Quando Intel Italia ci ha proposto di recensire l’attuale punta di diamante dell’offerta HEDT, cioè il costosissimo i7-6950X, la prima domanda che ci siamo posti è stata: “Che cosa potremmo mai dire di nuovo rispetto a quanto non sia già stato detto nelle altre recensioni internazionali?”.
Rispetto ai grandi portali storici non siamo equipaggiati con attrezzature costose, con software professionali o con numerosi esemplari di CPU da confrontare. Inutile, quindi, eseguire decine di benchmark, se a confronto vi sono appena una mezza dozzina di CPU. Inutile, parimenti, addentrarci in test approfonditi sui consumi o sulle qualità della CPU in ambito Business, se non si possiedono gli strumenti più moderni per fare un buon lavoro. Questa situazione, implicitamente, ci impone di guardare altrove per cercare di realizzare una recensione accattivante e, speriamo, utile.
Proprio per questo, non vi troverete a leggere la solita recensione su una CPU, ma un articolo d’approfondimento piuttosto particolare sulla CPU Broadwell-E di punta.
Speriamo che tutto ciò si riveli di vostro gradimento. ;)
Il desiderio da parte dei videogiocatori hardcore e degli utenti enthusiast di possedere CPU più potenti rispetto alla maggior parte dell'utenza è stata salutata fin dal pricipio con entusiasmo sia da Intel sia da AMD, le quali si sono subito prodigate nel commercializzare prodotti di nicchia estremamente costosi, con prezzi superiori ai 1000$. Si è cominciato con i Pentium II da 300 MHz Klamath (Prezzo di listino iniziale 1981$!), si è proseguito con l'Athlon da 1GHz (1299$) e si è continuato con il Pentium 4 EE 3,2 GHz (999$) e l'Athlon FX51 (733$). Con il declino di AMD (Dovuto in parte a scelte progettuali errate, in parte ad un silicio non perfetto, ed in parte ad alcune pratiche commerciali scorrete di Intel), soprattutto dopo il fallimento della piattaforma Quad FX, Intel ha colto l'occasione per commercializzare delle piattaforme ad hoc per questi utenti così propensi a spendere elevate somme di denaro, creando di fatto una nuova fascia di mercato.
Fin dai Pentium EE 3,2 GHz (Core "Gallatin"), Intel ha sfruttato i core dedicati al mercato Server per commercializzare le proprie CPU di fascia più alta, ma il notevole successo degli Xeon Socket 771, utilizzati sulle comuni schede madri Socket 775, ha definitivamente convinto la casa di Santa Clara a differenziare maggiormente la propria offerta con una piattaforma di livello superiore, oggi conosciuta come HEDT. Nacque così il Socket 1366 con le CPU con uArch Nehalem, che divise definitivamente gli utenti mainstream da quelli enthusiast, non solo nelle prestazioni ma anche nella fascia di prezzo.
L'inizio di una nuova era per le CPU Enthusiast di Intel
In questo modo, l'utenza che avesse voluto acquistare la CPU più prestante non avrebbe potuto utilizzarla su una comune scheda madre, ma avrebbe dovuto acquistare una scheda madre molto più costosa e, come accade recentemente, kit di RAM più ricercati (Quad Channel DDR4 invece che dei semplici kit Dual Channel DDR3).
Nell'arco di questi anni, dal Pentium EE 3,2 GHz all'i7-5960X, il prezzo delle CPU si è mantenuto più o meno costante, orbitando attorno alla cifra di 1.000 dollari, mentre è lievitato notevolmente il prezzo della componentistica di contorno: non è raro vedere schede madri Socket 2011v3 sui 600 Euro, o Kit di DDR4 da 32 GB oltre i 400 euro, quando ai tempi del primo P4EE la scheda madre più costosa, la Asus P4C800 Deluxe, costava giusto 250 dollari. I responsabili marketing di Intel, quindi, hanno giustamente deciso di alzare l'asticella del prezzo della CPU, riportando il rapporto tra la componentistica e la CPU ai valori originari. La nuova CPU di punta, l'i7-6950X, costa la bellezza di 1.800 Euro.
