Giusto qualche mese fa abbiamo avuto l’occasione di recensire due tra i modelli più interessanti della fascia bassa del mercato NAS a due bay, lo Shuttle OMNINAS KD22 e il Buffalo LinkStation LS421DE. L’offerta in questa fascia di prezzo ovviamente non è finita qui e vi è sicuramente almeno un altro prodotto che merita di essere recensito, soprattutto per verificare se quanto promesso dalle dichiarazioni sulla confezione risultano veritiere o frutto semplice di marketing esuberante…
Parliamo del N2310 di Thecus, un NAS ormai sul mercato da un po’ di tempo e che la stessa azienda definisce come “Best-in-Class Value”. Il prezzo medio di acquisto è infatti decisamente interessante così come interessante è l’estetica del prodotto, per quanto questa non tenta in alcun modo di nascondere l’indole economica del NAS entry-level dell’azienda.
Di seguito le specifiche tecniche del modello che andremo a recensire:
Specifiche Tecniche |
|
SoC |
Applied Micro APM 86491 @ 800MHz |
RAM |
512 MB DDR3 |
Sistema Operativo |
Embeded Linux |
Storage |
2x 3.5"/2.5" SATA II |
RAID |
Single Disk, JBOD, 0, 1 |
Networking |
1 x Ethernet Gigabit RJ-45 |
I/O |
1 x USB 3.0 port, 1 x USB 2.0 port |
Consumi |
Senza HDD: 5 W |
Alimentatore |
40 W (12V DC, max 3,3 A) |
Dimensioni (LxPxA) |
97x207x135 mm |
Peso |
790g |
Caratteristiche per lo più conservative e per nulla eccezionali, ma il prezzo è drasticamente basso e non potevamo aspettarci troppo diversamente. Riuscirà l’N2310 di Thecus a mantenere fede alla sua parola di migliore nella sua categoria nel rapporto prezzo/prestazioni? Scopriamolo insieme, procedendo con la lettura.
Il Thecus N2310 arriva in una confezione compatta, dal look essenziale e decisamente pulito dove è il bianco dello sfondo a predominare. Pochi gli effetti grafici e ridotti gli abbellimenti estetici, già chiaro segno di un prodotto il cui obiettivo principale è quello di puntare al sodo. Il frontale ed il retro sono identici e a loro è stato dato il compito di illustrare l’estrema velocità di configurazione (che a noi ha richiesto, ad onor del vero, giusto qualche minuto in più), prestazioni invidiabili e facilità di gestione mentre sul top troviamo una comoda maniglia per trasportare in giro la confezione.
Al lato sinistro troviamo invece una tabella riassuntiva con le caratteristiche tecniche principali del modello (molto stringata a dir la verità, ma è pur vero che a pochi interesserà sapere quale è il SoC alla base delle prestazioni del NAS se questi si baseranno sulla confezione esterna del prodotto per scegliere quale prodotto comprare), la dotazione in bundle e qualche altra informazione aggiuntiva; sul lato destro invece, un veloce ed efficace elenco delle potenzialità offerte dal NAS.
Nessun abbellimento estetico neanche all’interno della confezione. Subito all’interno troviamo infatti una scatola di semplice cartone marrone contenente:
- 2 set di viti per HDD da 2,5” e 3,5”
- Una quick Installation Guide
- Il CD di installazione e la garanzia del prodotto
- 1 cavo Ethernet CAT 5e da 1,5m
- Il convertitore AC/DC e il cavo di alimentazione
Il convertitore AC/DC è un KPL-040F di Channel Well Technology (CWT), un convertitore prodotto da una grande azienda di PSU OEM dalla buona fama con un’efficienza dichiarata pari alla minima per rientrare nella classe di efficienza V, attualmente la massima disponibile per questo genere di prodotti. Nonostante questo, è presente un LED blu discretamente luminoso che si illumina una volta che il convertitore è collegato alla presa di corrente.
Visto il suo basso prezzo di acquisto, è ovvio che non possiamo aspettarci l’uso di materiali pregiati per lo chassis esterno. Lo chassis esterno è infatti completamente realizzato in plastica anche se di due tipi. Una opaca, nel complesso molto resistente anche esercitando una discreta pressione in ogni punto, ed una lucida, posta centralmente e molto meno resistente alla pressione. E’ sufficiente esercitare una leggera pressione per sentire il materiale sottostante piegarsi. L’alternanza di questi due tipi di plastiche però, nel complesso piace e aiuta a rendere il prodotto tutto sommato più interessante e meno anonimo.
