Zen, la nuova uArch x86 di AMD, è finalmente arrivata, spazzando via in modo definitivo i brutti ricordi lasciateci da Bulldozer: le CPU Ryzen sono velocissime, consumano meno delle controparti Intel a parità di prestazioni, costano il giusto e sono overclockabili in maniera semplice anche da novizi.
Sfortunatamente per dimostrare quanto testé scritto dovrete attendere qualche giorno, cari lettori di Bits And Chips, in quanto il nostro sample è arrivato giusto 48 ore fa. Oggi, quindi, ci dovremo accontentare di quella che è più una Preview che una recensione, ma non temete, questo ci darà l’opportunità di realizzare test molto più approfonditi: al contrario delle altre testate, le quali si dedicheranno alla stesura di una recensione a tutto tondo, probabilmente lacunosa in molte parti a causa dei tempi ristretti, abbiamo deciso di scrivere diversi articoli monografici su Ryzen.
Relativamente a Ryzen, nei prossimi giorni troverete sulle nostre pagine articoli sul design della uArch, sull’overclock, sui consumi, sui benchmark con i videogiochi, e via di questo passo, al fine di poter dare una visione completa di queste nuove CPU di AMD. Le novità sono talmente numerose, e di così grande impatto, che probabilmente è riduttivo comprimerle tutte in un solo articolo. Detto tra noi, e senza esagerare. Ryzen si rivelerà per Intel quello che Conroe è stato per AMD: un lungo ed imprevisto incubo commerciale.
Prima di iniziare questa avventura, però, innanzitutto va sfatato un falso mito, e cioè che l’uArch Zen sia frutto solo ed unicamente del genio di Jim Keller, così come Bulldozer sia stato il frutto dell’incompetenza di Dirk Meyer. Entrambi sono dei preparatissimi Ingegneri, con la sola differenza che Meyer ha dovuto scontrarsi, all’epoca, sia con una dirigenza miope sia con una pessima situazione economica dell’azienda per via delle scellerate scelte di Hector Ruiz, come abbiamo avuto modo di appurare in questo articolo. Questi eventi contemporanei non hanno permesso a Meyer di giocare tutte le proprie carte (Ricordiamo che Meyer è stato Lead Architect dell’uArch K7), portando AMD a dover battagliare con Intel sulla difensiva per quasi un decennio, prima con i Phenom II poi con le CPU FX (Bulldozer e Piledriver).
Jim Keller, invece, è giunto in AMD in un momento di grandi cambiamenti, durante la “reggenza ad intermim” di Rory Read. A quest’ultimo, tra il 2011 ed il 2014, fu dato l’incarico quale CEO di ricreare una AMD simile a quella degli albori, quella che ebbe quale CEO il mai dimenticato Jerry Sanders e che riuscì a creare uArch come K7 e K8 (Qui potete leggere un approfondimento a riguardo), dando grande importanza più ai propri dipendenti, che agli azionisti. Il più famoso motto di Sanders è “People first, products and profits will follow!”, e forse anche per questo AMD è praticamente sempre ai primi posti nella classifiche dedicate alle aziende in cui si lavora meglio.
Keller, a cui nel 2012 fu data carta bianca da Read, creò un piccolo team di ingegneri altamente specializzati e motivati, guidato da Suzanne Plummer, a cui fu assegnato un compito tanto stimolante quanto terrificante: creare una nuova uArch x86 capace di concorrere con quelle di Intel. Un obiettivo che all’epoca doveva suonare alquanto proibitivo, considerata la differenza di budget dedicato alla Ricerca & Sviluppo delle due aziende (350 milioni di dollari per AMD, 16 miliardi di dollari per Intel). Eppure il team della Plummer è riuscito in questa impresa, raggiungendo un traguardo che quasi potremmo definire epico leggendo le recensioni che in questo momento trovate online. I benchmark parlano chiaro! Comunque, in un certo qual senso, un tratto di epica lo si poteva già intravedere contando il numero degli ingegneri impegnati in questa missione, circa 300: “Mark Papermaster, CTO of AMD, explained during our briefing that during the Zen design stages, up to 300 engineers were working on the core engine with an aggressive mantra of higher IPC for no power gain”. Trecento è un numero particolare nella storia antica, non solo per i famosi 300 di Leonida. Trecento erano i soldati del temutissimo Battaglione Sacro di Tebe, trecento erano le guardie del corpo dei Re spartani (Come Leonida, appunto), 300 erano i Pretoriani più fidati, detti Speculatores, che avevano il compito di proteggere a sprezzo della morte gli Imperatori romani.