Il prezzo di questa soluzione non è però dettata solo dall'utenza di riferimento, e da quanto questa può spendere, ma anche dalla CPU Server da cui è derivata. Se fino ad oggi le CPU HEDT utilizzavano i Die degli Xeon di fascia più bassa, l'i7-6950X sfrutta un die da 15 core, il medesimo utilizzato per gli Xeon E5 che partono da circa 1500 Euro. Intel, conseguentemente, si trova costretta a commercializzare questa CPU ad un prezzo astronomico. Ma perché commercializzarla, se l'offerta di AMD è ora decisamente inferiore, si chiederanno in molti?
Effettivamente la presentazione di questa CPU è stata quasi un fulmine a ciel sereno, soprattutto se consideriamo che le slide di Intel originali parlavano della solita CPU di punta da 8 core. Una nostra fonte, vicina sia ad Intel sia ad AMD, ci ha comunicato che questa scelta è stata fatta in vista della presentazione di Zen, il cui modello di punta sarà un 8 core. Intel, detto in parole povere, vuole rimanere la casa con la CPU più prestante, e per questo motivo ha dovuto commercializzare una CPU deca core. I recenti benchmark pubblicati da AMD, effettivamente, confermano quanto Broadwell-E e Zen siano molto vicini in termini di IPC ...
L’i7-6950X (Broadwell-E), secondo alcune informazioni che girano per il web, deriverebbe dal Die MCC dei Broadwell-EP utilizzati negli Xeon E5v4. Prenderemo per buone queste informazioni, in quanto Intel – giustamente – mi ha negato la possibilità di scoperchiare l’i7-6950X per averne conferma: poiché l’IHS è saldato al Die, la CPU sarebbe poi diventata un portachiavi. :P
Quindi, per la prima volta nella storia dei processori HEDT di Intel, non verrà utilizzato il più piccolo Die LCC (Low Core Count), ma quello MCC (Medium Core Count), nonostante il die LCC conti proprio 10 core. Si deve sapere, infatti, che le CPU Xeon derivano da tre core differenti, ognuno integranti un certo numero di Core, al fine di limitare il più possibile lo spreco di silicio nella produzione dei modelli di fascia più bassa. Sarebbe imbecille commercializzare uno Xeon quad core utilizzando un Die con 22 core integrati da un punto di vista economico, no?
Il diagramma del Die HCC (High Core Count) da 24 core, del Die MCC da 15 core e del Die LCC da 10 core
CPU | i7-3960X | i7-4960X | i7-5960X | i7-6950X |
uArch | Sandy Bridge-E/EP | Ivy Bridge-E/EP | Haswell-E/EP | Broadwell-E/EP |
Nodo | 32nm HKMG | 22nm 3D-Gate | 22nm 3D-Gate | 14nm 3D-Gate |
Socket | 2011 | 2011 | 2011v3 | 2011v3 |
Core/Thread | 6/12 | 6/12 | 8/16 | 10/20 |
Frequenza Base | 3.3 GHz | 3.6 GHz | 3.0 GHz | 3.0 GHz |
Turbo (Step) | 3.6 GHz (5 o 6 core) 3.8 Ghz (3 o 4 core) 3.9 GHz (1 o 2 core) |
3.7 GHz (5 o 6 core) 3.8 GHz (4 core) 3.9 GHz (2 o 3 core) 4.0 GHz (1 core) |
3.3 GHz (3 o più core) 3.5 GHz (1 o 2 core) |
3.5 GHz |
Cache L2 | 6 x 256KB | 6 x 256KB | 8 x 256KB | 10 x 256KB |
Cache L3 | 15 MB | 15 MB | 20 MB | 25 MB |
CTRL RAM | Quad Channel DDR3 | Quad Channel DDR3 | Quad Channel DDR4 | Quad Channel DDR4 |
Frequenza Max | DDR3-1600 | DDR3-1866 | DDR4-2133 | DDR4-2400 |
PCI-E |
2.0 | 3.0 | 3.0 | 3.0 |
Linee PCI-E | 40 | 40 | 40 | 40 |
SIMD | MMX SSE SSE2 SSE3 SSSE3 SSE4 AES AVX |
MMX SSE SSE2 SSE3 SSSE3 SSE4 AES AVX F16C |
