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Sono lontani i tempi in cui Henry Ford, uno dei padri della catena di montaggio, non permetteva alcuna personalizzazione per la Ford T, la prima automobile prodotta in grande serie: "Puoi averla in qualsiasi colore desideri, purché sia nero". Ora possiamo ordinare un'automobile scegliendone non solo il colore, ma anche gli optional interni, il motore e molto altro. Sono lontani tempi dei primi PC IBM, le cui varianti si potevano contare sulle dita di una mano. Le uniche opzioni disponibili riguardavano il Monitor (erano disponbili due schermi, l'IBM 5151 e l'IBM 5153), l'installazione di un secondo Floppy Drive e l'upgrade della RAM. Ora possiamo assemblare un PC scegliendo ogni singolo componente. Tutto si sta evolvendo lasciando al fruitore del prodotto un ampio ventaglio di possibilità di scelta. Possiamo creare playlist musicali, possiamo creare la nostra libreria sul Kindle, o possiamo creare ed indossare outfit anche improponibili.

L'unico prodotto che ancora non si è evoluto in tal senso è il testo scolastico, il libro che i nostri figli o nipoti utilizzano a scuola. Questi libri sono monolitici, immodificabili, creati da una persona, o da una piccola equipe..In pratica sono ancora oggetti artigianali. Sfruttano una metodologia produttiva, artigianale appunto, vecchia quanto l'uomo civilizzato. Ironico se pensiamo che la scuola dovrebbe formare gli intelettuali del futuro, ma per nulla divertente se pensiamo che chi deve legiferare sulle tecnologie più moderne ha studiato su libri che potremmo definire ottocenteschi.

In accordo con le più recenti “Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati nella Scuola Secondaria di 1° grado”, le ex-scuole medie tendono a mettere in secondo piano i programmi scolastici, intesi come la mera conoscenza mnemonica e dogmatica di dati, fatti e nomi, in favore di altri e ben più elevati obiettivi: “passare da un’istruzione primaria ad una secondaria di 1° grado significa confrontarsi con il problema del modello. [...] Conoscere in maniera ‘secondaria’ vuol dire, allora, adoperare costrutti mentali esplicativi che si fondano su un uso appropriato dell’analogia. [...] [In ambito] matematico-scientifico [...] particolare importanza è attribuita alle modalità attraverso le quali si elabora la descrizione scientifica del mondo, concentrando soprattutto l’attenzione sul processo di matematizzazione degli oggetti fisici e sulla conseguente costituzione di un modello che rimpiazza in senso letterale gli oggetti reali1.
Obiettivi di ampio respiro e assolutamente necessari per far diventare gli alunni non solo contenitori acritici di nozioni, ma anche e soprattutto cittadini, italiani e del mondo, con un proprio pensiero interpretativo e di ampio respiro. Obiettivi, però, che ogni professore tende a raggiungere secondo proprie modalità, sfruttando le proprie conoscenze interdisciplinari e multidisciplinari. Modalità e conoscenze che spesso è difficile mettere in pratica con i testi scolastici che sono pubblicati dalle case editrici, nonostante i buoni proponimenti degli autori.
Non è raro che i professori, soprattutto quelli delle materie umanistiche, al momento della scelta dei testi scolastici rimangano perplessi osservando l’offerta a disposizione. Ad esempio, per quanto concerne i testi di Letteratura, ci sono libri che offrono una buona antologia di testi ma sono scadenti per quanto riguarda gli esercizi o le spiegazioni. Per quanto concerne Storia, alcuni libri di testo tendono a trattare in maniera superficiale argomenti che un insegnante potrebbe voler approfondire; oppure, altri libri offrono esercizi vecchio stampo, in cui si richiede un completamento nozionistico. Questi sono solo alcuni esempi.
Personalmente, da docente, tendo a integrare i temi trattati nei vari libri di testo (Italiano, Storia e Geografia) con numerose dispense, in quanto i difetti più sopra esposti risultano spesso presenti. E ciò viene fatto anche da numerosi miei colleghi. Per superare queste limitazioni, e per venire incontro alle diverse metodologie didattiche dei vari professori, si potrebbero creare strumenti per permettere la realizzazione di libri di testo modulari, “assemblabili” dai docenti, di ogni ordine e grado secondo le esigenze.
Quanto andrò a esporre è un’idea sia per rendere più organico il lavoro di insegnamento dei professori, sia per renderlo maggiormente piacevole agli alunni.