Frontalmente troviamo i due bay hot-swap, il tasto di accensione/spegnimento, il tasto dedicato alla copia diretta dei file presenti nelle periferiche USB connesse al dispositivo e la solita schiera di LED di stato. Le spie retroilluminate dai LED son molto grandi e, insieme alla plastica lucida prima citata, aiutano a modernizzare e caratterizzare il NAS, altrimenti abbastanza anonimo anche vista la colorazione nera adottata. Solo quella che ne indica il funzionamento è di colore azzurro, le altre sono bianche. Complessivamente son mediamente luminose, risultano facilmente distinguibili anche in condizioni di forte illuminazione ambientale e, forse anche per l’ampia area, non danno eccessivamente fastidio anche se, probabilmente non è consigliabile posizionare il NAS vicino ad un televisore.
Posteriormente troviamo le due porte USB, una 3.0 e l’altra 2.0, la porta Gigabit LAN, il tasto di reset, la connessione per l’alimentazione, un passacavi, la Kensington Lock e la piccola ventola da 60mm double ball-bearings.
Estratti i due tray per HDD, non possiamo che essere soddisfatti dalla qualità dei materiali utilizzati anche se dispiace fortemente notare l’assenza di qualsiasi materiale antivibrazione. Sia chiaro, parliamo pur sempre di semplice plastica e non del nobile alluminio che troviamo per esempio in quelli utilizzati dallo Shuttle KD22 ma nel complesso ci possiamo ritenere soddisfatti. Le plastiche sono solide ed affidabile è il meccanismo di blocco/sblocco delle slitte. Per ognuna di loro infatti, son presenti due meccanismi a molla. Uno per il citato blocco/sblocco della slitta dalla struttura del NAS ed uno, superfluo ma decisamente piacevole, che tiene sbloccata la slitta. Peccato giusto che non siano numerati…
Sul fondo del NAS troviamo 4 piedini di gomma antivibrazioni (i due frontali celano due viti che possiamo svitare per poter smontare l’unità) ed una presa di ventilazione per gli HDD e l’elettronica di controllo.
Proseguiamo quindi con l’analisi dei componenti interni. Dopo aver svitato le 4 viti che tengono salda la struttura esterna (due delle quali coperte dai 2 piedini di gomma frontali sul fondo), possiamo smontare la copertura di plastica esterna e avere accesso alla struttura in metallo interna. Al lato, posta in verticale rispetto al suolo troviamo la scheda madre del NAS, con tutti i componenti saldati e nessun slot di espansione disponibile.
Al centro, è possibile trovare saldato il SoC APM86491 di Applied Micro che supporta fino a due porte USB 3.0 (stranamente soltanto una è presente nel N2310), fino a due porte SATA II, una porte Gigabit Ethernet e due linee PCIe 2.0. Il SoC è rivolto verso l’interno del case ed è sufficiente il flusso d’aria mosso dalla ventola per raffreddarlo, senza ricorrere a heatsink passivi. Accanto al SoC troviamo due moduli di RAM DDR3 K4B2G1646E-BCK0 prodotti da Samsung mentre sul lato opposto, il controller Gigabit Ethernet RTL8211E di Realtek e il modulo di memoria NAND Flash NW264 da 2Gb x8 (256 MB complessivi) prodotta da Micron.
Proseguendo nell’ispezione del PCB, sulla parte vicina al lato posteriore del NAS troviamo lo slot PCIe 2.0 2x, il buzzer e la connessione per la ventola, una AG06012DB159000 (classica ventola da 12V, 0,07A da 60mm di dimatro) prodotta da Adda con tecnologia double ball-bearings.
Risulta tendenzialmente silenziosa, ma nei casi in cui vien fatta girare a velocità più sostenute, riesce facilmente a farsi notare, anche in ambiente rumoroso. Sull’altro lato del PCB, sulla parte vicina al frontale del NAS, troviamo la batteria e i due switch connessi ad uno Schmitt-Trigger TI LVC14A, un componente che ha il compito di convertire un segnale analogico in uno digitale e al tempo stesso conservare il segnale fornito in uscita fino a che non venga modificato il segnale in ingresso.