MMX SSE SSE2 SSE3 SSSE3 SSE4 AES AVX AVX2 BMI & BMI1+BMI2 F16C FMA3 |
MMX SSE SSE2 SSE3 SSSE3 SSE4 AES AVX AVX2 BMI & BMI1+BMI2 F16C FMA3 |
Turbo Boost | 2.0 | 2.0 | 2.0 | 3.0 |
TDP | 130 W | 130 W | 140 W | 140 W |
Prezzo | 1059 $ | 1059 $ | 1059 $ | 1723 $ |
Per descrivere nella maniera più completa possibile la nostra CPU, senza dimenticarci nulla, seguiremo la tabella qui sopra, al fine di osservare con maggiore precisione dove sia giunta Intel con i suoi processori di fascia più alta. Partiti come esa-core (i7-3960X), gli i7 HEDT sono giunti con questa ultima incarnazione ad integrare ben 10 core, nonostante le roadmap iniziali prevedessero "soli" 8 core, come nel tradizionale schema esposto qui in basso. Broadwell-E sembra aver spezzato la tranquillità della roadmap di Intel.
Famiglia | Massimo numero di core |
Sandy Bridge-E | 6 |
Ivy Bridge-E | 6 |
Haswell-E | 8 |
Broadwell-E | (8) 10 |
Skylake-X |
10 |
Cannonlake-X |
10 |
Nostre fonti ci hanno comunicato, come scritto in precedenza, che questa decisione è stata presa da Intel per rispondere preventivamente alla presentazione da parte di AMD di Zen, alla fine di quest’anno, ma si tratta comunque di una voce non confermata, né ufficialmente né ufficiosamente.
Va detto però che la presentazione del deca-core ha innalzato in maniera netta il prezzo d’acquisto della soluzione di punta, passata da circa 1000 dollari a oltre 1700, rendendo di fatto l’i7-6950X una CPU ancora più esclusiva. Ma questa esclusività in cosa consiste? Oltre ai 10 core, cosa troviamo?
Tanto per cominciare, il nuovo arrivato è stato prodotto con il più recente nodo di Intel, il 14nm 3D-Gate, finalmente in grado di venire incontro alle esigenze di una CPU High Performance, dopo gli iniziali problemi di messa a punto. Questa evoluzione, sebbene non abbia portato grossi benefici al TDP (Rimasto a 140W) o alla frequenza base (Rimasta a 3 GHz), ha però consentito ad Intel di migliorare la frequenza in modalità Turbo Boost: ora tutti i core, e non solo alcuni, sono in grado di funzionare in maniera continuativa alla massima frequenza Turbo, pari a 3.5 GHz. Non v’è più necessità, quindi, di rendere oltremodo granulare la fruizione del Turbo, come invece accadeva con le CPU Ivy Bridge-E, con ben quattro step di frequenza!
Nel complesso, comunque, la frequenza Turbo potrebbe risultare forse fin troppo sottotono, se la confrontiamo con quella delle CPU di fascia media contemporanee. Pensiamo all’i7-6700K (Skylake-S), la cui frequenza Turbo raggiunge i 4.2 GHz! Intel, per ovviare a questo, soprattutto se si dovessero utilizzare software prettamente sigle threaded (Ad esempio molti videogiochi!), ha aggiornato la propria tecnologia Turbo Boost, portandola alla revisione 3.0. Questa la analizzeremo nel paragrafo seguente, però già qui ci preme puntualizzare una cosa. Come scrive Marco Chiappetta su HotHardware, sia Intel sia AMD 8In ZEN) integreranno sistemi sempre più complessi per la gestione delle frequenze, quindi sarà necessario un SO aggiornato in grado di sfruttare queste funzionalità in maniera ottimale. Proprio per questo MS ha deciso di supportare pienamente le più recenti CPU (Kaby Lake e Zen) solo in Windows 10 e non nei SO precedenti.