Scrivere un libro di testo per la scuola Secondaria di Primo Grado non è un compito semplice, tutt’altro. Bisogna documentarsi scrupolosamente per non cadere in errori più o meno grossolani, bisogna scrivere il testo in maniera chiara e concisa, bisogna creare esercizi sia utili sia accattivanti, bisogna scegliere attentamente eventuali grafici, disegni e foto, e bisogna seguire le direttive ministeriali per favorire lo sviluppo di un pensiero critico negli alunni. Riuscire a fare tutto ciò, e in maniera almeno sufficiente, è quasi impossibile. Vi spiego il perché.

Ci sono testi che riescono in due o tre tra gli ambiti più sopra esposti, magari in quattro, ma non in tutti. Nel libro “Grammatica a scuola2 si giunge a questa conclusione attraverso una serie di sondaggi, compiuti tra gli insegnanti, relativamente alla qualità delle lezioni sui vari argomenti e alla qualità degli esercizi proposti da oltre trenta grammatiche dedicate alla scuola Secondaria di Primo Grado e al biennio della scuola Secondaria di Secondo Grado. Nel capitolo dedicato proprio agli esercizi di grammatica, leggiamo: “Dei vari esercizi proposti [...] quelli che sondano la padronanza del corretto uso dei modi e dei tempi sono soltanto quelli a completamento e di trasformazione e questa tipologia è complessivamente sacrificata rispetto al semplice riconoscimento. [...] Gli esercizi che risultano da questo sondaggio non paiono idonei, insomma, a un realistico obiettivo didattico per la secondaria inferiore3. Si riscontra, infatti, che alcuni esercizi potrebbero ammettere una doppia o, addirittura, tripla soluzione, oppure che alcuni esercizi potrebbe non essere semplice completarli, in quanto le lezioni sono costruite/strutturate male o mancanti di alcuni elementi.

 

In questo esercizio possiamo notare come alcune risposte siano ambigue. Nella prima frase la risposta corretta è effettivamente "surgelate", in quanto dentro il freezer sia la carne sia le verdure lo sono. Nella seconda frase, invece, entrambe le possibilità possono essere considerate corrette: potrei aver comprato una coperta e un cuscino bianchi, oppure una coperta di un colore qualsiasi, che non mi interessa precisare, e un cuscino bianco.


Esistono, comunque, insegnanti che potrebbero voler continuare a utilizzare anche quegli esercizi che secondo questo sondaggio vengono ritenuti inutili dalla maggior parte dei docenti interpellati, ed è proprio per questo che le case editrici li mantengono nei propri testi. Esercizi, però, che potrebbero non venire mai completati da milioni di alunni nel corso dei diversi anni scolastici, e che invece si sarebbero potuti sostituire con esercizi ritenuti maggiormente utili dai più. Allo stesso modo, altri insegnanti potrebbero voler continuare a far studiare i propri alunni su certi libri, o perché incapaci di coglierne le lacune o perché certi passaggi non interessano loro. Si tratta, comunque, di situazioni che sarebbe meglio evitare, al fine di migliorare la qualità della didattica.

Gli autori dello studio giungono allora a questa conclusione: “Il bilancio non è positivo e va messo in relazione con le mediocri prestazioni in lingua italiana che emergono da sondaggi internazionali e da test di accesso all'università. Come spesso càpita, le colpe vanno equamente distribuite: i libri di testo non sono in genere scadenti (conviene ripeterlo), ma sono strutturati – per l'inerzia degli autori, per la politica commerciale delle case editrici, per la scarsa voglia di sperimentare strade nuove da parte degli insegnanti – in modo poco funzionale per gli scopi da raggiungere. A mio giudizio, il rimedio dovrebbe essere radicale: ridurre la teoria in tutti i casi in cui essa non è funzionale nemmeno a una corretta riflessione metalinguistica; aumentare le applicazioni, con particolare insistenza dove l'incertezza d'uso è più grave; differenziare la didattica linguistica tra secondaria inferiore e biennio della superiore, prendendo spunto dalla progressione che normalmente si applica nell'insegnamento di una lingua straniera e, magari, dal protocollo elaborato per misurare la competenza dell'italiano come lingua seconda dalla Società Dante Alighieri (PLIDA) o dalle Università per Stranieri4.