Infine, la scheda di espansione PCIe con le connessioni SATA per i due HDD:
Di seguito, il video teardown che abbiamo pubblicato sul nuovo canale di Bits & Chips:
L’interfaccia Web di OS6, il sistema operativo alla base del NAS, è basilare e sicuramente non offre lo stesso livello di personalizzazione e di praticità di quelle di Synology o QNAP ma risulta sicuramente un bel passo in avanti rispetto a quelle utilizzate da Buffalo o Shuttle. Inizialmente solo Shared Folder e RAID Management si trovano sul desktop ma, come in tanti altri casi, è possibile aggiungere altri collegamenti. Il menù a tendina Admin può essere utilizzato per cambiare password (operazione fondamentale da effettuare il prima possibile visto che quella standard è di nuovo “admin”), per cambiare lingua e per effettuare eventualmente il logout. E’ possibile accendere al Pannello di Controllo attraverso l’icona in alto a destra mentre le icone in basso a destra forniscono una rapida visuale sulla modalità RAID, sullo stato degli HDD e sullo stato della rete.
E’ possibile ampliare le funzioni del NAS istallando sia applicazioni ufficiali Thecus che applicazioni realizzate da terze parti. Per le prime, è possibile effettuare l’installazione direttamente da interfaccia web mentre per le seconde si viene rimandate al seguente link: 3rd party App.
Come si vede dalle immagini, è disponibile la possibilità di gestire con molta precisione degli intervalli di funzionamento del NAS ma purtroppo l’N2310 non prevede l’ibernazione degli HDD e questo, come potremo osservare più tardi, avrà delle chiare ripercussioni sui costi di gestione del NAS (comunque bassi).
In ogni caso, non fatevi ingannare dall’estetica dell’interfaccia web. Nonostante l’interfaccia a finestre possa far credere il contrario, non è possibile averne aperta più di una in contemporanea ne è possibile ridimensionare la finestra per ingrandirla/rimpicciolirla a proprio piacimento. Inoltre, non è neanche disponibile un task manager grazie al quale monitorare la percentuale di utilizzo di CPU e RAM. L’unica indicazione fornita è la temperatura di HDD e SoC.
Thecus mette a disposizione dell’utente due applicazioni gratuite sia per iOS che per Android: T-OnTheGo e T-Dashboard. Entrambe son sviluppate per smartphone anche se, T-OnTheGo risulta fruibile anche su tablet Android, poiché permette la visualizzazione di più fragment in contemporanea. Parlando di quest’ultima, è questa l’applicazione principale che ci consente di gestire file, visualizzare file e riprodurre file audio e video salvati nel NAS. L’applicazione integra un riproduttore audio/video ma purtroppo, come si vede dagli screenshot, non sono disponibili i pulsanti nel pannello delle notifiche per la gestione rapida del file e della coda selezionata; si è costretti quindi ogni volta ad aprire l’applicazione principale per comandare la riproduzione della nostra raccolta musicale.
T-Dashboard è invece l’applicazione di Thecus che ci consente di loggare sul NAS attraverso la rete locale o remota potendone così visualizzarne lo stato e controllare quindi alcune delle funzioni amministrative del prodotto. Potremo abilitare o spegnere in pratica alcuni protocolli o impostarne i privilegi. Non essendo sviluppata per tablet e a differenza di T-OnTheGo, l’utilizzo con questa tipologia di dispotivi risulterà identico all’utilizzo con smartphone, con un solo fragment sviluppato per volta e una visione zoomata degli elementi dell’applicazione.