Passando oltre, e più precisamente alla Cache, va notato come l’utilizzo di un Die MCC abbia modificato almeno in parte le prestazioni di questa, andando controcorrente rispetto alle evoluzioni precedenti, ma di questo parleremo più dettagliatamente tra due paragrafi.
Veniamo ora ai Set di Istruzioni integrati. Questa volta non si assiste a nessuna aggiunta, contrariamente a quanto accaduto in passato, rendendo di fatto Broadwell-E un aggiornamento meno essenziale nel caso si sfrutti la CPU in particolari ambiti di programmazione. Per le AVX512, infatti, dovremo attendere Skylake-E oppure Cannonlake.
In conclusione, Broadwell-E si presenta come un affinamento d’alto livello di Haswell-E, più che di una vera e propria evoluzione: sono aumentati i core ed è stato migliorato il Turbo Boost, mentre i 14nm 3D-Gate hanno permesso di migliorare le frequenze massime. Anche la piattaforma, basata sul chipset X99, è rimasta identica a quella di Haswell-E.
Prima di addentrarci nel mondo dei benchmark, sarà meglio capire come funziona la modalità Turbo Boost 3.0 di Broadwell-E. Verosimilmente Intel ha deciso di aggiornare il Turbo Boost per migliorare le prestazioni dei propri processori di punta nei software Single Threaded, o che sfruttano un limitato numero di Thread (Ad esempio i videogame): quando un software del genere viene utilizzato, il Turbo si fa più aggressivo su di un Core, così che questo possa raggiungere la frequenza di 4 GHz: “With Intel® Turbo Boost Max Technology 3.0, single-threaded performance is optimized by identifying your processor's fastest core and directing your most critical workloads to it”.
Si tratta, per la prima volta, di un’implementazione ibrida Hardware/Software della tecnologia Turbo Boost, e proprio per questo è possibile che in alcuni frangenti possa non entrare in funzione. Come riporta Intel, le variabili in gioco sono molteplici: “Type of workload, Number of active cores, Estimated current consumption, Estimated power consumption, Processor temperature, Drive support”.
Proprio per comprendere al meglio la nuova tecnologia Turbo Boost 3.0, abbiamo deciso di svolgere un test con Prime95, modalità In-Place Large FTTs (Maximum Heat, Power Consumption, Some RAM Tested). Fino a quando il Turbo Boost 3.0 entra in azione?
Da sinistra verso destra, Prime95 con carico da: 8 Thread, 10 Thread, 16 Thread, 20 Thread
Come è possibile osservare dalle immagini, fino a che si utilizza Prime95 con 10 thread il Turbo Boost a 4.0 GHz entra in funzione, mentre con un numero superiore di thread la frequenza massima si ferma a 3.5 GHz. Ricordiamo, comunque, che il Turbo Boost 3.0 tiene conto di vari fattori, tra cui la temperature ed il consumo, quindi non è detto che con un altro dissipatore, una temperatura ambiente più bassa o un software diverso (Più leggero) il Turbo Boost non possa entrare in funzione anche utilizzano 16 o 20 thread di lavoro.
Questo test è stato effettuato anche per segnalare agli utenti come le prestazioni raggiunte nelle recensioni dall’i7-6950X non debbano essere prese necessariamente per definitive, in quanto ogni recensore ha utilizzato componentistica diversa, versioni diverse dei software e quindi il Turbo Boost 3.0 potrebbe non essere entrato in funzione quando invece avrebbe potuto/dovuto.