L'inerzia degli autori nel modificare la composizione dei libri di grammatica, qui sottolineata, è determinata anche dall’età media molto avanzata dei docenti italiani. Questi, formatisi su libri di testo tutt’altro che moderni, continuano a insegnare quanto hanno appreso, nel modo in cui l’hanno appreso. Secondo le ultime statistiche del MIUR, il 75,4% degli insegnanti della Secondaria di Primo Grado e l’82,1% degli insegnanti della Secondaria di Secondo Grado hanno più di 45 anni5. Risulta quindi, da un punto di vista prettamente commerciale, utile per le case editrici mantenere invariata l’ossatura dei libri di testo, affinché questi vengano utilizzati dagli insegnanti di ruolo (insegnanti che, inutile dirlo, scelgono i libri di testo anche per gli insegnanti supplenti, solitamente più giovani e inclini a utilizzare metodologie didattiche più al passo con i tempi).

Come si può ben comprendere, e come ben sanno gli insegnanti delle scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado, la situazione non è migliore se prendiamo in esame le Antologie, i libri di Epica, i manuali di Storia e di Geografia. Analizzando specificatamente i manuali di Storia la situazione è forse ancora più critica. Discutere di storia antica, medievale, moderna o contemporanea non è assolutamente la stessa cosa, in quanto ogni epoca porta con sé problematiche particolari e inedite. Un antichista o un medievalista non possiede assolutamente le medesime competenze e conoscenze di un contemporaneista quando si deve discutere della Grande Guerra, così come un contemporaneista non possiede assolutamente le medesime competenze e conoscenze di un antichista quando si deve discutere della civiltà fenicia. Quando si leggono e si studiano i manuali di Storia si può osservare, abbastanza facilmente, quali sono i campi di studio principali degli autori, e quali, invece, sono quelli meno padroneggiati. Spesso, per questo motivo, mancano temi o considerazioni importanti, o per imperizia, o per l’appartenenza a determinati orientamenti politici/religiosi, o per la non precisa conoscenza dell’argomento trattato.

Non si vuole, comunque, affermare che gli autori dei manuali di Storia scrivano questi testi in maniera errata volontariamente ma che, molto più semplicemente, questi manuali potrebbero venire scritti in maniera decisamente più accurata se i vari argomenti fossero trattati da esperti dell’ambito. Questo permetterebbe agli alunni di comprendere meglio, con tutta probabilità, gli argomenti trattati, senza fraintendimenti e in maniera più costruttiva. Allo stesso modo, gli insegnanti eviterebbero di cadere in errori grossolani, in quanto non sono onniscienti e spesso devono affidarsi ciecamente, per quanto non conoscono, ai libri di testo utilizzati.

  • Nel 2001 il Council of Europe, a tal proposito, affermò: “Among its recommendations on the teaching history in twenty-first century Europe we find the following principles:
  • the need for stronger mutual understanding and confidence between peoples, particularly through a history teaching syllabus intended to eliminate prejudice and emphasising positive mutual influence between different countries, religions and ideas in the historical development of Europe;
  • reaffirming the educational and cultural dimensions of the major challenges in the Europe of tomorrow;
  • stressing that ideological falsification and manipulation of history are incompatible with the fundamental principles of the Council of Europe as defined in its Statute6.

Garantire che ogni epoca possa venir trattata da un esperto, quindi, migliorerebbe senz’altro la qualità sia del libro di testo, sia della didattica dell’insegnante, e si eviterebbero situazioni imbarazzanti, come quella che ha visto protagonista il libro di testoIncontra la Storia - Fatti e persone del medioevo7 (2018), scritto da Vittoria Calvani ed edito da Mondadori. Il capitolo relativo alla nascita e alla diffusione dell’Islam non solo è risultato colmo di grossolani errori, ma anche scritto in maniera tanto superficiale da urtare, giustamente, sia la sensibilità della comunità islamica italiana, sia l’orgoglio degli storici di professione. Per questi motivi il testo è stato ritirato dalla vendita e numerosi articoli sono apparsi su quotidiani e siti specializzati nell’arco di pochi giorni. Minando, e non poco, la credibilità della stessa casa editrice.