Di seguito alcuni screenshoot delle due applicazioni per smartphone…
… e per tablet:
Configurazione di prova
Il nostro sistema di prova è composto da un notebook Sony SVE1512X1ESI così configurato:
Sistema di prova |
|
Processore |
Intel® Core™ i7-3632QM (4C/8T, 2.20GHz, Turbo 3.20GHz, 6MB cache L3) |
Memorie |
16 GB DDR3L Kingston LoVo (2x8GB, 1600 MHz, CL9) |
Scheda Video |
integrata, HD4000 |
Storage |
SSD Crucial M550 512GB |
Networking |
Realtek RTL8168 Gigabit Ethernet |
Sistema Operativo |
Windows 8.1 Pro 64 bit |
mentre i NAS in prova son così configurati:
Configurazione NAS |
|
HDD interni |
WD Red WD40EFRX (4 TB, 64MB cache, ~ 5400 rpm) |
HDD esterno |
WD Blue WD10JPVT (1 TB, 8MB cache, 5400 rpm) |
Firmware NAS |
|
Switch Ethernet |
ASUS DSL-N55U (4 porte Gigabit) |
Cavo Ethernet |
CAT 5e, 3m |
Metodologia di Test
Al fine di garantire come requisito fondamentale una perfetta comparabilità e ripetibilità di ogni test effettuato, abbiamo scelto due differenti programmi per automatizzare il processo di valutazione dei prodotti recensiti.
Il primo è il NAS Performance Toolkit 1.7.1 (eventualmente abbreviato in NASPT) realizzato da Intel. Per evitare che in 2 dei 12 test della presente suite ("HD Video Record" e "File Copy to NAS") il pc utilizzato per i test salvi in RAM grandi porzioni di dati invece che richiederle direttamente al NAS, come consigliato dalla stessa Intel, abbiamo limitato la memoria RAM disponibile a 2 GB tramite le opzioni avanzate di msconfig (o Configurazione di sistema in Windows 8). Abbiamo inoltre utilizzato la modalità Batch che effettua lo stesso test per 5 volte e presenta poi, oltre ai risultati parziali, anche la loro mediana, mediana che corrisponde al valore riportato nei successivi grafici presenti nella recensione.
Il secondo programma è invece IOMeter 1.1.0, realizzato originariamente sempre da Intel ed ora supportato da un gruppo internazionale di persone, visto che Intel ne ha abbandonato lo sviluppo nel 2001. Questo programma è stato utilizzato per misurare l’impatto sulle prestazioni comportato dall’aumentare dei client che accedono contemporaneamente al NAS. A differenza di NASPT, con IOMeter non si hanno problemi con la capacità massima di RAM utilizzata e per questo, son stati utilizzati tutti i 16GB di DDR3L attualmente installati.
Per i test sui consumi infine, viene utilizzato il misuratore di consumi Voltcraft Energy Logger 4000 che garantisce la seguente accuratezza nelle rispettive fasce di misurazione:
- 5 - 3500 W (± 1% + 1 count)
- 2 -5 W (± 5% + 1 count)
- < 2 W (±15% + 1 count)
Dove presente, vista la variabilità delle misurazioni durante l’esecuzione dei rispettivi test, il dato presentato costituisce la media dei risultati visualizzati dal misuratore dei consumi durante tutta la durata del rispettivo test.
Ringraziamenti
- Ringraziamo Western Digital per averci fornito i due HDD Red WD40EFRX da 4 TB utilizzati per i nostri test.
Di NASPT abbiamo già avuto modo di parlare. Quel che non abbiamo approfondito è però quali son le tipologie di file che vengono letti/scritti in ognuno di questi test. Per chiarire le idee, riportiamo tutto nella seguente tabella:
Test |
# files |
% seq. |
Rd/Wr |
Descrizione |
HD Video Play |
1 |
99.5% |
2.0GB Rd |
letture da 256kB |
HD Video Record |
1 |
99.9% |
2.0 GB Wr |
Scritture da 256kB |
Content Creation |
98 |
38.6% |
12MB Rd |
95% scritture fino a 64 kB; |
Office Productivity |
607 |
81.3% |
1.4GB Rd |
Letture e scritture; letture da 1kB & 4kB ma per lo più scritture da 1kB writes |
Directory Copy From NAS |
2833 |
52.5% |
0.20 GB Rd |
letture da 64kB |
Directory Copy To NAS |
2833 |
52.5% |
70B Rd |
Principalmente scritture da 64kB, moltissime sotto i 16kB |
File Copy From NAS |
1 |
100% |
4.3GB Rd |
Letture da 64kB |
File Copy To NAS |
1 |
100% |
4.3GB Wr |
Scritture da 64kB |
Photo Album |
169 |
80% |
0.81GB |
Solo letture – File con dimensioni molto diverse |
Vediamo finalmente il risultato di qualche test:
In modalità RAID 1 abbiamo testato anche l’impatto che la crittografia può comportare nell’utilizzo del NAS e abbiamo indicato l’attivazione o meno di questa funzione con il suffisso “-y” in caso di crittografia attivata e con il suffisso “-n” in caso di crittografia disattivata, chiaramente ispirandoci alle parole inglesi Yes/No. Per far questo, seguendo le indicazioni a schermo mostrate dall’interfaccia web, abbiamo dovuto collegare una pendrive ad una porta USB del NAS dove poter salvare la chiave utilizzata per criptare i nostri file.