Quando si crea e disegna una uArch si cerca di bilanciare ogni componente della futura CPU per far sì che ci sia il minor numero di colli di bottiglia, così che tutto risulti equilibrato. Ad esempio, è inutile avere delle unità di esecuzione velocissime, se l’accesso alla Cache è lento. Ugualmente, è inutile progettare una CPU studiata per rendere al massimo con frequenze altissime, se il silicio non lo permette. Gli ingegneri, quindi, devono realizzare una CPU equilibrata, ma per far questo devono sottostare a diversi paletti, che porteranno poi al prodotto con il miglior rapporto costo/prestazioni/consumi.
La già citata Cache è tra i principali responsabili delle prestazioni di una CPU (Ad esempio, la lentissima Cache L2 ed L3 delle CPU BD di AMD è ancora oggi una zavorra pesantissima!). Si tratta di un quantitativo di memoria adibito a conservare quei dati che, secondo le Branch Prediction (Le unità che sono preposte ad anticipare le richieste delle unità di calcolo), dovranno essere utilizzati nel brevissimo periodo. La Cache si suddivide in vari stadi, ed oggi troviamo principalmente la L1, la L2 e la L3. La L1, oltre ad essere la più “piccola”, è anche quella più veloce. Qualora i dati richiesti non fossero presenti qui (Cache Miss), si andrebbe a pescare nella L2, più grande ma anche più lenta. Nel caso non fossero presenti neppure qui, ecco che entra in gioco la L3, ancora più ampia ed altrettanto più lenta. Nel caso più sfortunato, si dovrà accedere alla RAM di sistema, molto più lenta!
A sinistra potete osservare lo schema di distribuzione dei core in un Die MCC, come quello dell'i7-6850X. Il Ringbus (In grigio) collega le Cache L2 e L3 dei due "moduli" da 10 e 5 core.
Nel caso voleste approfondire questo argomento, su come lavora la Cache e sulla sua evoluzione, qui di seguito vi proponiamo un elenco di articoli e studi:
- ExtremeTech: How L1 and L2 CPU caches work, and why they’re an essential part of modern chips
- Hardware Secrets: How The Cache Memory Works
- Alberto Marchetti Spaccamela, Professore Ordinario, UniRoma: Cache e Gerarchia di Memoria
Quindi, non volendo essere questo un articolo didattico, andremo semplicemente ad analizzare le prestazioni dei vari livelli di Cache di Broadwell-E/EP, e di come queste cambino con l'HyperThreading attivato e disattivato.
CPU | i7-3960X | i7-6950X | i7-6700K |
Core | 6 | 10 | 4 |
Frequenza/Turbo | 3.0/3.3 GHz | 3.0/3.5 GHz | 4.0/4.2 GHz |
Cache L1 | 6 x 32KB 8-way set associative instruction cache 6 x 32KB 8-way set associative data cache |
10 x 32KB 8-way set associative instruction cache 10 x 32KB 8-way set associative data cache |
4 x 32KB 8-way set associative instruction cache 4 x 32KB 8-way set associative data cache |
Cache L2 | 6 x 256KB 8-way set associative cache | 10 x 256KB 8-way set associative cache | 4 x 256KB 4-way set associative cache |
Cache L3 | 15MB 20-way set associative shared cache | 25MB 20-way set associative shared cache | 8MB 16-way set associative shared cache |
Come è possibile osservare dagli screen qui in basso, le Cache L2 e L3 dell'i7-6950X sono decisamente più lente di quelle presenti nella CPU i7-6700K (Skylake-S), anche di oltre il 28%, in quanto a Latenze. Questo è determinato dal minore numero di Way di Skylake: questa soluzione velocizza l'accesso ai dati, ma potrebbe portare con più probabilità ad un Cache Miss. Questo perché in ambito Enterprise è preferibile avere una Cache un poco più lenta, ma in grado di poter mappare più porzioni di memoria, come in Broadwell-E/EP (O come AMD decise di fare con la uArch Bulldozer).