Ma interrompiamo qui questa introduzione, forse fin troppo prolissa, ed andiamo ad introdurre col botto questo Ryzen R7 1800X. E mi raccomando, ricordate, a causa del poco tempo avuto a disposizione, questa è solo una preview. ;)
Per la commercializzazione iniziale, AMD ha deciso di puntare principalmente sulle CPU 8 core, andando direttamente a fare concorrenza alla fascia HEDT di Intel: di fatto, al prezzo di un processore di fascia media (Dai $499 dollari in giù), siamo oggi in grado di acquistare una CPU che riesce a tenere testa, e spesso a superare, le controparti da oltre 1000 euro di Intel ... chi ha detto Core i7-6900K?!
Per le CPU Ryzen a 6 e 4 core, invece, dovremo attendere – rispettivamente – qualche settimana e mese, ma non c’è da disperare, in quanto è un ritardo “benefico”. Proprio un’ora prima di pubblicare questo articolo, AMD mi ha comunicato che la frequenza base della CPU Ryzen R5 1600X è stata elevata di 100 MHz! Insomma, AMD ci sta dando sotto per commercializzare i migliori processori fin da subito, e di questo bisogna fargliene un merito. Qui di seguito la tabella delle CPU in via di commercializzazione (R7) e quelle previste (R5).
CPU | Core | Thread | Freq Base | Freq Boost | Dissipatore | TDP | Commercializzione |
Ryzen R7-1800X | 8 | 16 | 3.6 GHz | 4.0 GHz | No | 95W | Ora |
Ryzen R7-1700X | 8 | 16 | 3.4 GHz | 3.8 GHz | No | 95W | Ora |
Ryzen R7-1700 | 8 | 16 | 3.0 GHz | 3.7 GHz | Wraith Spire | 65W | Ora |
Ryzen R7-1600X | 6 | 12 | 3.6 GHz | 4.0 Ghz | Wraith Spire | 95W | 2T |
Ryzen R7-1500X | 4 | 8 | 3.5 GHz | 3.7 GHz | Wraith Spire | 65W | 2T |
Qui di seguito le configurazione di prova per questa Preview.
Ricordiamo che questa è solo una preview, poiché il sample ci è stato cconsegnato solo l'altro ieri. Poiché prima vogliamo farci le ossa con il nuovo arrivato - non è il caso di lasciarsi prendere dalla fretta - per il momento vogliamo lasciarvi con un simpatico benchmark effettuato con Cinebench R15.
CPU | AMD Ryzen R7-1800X | Intel Core i7-6700K |
Scheda Madre | MSI X370 XPOWER GAMING TITANIUM (Bios 117) | Shuttle SZ170R8 |
DDR4 | Corsair Vengeance LPX 3000 MHz 2x8GB | |
SSD | Kingston SSDNow 300 120GB SATA III | |
Scheda Video | Sapphire RX480 Nitro+ 4GB | |
Alimentatore | Chieftec ECO 600W | Shuttle 500W 80+ Silver |
Sistema Operativo | Windows 10 Professional | |
Driver Video | Crimson 17.2.1 | |
Driver Chipset | Crimson 17.2.1 | Intel ChipSet INF 10.1.1.14 |
Screen di AIDA64, relativo a Cache e Memoria di Ryzen R7 1800X
Metodologia di Test
La nostra metodologia operativa prevede quanto segue:
- Sul sistema sono stati installati solo i componenti necessari quali CPU, memoria RAM, scheda video ed hard disk
- L'hard disk di sistema è stato formattato, sono stati poi installati il sistema operativo, i driver per le periferiche ed i software di analisi
- Ogni test è stato ripetuto per tre volte e nel caso in cui valori di qualcuno di essi mostri una varianza troppo elevata il test stesso viene nuovamente ripetuto ma non prima di aver individuato le cause dell'errore
- Fra un test e l'altro il sistema viene riavviato
- Il Sistema Operativo è stato settato in modalità "Massime Prestazioni"
- il BIOS installato sulla MSI è l'ultimo disponibile, il 117
- Poiché Ryzen supporta Ufficialmente le DDR4 fino a 2667MHz, e l'i7-6700K fino a 2133MHz, abbiamo deciso di utilizzare queste impostazioni: DDR4-2667 per la CPU AMD, DDR4-2133 per la CPU Intel
AMD, prima di tutto, ha finalmente voltato pagina rispetto a Bulldozer, implementando una Cache dalle basse latenze e dall’elevata bandwidth. Questa ha determinato una riduzione della cache L2 per core (512KB per Zen, 2MB per BD), ma è naturale: una Cache più grande implica che sia anche più lenta. Per ovviare a questo, AMD ha implementato una serie di avanzate tecnologie, al fine di far rendere al meglio quel “mezzo mega”, chiamate Neural Net Prediction e Smart Prefetch, le quali dovrebbero permettere al Decoder interno ai core di “scegliere” in maniera più precisa quali siano le istruzioni da processare prima, evitando così che processi non prioritari possano fungere da tappo e vadano ad occupare inutilmente il prezioso spazio in cache. Sinceramente ero un po' scettico riguardo queste tecnologie, descritte forse con troppa enfasi da AMD nelle proprie Slide e durante le presentazioni, ma nelle mie sessioni di test con Ryzen in queste ore mi sono imbattuto in un evento alquanto interessante. Come sapete, per ogni suite realizziamo tre run, così da fare la media dei risultati ed eliminare quegli score eccessivamente sballati. Lanciando per tre volte consecutive Cinebench r15 mi sono accorto che il risultato è aumentato discretamente, e così ha fatto con diverse impostazioni delle RAM e riavviando il PC. Ho quindi deciso di provare a lanciare il benchmark per sei volte consecutive, e questi sono i risultati, confrontati con la mia piattaforma di riferimento, dotata di CPU Core i7-6700K.