Nel nostro caso, abbiamo utilizzato una Kingston DataTraveler G4 da 16 GB connessa alla porta USB 3.0 del NAS ed abbiamo scelto come chiave “B1ts&Ch1p$”. Come si vede, l’impatto sulle prestazioni di questa funzione risulta molto evidente in tutte le modalità d’uso indagate. Probabilmente, non è a questo NAS che dovreste guardare se siete interessati a questa funzionalità e nallo stesso tempo non siete disposti ad aspettare un po’ di più ad ogni trasferimento di file.
Abbiamo inoltre utilizzato il box LC-25WU3 di LC-Power per HDD da 2,5” (che utilizza il controller NS1068X di Norelsys per la connessione bridge USB 3.0 a SATA) per connettere il Western Digital WD10JPVT alla porta USB 3.0 del NAS. Di seguito i risultati ottenuti sempre con NASPT:
Tramite IOMeter abbiamo ricreato alcune situazioni d'uso tipiche del NAS per avere così una visuale d'insieme al crescere delle utenze che accedono contemporaneamente al NAS con la stessa tipologia di letture/scritture. I primi due ci forniscono nello specifico la massima velocità di trasferimento che il NAS è capace di sostenere mentre il quarto descrive maggiormente uno scenario tipico, con un giusto mix di letture/scritture e accessi sequenziali e casuali.
Dando uno sguardo ai consumi, possiamo notare che il Thecus N2310 risulta il modello con i consumi più contenuti tra quelli finora recensiti a fronte di prestazioni medie tendenzialmente non troppo distanti da quelle degli altri modelli della stessa categoria (ovviamente non abbiamo incluso il TS-251, che nella versione più contenuta, quella da 1 GB di memoria integrata, costa più del doppio di questo N2310). Purtroppo, c’è un grande problema. Questo modello di Thecus, come il modello di Buffalo recensito precedentemente, non prevede un timeout dei dischi oltre il quale i dischi vengono spenti. E’ vero che, come mostrato, c’è la possibilità di gestire con molta precisione, degli intervalli temporali in cui il NAS può entrare in questo stato, ma ovviamente non è la stessa cosa. Tutto questo si ripercuote sui consumi, e a lungo andare, se il NAS, come spesso succede in ambito casalingo rimane per molto tempo in idle, tenderà consumare di più ad esempio dello Shuttle KD22, nonostante i consumi durante l’accesso ai file leggermente più alti di quelli mostrati dal N2310.
Il consumo in Stand-by corrisponde al consumo rilevato quando il NAS risulta spento, ma con alimentatore collegato alla presa di corrente. In questo caso, assistiamo ad un vero e proprio colpo di reni del modello recensito. Per quanto la differenza tra i vari modelli sia marginale e l’aggravio dei costi che comporta passare dal modello più parco nei consumi a quello più esoso risulta quindi ampiamente trascurabile, qui il Thecus stupisce, con consumi decisamente bassi, molto più bassi del limite di 0,5W imposti dalla direttiva ErP Lot 6 2013 in questo ambito di funzionamento.
Da ultimo, ricordiamo che il misuratore dei consumi Voltcraft Energy Logger 4000 utilizzato per i test riporta i risultati con un’accuratezza al decimo di W e quindi il dato dello Shuttle è da interpretare come una media dei due valori che, con rapidità, alternativamente vengono presentati dal misuratore.
