CPU di punta, l'i7-6950X, costa la bellezza di 1.800 Euro.
Il prezzo di questa soluzione non è però dettata solo dall'utenza di riferimento, e da quanto questa può spendere, ma anche dalla CPU Server da cui è derivata. Se fino ad oggi le CPU HEDT utilizzavano i Die degli Xeon di fascia più bassa, l'i7-6950X sfrutta un die da 15 core, il medesimo utilizzato per gli Xeon E5 che partono da circa 1500 Euro. Intel, conseguentemente, si trova costretta a commercializzare questa CPU ad un prezzo astronomico. Ma perché commercializzarla, se l'offerta di AMD è ora decisamente inferiore, si chiederanno in molti?
Effettivamente la presentazione di questa CPU è stata quasi un fulmine a ciel sereno, soprattutto se consideriamo che le slide di Intel originali parlavano della solita CPU di punta da 8 core. Una nostra fonte, vicina sia ad Intel sia ad AMD, ci ha comunicato che questa scelta è stata fatta in vista della presentazione di Zen, il cui modello di punta sarà un 8 core. Intel, detto in parole povere, vuole rimanere la casa con la CPU più prestante, e per questo motivo ha dovuto commercializzare una CPU deca core. I recenti benchmark pubblicati da AMD, effettivamente, confermano quanto Broadwell-E e Zen siano molto vicini in termini di IPC ...