Inoltre, l'aver dovuto utilizzare - probabilmente - una sorta di CacheBus per collegare le Cache L2 e L3 di tutti i core (Essendo distribuiti in un disegno 10+5), alza drasticamente le latenze in Broadwell-E. Normalmente serve un singolo ciclo per passare dalla Cache L1 alla Cache L2, o dalla L2 alla L3, ma il particolare disegno dei Die MCC di Broadwell-EP può portare queste latenze fino a 12 cicli, con una media di 6 cicli. Essendo il benchmark di AIDA64 molto intensivo, ogni singolo core deve pescare nella Cache di tutti gli altri core, e questo spiega le latenze altissime delle Cache L2 e L3. D'altra parte le grandi dimensioni della Cache L3, unitamente alle numerose Way, portano ad un'elevatissima Bandwidth (Va comunque detto che anche le altre CPU Broadwell-E sono caratterizzate da Cache L2 ed L3 particolarmente lente).
Va notato, in ultimo, come la presenza dell'HyperThreading (Essendo uno Scheduler Hardware) migliori notevolmente le prestazioni, soprattutto nelle operazioni di Lettura.
Cache & Memory Benchmark di AIDA64 con l'i7-6950X, a destra con HT disabilitato
Cache & Memory Benchmark di AIDA64 con l'i7-6700K, a destra con HT disabilitato
Cache & Memory Benchmark di AIDA64 con l'i7-3960X, HT abilitato
Quando si acquista una CPU come l’i7-6950X non si può certamente lesinare con il resto della componentistica, quindi abbiamo chiesto ad Asus di mandarci una scheda madre di pari livello, la X99-A II.
Si tratta di una scheda madre di fascia alta, giusto un gradino sotto alle mainboard della serie ROG. Con un prezzo pari a circa 280 Euro, ed integrante tutte le principali feature oggi disponibili, questa scheda sicuramente non farà da collo di bottiglia alla nostra CPU.
Il Socket 2011v3 e la sezione d'alimentazione della CPU in bella vista
Il Socket non è il classico 2011v3, ma una versione custom realizzata da Asus per migliorare le possibilità di overclock soprattutto con raffreddamento estremo (LN2 ad esempio), e proprio per massimizzare questa propensione la scheda supporta RAM DDR4 fino alla frequenza di 3333 MHZ.
Lo slot PCI-E 16x principale, rinforzato per reggere senza problemi anche il peso delle schede video più imponenti!
La scheda, inoltre, dispone di una fase di alimentazione digitale 8+4 (CPU+Memorie) di elevatissima qualità, coadiuvata da una sezione d’alimentazione 24+8+4 Pin. Non vanno poi dimenticati l’eccellente sezione audio schermata Crystal Sound 3 (Realtek ALC1150), la presenza di due porte USB 3.1 (1 Type-A + 1 Type-C) e di una porta M.2 (Bandwidth fino a 32Gb/s!).
Piattaforma | Socket 1151 |
Socket 2011v3 |
CPU |
Core i7-6950X |
|
Dissipatore | BeQuiet! Dark Rock Pro 2 | |
Scheda Madre | Shuttle SZ170R8 | Asus X99-A II |
RAM |
2x4GB DDR4-3000 Patriot @ 2133 MHz |
|
Hard Disk | SSD OCZ ARC 100 240GB | |
GPU | Sapphire RX480 Nitro+ 4GB | |
Sistema Operativo | Windows 10 Professional | |
Driver | INF Intel 10.1.1.14 Catalyst 16.8.2 |
INF Intel 10.1.1.14 |
Per eseguire i test sulle CPU abbiamo rispettato le seguenti regole:
- Sulla scheda sono stati installati solo i componenti necessari: CPU, memoria, scheda video e hard disk.
- L'hard disk è stato formattato, sono stati poi installati il sistema operativo, i drivers per le periferiche e, quando necessario, sono state installate patch e aggiornamenti.