Non disponendo ancora di una camera anecoica per effettuare i test sulla rumorosità, in questo caso, invece che fornire dati ottenuti tramite una misurazione specifica, proveremo a descrivere le impressioni che abbiamo avuto testando il prodotto. I pareri riportati quindi, costituiscono un parere soggettivo del prodotto e potrebbero non coincidere con quelli del lettore poiché diversa potrebbe risultare la soglia di delimitazione che definisce un prodotto dall'essere rumoroso o silenzioso. Nel caso ciò avvenga però, sarà molto più facile che un prodotto da noi definito rumoroso risulti per il lettore silenzioso invece che il contrario.
Abbiamo utilizzato quindi il NAS sia di giorno, con il leggero rumore del traffico proveniente dall’esterno che si sovrappone al rumore di fondo (per simulare il più possibile le normali condizioni d’uso di questi prodotti) che a notte fonda, per ridurre al minimo i disturbi provenienti dall’esterno e disporre così di un ambiente il più possibile tranquillo.
In entrambi i casi, il dispositivo risulta moderatamente silenzioso con gli HDD che si trovano a funzionare a circa 35°C; sicuramente non il più silenzioso tra quelli analizzati ma allo stesso tempo non il più rumoroso in assoluto anche se risulta comunque pienamente avvertibile durante il funzionamento a notte fonda all’interno della stanza dove viene installato e a distanza anche non troppo ravvicinata quando il rumore ambientale durante il giorno cresce moderatamente.
L’impossibilità di ibernare gli HDD da parte del NAS inotre non permette a questi di smettere di girare e per questo, oltre al rumore della ventola, si aggiunge quello degli HDD e questo non può che far peggiorare la situazione. Se cercate un NAS dead silent, probabilmente non è a questo che dovrete guardare.
Siamo quindi arrivati alle conclusioni di questa nostra recensione dove abbiamo potuto osservare che, purtroppo, l’N2310 di Thecus non è esente da difetti. Senza citare i materiali utilizzati per lo chassis esterno infatti (stiamo parlando in fondo di un NAS molto economico e potendo scegliere, preferiamo venga fatta economica qui piuttosto che in termini di funzionalità e prestazioni), il SoC utilizzato è sì molto parco nei consumi, ma anche abbastanza deboluccio. Pur garantendo prestazioni quasi in linea con alcuni modelli della concorrenza rimane leggermente dietro e non appena gli si domanda qualche operazione in più come la gestione di più utenze in contemporanea, la CPU mostra i suoi limiti e tende ad arrancare e a rallentare vistosamente.
Non è disponibile inoltre l’ibernazione degli HDD (e questo, come abbiamo visto, ha delle ripercussioni abbastanza negative sia nei consumi che nella rumorosità di esercizio) e l’interfaccia via web è molto limitante non consentendo la navigazione multifinestra (nonostante l’estetica possa far credere il contrario). Il sistema operativo stesso, non offre nessun task manager per controllare in tempo reale la percentuale di utilizzo di CPU e RAM.
Ovviamente questo è solo un piatto della bilancia. L’utilizzo del già citato SoC in abbinamento al convertitore AC/DC scelto ha permesso di ottenere consumi incredibilmente bassi, sia in stand-by che durante il regolare funzionamento a fronte di prestazioni tutto sommato degne di rispetto con un utilizzo poco esigente mentre i tray per gli HDD si son rivalati, seppur realizzati in plastica, molto resistenti e quindi duraturi . Il sistema operativo inoltre, anche se limitato in confronto a quello offerto da Synology e QNAP (che però, anche con le loro souzioni entry-level, si posizionano su ben altra fascia), permette di espandere le funzionalità del NAS attraverso le applicazioni ufficiali e il relativamente fornito “store” con applicazioni di terze parti, cosa che molti altri prodotti avversari sulla stessa fascia di prezzo non offrono.
Nel complesso quindi, anche se non è possibile premiare a pieni voti per le lacune precedentemente elencate, allo stesso tempo l’N2310 si è dimostrato un valido prodotto dal grande rapporto prezzo/prestazioni che non posso che consigliare per chi è alla ricerca di un NAS molto economico. Peccato giusto per le lacune software precedentemente elencate; certo, da buon ottimista la speranza che Thecus ripari a queste mancanze c’è sempre, ma in fondo è da tanto ormai che il prodotto è in commercio…