Nel paragrafo precedente abbiamo constatato come scrivere un libro di testo sia un compito arduo e complicato, e che a causa di ciò gli autori tendono a perpetuare le medesime metodologie di insegnamento, sia per semplificare il lavoro di stesura, sia per venire incontro alle esigenze dei docenti titolari di cattedre. Gli autori di questi libri di testo, infatti, devono necessariamente tener conto dell’età media e della forma mentis degli insegnanti operativi nel triennio della Secondaria di Primo Grado e nel biennio/triennio della Secondaria di Secondo Grado. Gli insegnanti più giovani, per questo motivo, si trovano spesso costretti a utilizzare libri di testo, scelti in precedenza da altri, che mal si conciliano con le metodologie didattiche più innovative studiate presso le Università, o assimilate attraverso corsi o esperienze lavorative all’estero, in cui la componente digitale è sempre più presente.
Tutto ciò va a ricadere negativamente nella didattica, in quanto gli alunni della scuola italiana continuano a “subire” metodologie d’insegnamento in parte antiquate, non in linea con i più recenti standard europei e non solo, anche a causa di un deficit delle stesse strutture scolastiche. Nello studio “Digital Education at School in Europe - Report”, pubblicato nel 2019, l’Italia risulta in compagnia di Bulgaria e Ungheria quando si parla di investimenti in infrastrutture: “In many countries, investment in infrastructure is clearly indicated among the objectives of the digital education strategy. In some countries, investment in digital infrastructure is still an important need identified in relation to digital education and therefore a major focus of the strategy (e.g. in Bulgaria, Italy and Hungary)8.
Senza dover aspettare che lo Stato, e quindi il MIUR, porti le strutture scolastiche italiane al livello di quelle dei più avanzati stati europei, si potrebbe agire su un altro componente molto importante in ambito didattico, la cui qualità nell’arco degli ultimi decenni non è aumentato in maniera percepibile: il libro di testo. In maniera non invasiva, e anche piuttosto semplice, si potrebbe venire incontro sia alle esigenze degli insegnanti più attempati e consuetudinari, sia degli insegnanti più giovani, desiderosi di mettere in pratica le metodologie didattiche più recenti e innovative.

  • Dall’Encyclopédie, alla raccolta di saggi per arrivare ai libri di testo

Tra il 1751 e il 1772 Diderot e D'Alembert diressero i lavori che portarono al completamento della mastodontica opera letteraria nota come Encyclopédie, ma non scrissero di proprio pugno le oltre 60.000 voci che componevano tale ciclopico sforzo. Questo accadde non solo perché Diderot e D'Alembert non avevano il tempo materiale per farlo, ma anche perché non possedevano le conoscenze per discutere approfonditamente di ogni singolo argomento trattato. Specialisti di ogni ambito si occuparono di analizzare, in maniera corretta (per il tempo), le numerose singole voci.
La medesima metodologia sarà utilizzata nei decenni e nei secoli successivi da altre famose e rinomate opere, tra cui la “Cambridge Encyclopedia”. Le varie voci che compongono questa immensa opera sono compilate da studiosi di quella specifica materia. Questo modus operandi fa sì che la qualità dell’opera sia molto elevata, e che gli errori siano ridotti al minimo, se non inesistenti.
Anche le raccolte di saggi, molto utilizzate in ambito universitario, ripropongono la stessa metodologia. Eminenti studiosi curano delle raccolte in cui altri esperti discernono specifici argomenti. Prendiamo quale esempio l’opera “Dizionario dell’Occidente Medievale9, a cura di Jacques Le Goff e Jean-Claude Schmitt. I curatori hanno raccolto saggi scritti da altri eminenti medievalisti, ognuno competente in uno specifico campo. Nel primo volume, possiamo trovare il saggio “Alimentazione”, scritto da Massimo Montanari, Professore in “Storia dell'alimentazione10 presso l’Università di Bologna, oppure il saggio “Artigiani11, scritto da Philippe Braunstein, Professore presso le università di Bielefeld e Siena, e tra i massimi esperti mondiali della storia del lavoro nelle città in Francia, Germania e Italia durante il medioevo.
Questa metodologia editoriale, comune alle enciclopedie e alle raccolte di saggi, permette agli editori e ai curatori di offrire ai lettori un prodotto di elevata qualità, in cui gli errori sono ridotti al minimo. Magari non si potrà concordare al 100% su quanto viene affermato nell’opera, ma sicuramente non saranno presenti sbagli grossolani o infelici inesattezze (come, ad esempio, nel precedentemente citato libro di testo “Incontra la Storia - Fatti e persone del medioevo12, scritto da Vittoria Calvani ed edito da Mondadori).
Sfortunatamente i libri di testo non seguono questa linea editoriale, in quanto sono spesso realizzati da una, due o tre persone, le quali curano ogni aspetto degli stessi: i testi, gli esercizi, gli approfondimenti e via discorrendo. Questo porta necessariamente a una diminuzione della qualità del prodotto in quanto nessuno è onnisciente e ognuno ha dei punti di forza e di debolezza. C’è chi eccelle nello scrivere testi divulgativi, chi eccelle nell’inventare esercizi e chi eccelle nel creare approfondimenti accattivanti e interdisciplinari. Inoltre, ognuno di questi autori è specializzato in determinati settori: c’è chi è un esperto di storia Romana, c’è chi è esperto nella letteratura Rinascimentale, c’è chi è specializzato nella letteratura latina e via di questo passo.
Alla luce di ciò, sarebbe auspicabile che i libri di testo possano venire realizzati da équipe di studiosi, così da migliorare notevolmente la qualità complessiva del prodotto. Si tratta, posto così, più di un desiderio che di un’eventualità concreta, in quanto si porrebbero numerose problematicità: come scegliere gli studiosi? Come suddividere i capitoli da scrivere? Come dividersi i proventi del libro di testo? Come scegliere il curatore? Chi curerebbe gli approfondimenti? Gli scrittori potrebbero non essere in linea con le linee didattiche ministeriali, quindi chi li coadiuverebbe? Chi si occuperebbe di realizzare gli esercizi? E queste sono solo alcune delle criticità che potrebbero sorgere.
Queste criticità, però, potrebbero venire superate se le case editrici si spingessero oltre, valicando i limiti dell’editoria classica e spingendosi verso l’editoria digitale.