Proprio per via di questi risultati alquanto particolari, abbiamo deciso di studiare a fondo la piattaforma Ryzen, al fine di fornire a voi lettori un quadro più completo della situazione. Sarebbe alquanto spiacevole pubblicare risultati non veritieri - o nel bene, o nel male - su questa nuova CPU, non trovate? E pensiamo che anche AMD concordi con noi. Inoltre, abbiamo provato a riavviare il PC per vedere se la CPU conserva "una memoria" dell'ultimo programma utilizzato, in questo caso Cinebench R15, e quindi già ottimizzato. Facendo ripartire Cinebench (Questa volta con le ram DDR4 a 2133 MHZ), il primo risultato è stato di 1606, il secondo di 1615 ed il terzo di 1620. La CPU, quindi, non sembra conservare memoria delle ottimizzazioni sfruttate in precedenza, ma comunque sembra migliorare continuamente se si fa un utilizzo continuativo del medesimo software.
Ok, questa breve Preview potrebbe aver deluso molti di voi, ma ci teniamo a ricordare ancora una volta che la piattaforma di test ci è stata consegnata solo martedì pomeriggio (Ed il bios aggiornato per la nostra scheda madre ci è giunto solo ieri! Occhio quindi alle recensioni attuali, molti test andrebbero rifatti da capo!). Difficile imbastire una recensione completa in meno di 48 ore. Questo comunque non significa che il nostro lavoro di analisi si fermi qui. Tutt'altro! La piattaforma Ryzen è un tesoro da scoprire.
Pensiamo alla funzionalità XFR, acronimo di Extended Frequency Range, studiata da AMD come evoluzione della funzionalità Turbo Core già presente nelle precedenti CPU ed APU, e decisamente più avanzata del Turbo Boost 3.0 che possiamo trovare nelle ultime CPU Intel per Socket 2011v3. Il nostro Marco qualche giorno fa ha pubblicato questo eccellente articolo in cui viene descritto in maniera estremamente particolareggiata il funzionamento dell’XFR.
In linea generale, l’XFR permette di godere di frequenze maggiori nel caso si utilizzino sistemi di dissipazione avanzati, come ad esempio kit All in One o poderosi sistemi ad aria. Per permettere questo, integrati nel Die della CPU, vi sono diversi sensori che si occupano di monitorare costantemente il carico di lavoro sui core, la temperatura d’esercizio e le tensioni di funzionamento. Se il tutto rimane entro certi limiti di sicurezza, l’XFR si occupa di innalzare la frequenza operativa fino a 4.1 GHz (Questa la frequenza impostata di default per l’R7-1800X, ma non è detto che possa essere innalzata!). Da testare!
Come vi sono delle feature per aumentare le prestazioni, ugualmente ve ne sono per limitare i consumi quando il PC è a riposo. Questi stessi sensori sono utilizzati per calmierare le tensioni di funzionamento, garantendo di fatto la minima tensione possibile di funzionamento durante le fasi di idling o carico leggero. Da testare anche questo!
Di fatto stiamo assistendo all’introduzione di tecnologie già presenti sulle GPU da diversi anni, che permettono di abbattere quasi completamente il consumo delle schede video quando si opera in modalità Desktop 2D. AMD, in tal senso, ha portato su Ryzen quanto di meglio ha a disposizione tanto nel comparto CPU quanto nel comparto GPU (Non è un caso che la nuova utility di gestione della CPU, Ryzen Master Utility, somigli così clamorosamente a Wattman!).
Detto ciò, non possiamo far altro che confermarvi che stiamo lavorando sodo per scoprire ogni dettaglio su Ryzen (E con i bios e driver più aggiornati!). Il nostro test con Cinebench è solo la punta dell'iceberg, e nuove interessanti sorprese sono dietro l'angolo ... ;)