- Ogni test è stato ripetuto per tre volte e, se i risultati di qualche test si mostrano troppo lontani dalla media (elevata varianza), il test stesso è stato di nuovo ripetuto, scartando il risultato non corretto.
- Alla fine di ogni sessione di prova l'hard disk è stato formattato.
- Per effettuare i Benchmark in Windows è stata selezionata la seguente modalità di Risparmio energetico: "Prestazioni equilibrate".
- I processori, a frequenza Default, hanno attive tutte le opzioni di risparmio energetico disponibili.
WinRAR è uno dei più classici benchmark, in quanto non solo è un programma ampiamente utilizzato, ma anche perché gli sviluppatori hanno integrato un motore di compressione decisamente efficiente nel multi threading. Abbiamo deciso di effettuare il benchmark sia con HT abilitato sia con HT disabilitato, al fine di osservare l’efficienza della soluzione nelle due CPU. Come possiamo osservare, l’HyperThreading integrato in Skylake si dimostra leggermente più efficiente, probabilmente grazie alla minore latenza della Cache L2 e L3: l'i7-6950X attivando l'HT guadagna un 27%, mentre l'7-6700K ben il 40%.
In Cinebench possiamo osservare un comportamento simile, in quanto l’abilitazione dell’HT si dimostra più favorevole all’i7-6700K. Anche in questo caso tendiamo a dare il merito di questo risultato alle minori latenze della Cache L2 ed L3, che vanno sicuramente a vantaggio dello scheduler dell’HyperThreading dell'i7-6700K: l'i7-6950X attivando l'HT guadagna il 28,7%, mentre l'7-6700K ben il 31,3%.
In TotalWar: Warhammer, l’i7-6950X sembra fare leggermente da collo di bottiglia alla piccola RX480, probabilmente sempre a causa delle latenze della Cache L2 ed L3. Al contrario, con i dettagli settati su LOW, le prestazioni delle due configurazioni risultano identiche.
Come hanno messo ben in chiaro le recensioni dei maggiori portali informatici, l’i7-6950X è oggi il più potente processore x86 di fascia consumer al mondo. Su questo non ci piove, e nessuno lo può mettere in dubbio. Altrettanto vero, però, è che l’i7-6950X in alcuni ambiti non ha nulla da offrire in più rispetto all’attuale punta di diamante di Intel nella fascia media, cioè l’i7-6700K. Siete dei semplici videogiocatori? La scelta ottimale risiede, assolutamente, in Skylake. Detto tra noi, l’i7-6950X non risulterebbe particolarmente appetibile neppure per chi con il PC ci deve solo lavorare, in quanto esistono soluzioni Xeon meno costose e più prestanti in ambito professionale, soprattutto con software Multi Threaded. Un esempio? Lo Xeon E5-2680 v4, dotato di 14 Core @ 2,40 GHz.
Quindi, chi dovrebbe comprare l’i7-6950X dopo quanto abbiamo scritto? Come affermato dalla stessa Intel, è un processore per utenti Enthusiast, quelli più appassionati, quelli che rientrano in ben tre categorie: devono essere overclocker, devono essere videogiocatori e devono essere dei prosumer. Si tratta di un processore effettivamente di nicchia, anche considerato il prezzo, ma tutto questo ben di dio si paga.
Volete una CPU che integri tutti gli ultimi ritrovati tecnologici di Intel, e capace di offrire il massimo delle prestazioni in ogni ambito? Ci spiace, ma dovrete sborsare. Accade questo nel campo delle schede video, con le NVIDIA Titan, accade questo nel campo degli SSD, con gli OCZ RVD400, ed accade anche nel campo delle CPU. Detto tra noi, Intel ha attualmente la migliore CPU in commercio, e giustamente se la fa pagare. Non siete d'accordo? Esistono i fratellini minori, caratterizzati da un rapporto prezzo/prestazione decisamente più vantaggioso. ;)