  • La nascita di un’editoria mista tradizionale - digitale

Abbiamo visto in precedenza come i libri di testo siano ancora oggi eccessivamente incatenati a metodologie didattiche antiquate, come molti insegnanti fatichino a slegarsi da queste metodologie, come le case editrici siano ancorate a un sistema editoriale vecchio stampo e, in ultimo, come gli insegnanti più giovani fatichino a trovare libri di testo in linea con le proprie innovative idee didattiche.
Le case editrici, sempre per questi motivi, non possono pubblicare libri di testo eccessivamente innovativi, perché potrebbero essere dei flop editoriali, non venendo scelti dagli insegnanti più tradizionalisti, e allo stesso tempo alcuni studiosi, interessati a pubblicare libri di testo di nuova generazione, per i medesimi motivi, potrebbero veder respinti i propri lavori perché non in linea con le linee editoriali italiane odierne. Insomma, è un cane che si morde la coda, come si suol dire. Una situazione da cui è difficile uscire.
Vi sarebbe, nonostante tutto, una soluzione in grado di accontentare gli uni e gli altri, in grado di non nuocere agli insegnanti più tradizionalisti e di supportare gli insegnanti più innovatori, e al contempo di non intaccare gli introiti delle case editrici (i libri di testo scolastici generano, in Italia, un fatturato di circa 600 milioni di Euro ogni anno!).
Sfruttando i più moderni e recenti strumenti di editoria online (nel prossimo paragrafo tratterò più dettagliatamente le modalità di pubblicazione), si potrebbe creare un sistema modulare per la creazione di libri di testo personalizzati, attraverso un processo editoriale “LEGO-like”.
Oggi chiunque può creare la propria playlist di musica preferita, attraverso iTunes, YouTube Music o Spotify, scegliendo tra milioni di canzoni, suddivise in centinaia di generi e sottogeneri, di migliaia di artisti. Lo stesso principio potrebbe essere utilizzato per creare un libro di testo scolastico. Le case editrici potrebbero mettere a disposizione diversi saggi per ogni argomento, scritti da diversi autori, e l’insegnante sceglierebbe quello che gradisce di più, in accordo con la propria didattica, con le proprie idee politiche/religiose e con le potenzialità delle classe.
Allo stesso modo, l’insegnante potrebbe inserire un certo numero di approfondimenti, secondo i propri desideri, e determinati esercizi, secondo le proprie preferenze: esercizi a completamento, esercizi di realtà, e via discorrendo.
L’insegnante, quindi, potrebbe assemblare il proprio libro di testo secondo le esigenze del momento, attingendo da un’elevata offerta di testi ed esercizi, tutti di alta qualità e scritti da specialisti del settore. L’insegnante, in conclusione, diventerebbe il curatore del testo scolastico, non un mero fruitore passivo.
La creazione di libri di testo modulari, inoltre, permetterebbe a esperti, ricercatori e professori di inserirsi nel mondo della didattica dedicata ai ragazzi tra i 10 e i 19 anni, normalmente snobbata o perché è un’istituzione chiusa ed autoreferenziale, in cui è difficile inserirsi, o perché la redazione di un libro di testo risulta un’attività eccessivamente dispendiosa in relazione al ritorno economico o di immagine. Creare dei brevi saggi, lunghi cinque, sei o sette pagine, invece, potrebbe attirare questi studiosi, in quanto con uno sforzo minimo farebbero conoscere il proprio nome al di fuori degli ambiti specialistici e, al medesimo tempo, nel caso i propri saggi fossero scelti da un buon numero docenti, potrebbero far guadagnare discrete somme di denaro.


