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L'SSD di SanDisk giunge a noi in una piccola e minimale confezione di cartone che non rende giustizia alla fascia del prodotto, ma d'altra parte questa caratteristica è comune alla maggior parte degli SSD di tutte le marche. V'è da dire che per il momento non siamo ancora giunti ai livelli degli HDD, commercializzati in tristissime buste antistatiche.

All'interno della confezione troviamo il libretto delle istruzioni multilingue, in cui si fa riferimento anche ai termini della garanzia, il depliant che ci spiega come scaricare il software di controllo SSDdashboard di SanDisk, e l'SSD stesso, protetto da una plastica rigida anti-urto ed una busta antistatica.

Partendo subito dal tool SSDDashboard, non possiamo far altro che complimentarci con SanDisk per l'ottima realizzazione: il software si presenta pulito, intuitivo e completo di tutte le feature necessarie. Tramite questo potremo controllare se la funzionalità TRIM è abilitata, qual è la vita residua del nostro SSD, effettuare il test S.M.A.R.T. e via di questo passo. Unica lieve pecca l'occupazione della RAM, pari a 41MB.

 

 

Una volta preso in mano, l'SSD di SanDisk si rivela estremamente leggero, caratteristica ritrovata anche nell'SSD di fascia medio-bassa Trion 100 di OCZ ed in quello di fascia alta HG6 di Toshiba. Sebbene questa caratteristica possa risultare utile nel caso si installi l'SSD in un terminale mobile (Notebook, Ultrabook, ecc.) per aumentarne la trasportabilità, all'utente desktop regala una negativa sensazione di economicità di produzione, in quanto lo chassis risulta decisamente flessibile se lo si preme con le dita nella sezione centrale (al contrario, OCZ sugli SSD di fascia media ed alta – ARC 100, Vertex, Vector e Radeon R7 – ha utilizzato uno chassis robusto e decisamente rigido, come ci aspetterebbe da un prodotto costoso).

 

 

Le quattro viti a stella che sigillano le due parti dello chassis dell'SSD sono coperte dall'etichetta, come è possibile vedere dalle foto. Questo significa che aprendolo senza prima staccare l'adesivo si perde automaticamente diritto alla garanzia (poiché il nostro sample non è coperto da alcuna garanzia, ci siamo fatti pochi problemi nel “bucare” l'etichetta).

L'apertura dell'SSD potrebbe risultare problematica per alcuni, considerata l'ottima presa del pad termico utilizzato per migliorare la dissipazione. Non preoccupatevi, il pad tiene bene, ma non è colla vera e propria, quindi non rischierete di staccare nulla dal PCB. ;)

Il CTRL utilizzato è il rodatissimo Marvell 88SS9187, in combinazione con un chip da 512MB di DDR3 prodotto da Micron utilizzato quale Cache (SanDisk utilizza la tecnologia proprietaria nCache Pro). Le NAND Flash utilizzate sono prodotte dalla stessa SanDisk, e si tratta di otto moduli da 32GB di NAND Flash MLC. Essendo un SSD di fascia alta, non ci si poteva certamente attendere delle economiche NAND Flash TLC! L'Over-Provisioning garantito dall'SSD di SanDisk è quindi pari a 16GB, essendo la capacità totale delle NAND pari a 256GB ma quella realmente utilizzabile di 240GB. Per Over-Provisioning si intende quella parte delle NAND utilizzata come riserva strategica nel caso qualche cella si guasti o arrivi a fine vita prima del previsto. Una nuova cella prende il posto della cella danneggiata, garantendo così che la capacità disponibile e le prestazioni dell'SSD non diminuiscano nel tempo (solitamente gli SSD più economici sono privi di questa funzionalità, sia perché è costosa da implementare in maniera efficace via Firmware, sia perché le case battagliano senza esclusioni di colpi per garantire il migliore rapporto prezzo/capacità di memorizzazione, l'unica voce che realmente interessa in tale fascia di mercato. L'utente medio non comprende l'importanza di questa caratteristica).