In questo paragrafo esporrò - sinteticamente - come, secondo la mia prospettiva di fruitore e insegnante, potrebbe svilupparsi la filiera editoriale che porta alla creazione di un libro di testo modulare, in accordo con quanto esposto nei paragrafi precedenti.
La genesi di un libro di testo di questo tipo dovrebbe essere, per quanto possibile, il più semplice possibile, così da stimolare esperti, ricercatori e professori ad arricchire l’offerta a disposizione. Al contempo, gli scritti dovrebbero possedere una certa omogeneità nella forma e nel layout, al fine di non far sembrare un libro di testo modulare, una volta “assemblato”, il vestito di Arlecchino. In ultimo, il portale o l'App per assemblare un libro di testo dovrebbe essere semplice e razionale, così da venire incontro alle capacità informatiche del maggior numero di insegnanti, allargando così il bacino d’utenza.

 

  • L’Amazon Education Publishing è un buon punto di partenza

La piattaforma per la pubblicazione di testi educativi e didattici di Amazon risulta, a mio parere, la perfetta base di partenza per i seguenti motivi:

  • la pubblicazione del testo è relativamente semplice in quanto, nel caso non si fosse esperti nella produzione di eBook, basta caricare il proprio testo in formato .doc(x);
  • nel caso il proprio libro integri tabelle, grafici o foto, si può utilizzare il tool Kindle Textbook Creator per formattare adeguatamente il testo;
  • l’autore può decidere autonomamente il prezzo di vendita e in quali paesi rendere disponibile il proprio libro;
  • i guadagni vengono inviati direttamente al proprio conto corrente;
  • Amazon offre la possibilità di stampare, in vari formati, i testi pubblicati.

Chris McMullen, professore di Fisica presso numerose università statunitensi e autori di numerosi testi pubblicati grazie ad Amazon, descrive la propria esperienza con queste parole: “La vision fresca e dinamica di Amazon sulle pubblicazioni accademiche mi ha attratto e mi ha avvicinato all’autopubblicazione. Gli studenti scelgono il materiale che meglio soddisfa le loro esigenze, esattamente come dovrebbe essere13.
Naturalmente, al momento, Amazon e gli altri portali simili permettono la pubblicazione e l’acquisto di interi libri, non di singoli capitoli o saggi. Quegli studenti o insegnanti che volessero leggere solo determinati capitoli, sarebbero costretti ad acquistare l’intero volume. Come esposto in precedenza, il nostro obiettivo è quello di andare oltre questa visione, permettendo la creazione di libri di testo modulari creati dagli insegnanti.

 

  •  Un’evoluzione dell’Amazon Education Publishing

Per permettere la realizzazione di libri di testo modulari si dovrebbe adeguare la piattaforma Amazon Education Publishing attraverso queste aggiunte/modifiche:

  • gli autori dei saggi/capitoli non dovrebbero più occuparsi del layout del testo. Questo sarebbe curato dallo staff della piattaforma (in questo specifico esempio, Amazon), al fine di renderlo omogeneo e organico;
  • i saggi/capitoli dovrebbero essere venduti a un prezzo fisso, così che sia la qualità degli stessi, e non il prezzo, il reale discriminante per la scelta;
  • si dovrebbe creare un’équipe che vagli i vari saggi/capitoli, al fine di verificarne la correttezza ed evitare eventuali cause legali;
  • il portale deve permettere, attraverso un’interfaccia semplice e intuitiva, la creazione di libri di testo modulari (qui in basso un esempio di interfaccia grafica);
  • la piattaforma deve contemplare la possibilità di stampa, così di dotare gli studenti anche di una versione cartacea del libro di testo;
  • il libro di testo così composto deve essere realizzato primariamente per una fruizione su dispositivi mobile quali Tablet e Chromebook, così da favorire un’alfabetizzazione informatica sia degli studenti sia dei docenti (Sviluppo della cultura digitale (art. 6, c. 2 quater,legge n. 128/2013) Per promuovere lo sviluppo della cultura digitale e l'alfabetizzazione informatica, sono definite politiche di incentivo alla domanda di servizi digitali, anche tramite la definizione di nuove generazioni di testi scolastici, nonché attraverso la ricerca e l'innovazione tecnologica, considerati fattori essenziali di progresso ed opportunità di arricchimento economico, culturale e civile, così come previsto dal Codice dell'amministrazione digitale (decreto legislativo n. 82/2005))14;
  • il costo di tali libri di testo modulari non deve essere superiore a quello dei libri di testo tradizionali.

 

Un esempio di schermata attraverso cui l'insegnante potrebbe assemblare il primo capitolo del libro di Storia dedicato alle classi prime della Scuola Secondaria di Primo Grado.

 

  • Problematiche che potrebbero insorgere

Realizzare la piattaforma per permettere la creazione di libri di testo modulari, agli occhi di aziende come Amazon o di un editore di libri scolastici, potrebbe essere il problema minore. Le reali difficoltà sopraggiungono allorché si devono tenere in conto le variabili descritte precedentemente. In Italia non è raro, anzi!, che una classe della Secondaria di Primo Grado possa cambiare l’insegnante di Matematica o di Italiano ogni anno. Come gestire un libro modulare, in questi casi?
Molto semplicemente, si potrebbe permettere all’insegnante, all’inizio di ogni anno scolastico, di modificare in parte o completamente il testo composto dall’insegnante precedente. Queste modifiche sarebbero comprese in un abbonamento che andrebbe a coprire tutti e tre gli anni della Secondaria di Primo Grado.
Un altro problema a cui si dovrebbe far fronte è la possibilità da parte dell’insegnante di utilizzare gli esercizi anche di altri autori, non solo dell’autore che si è scelto (prima di sceglierli, si deve dare la possibilità di valutarli, no?). In questo caso vi sarebbero due soluzioni:

  • le soluzioni saranno visibili all’insegnante solo dopo che questo ha scelto in via definitiva l’utilizzo di quegli esercizi nel proprio libro di testo modulare;
  • parte degli esercizi non sono visibili nella versione valutativa.

L’ultimo problema, probabilmente quello più ostico, riguarda le possibilità di adozione presso le scuole italiane pubbliche. Il MIUR vigila attentamente sui libri di testo disponibili sul mercato, e lo fa congiuntamente alle stesse case editrici.
L’introduzione del modello di pubblicazione qui descritto, basato sulla possibilità di creare libri di testo modulari, potrebbe portare alla creazione di un muro per impedirne l’utilizzo.


Le più recenti tecnologie informatiche sarebbero oggi in grado di permettere un’evoluzione sostanziale nello sviluppo, nella creazione e nella fruizione dei libri di testo scolastici. Tablet ed eBook Reader rendono possibile a studenti e insegnanti il trasportare in forma digitale volumi di centinaia di pagine in meno di 200 grammi. Portali editoriali, come il già citato Amazon Education Publishing, permettono a studiosi, ricercatori e professori di pubblicare i propri lavori e di metterli a disposizione di studenti o di altri insegnanti.
Facendo compiere a questo ecosistema un ulteriore passo evolutivo, in un prossimo futuro potremmo essere in grado di garantire la creazione di libri di testo modulari, “assemblati” secondo le esigenze dell’insegnante in relazione alle classi in cui si opera (ad esempio, per classi in cui il numero di studenti DSA è elevato si potrebbero scegliere testi semplificati).
Questo nuovo modello editoriale, inoltre, permetterebbe a studiosi, ricercatori e professori di avvicinarsi al mondo dell’editoria scolastica, un ambiente oggi snobbato perché o eccessivamente autoreferenziale, o incapace di regalare soddisfazioni economiche. Nonostante il mercato dei libri di testo in Italia valga circa 600 milioni di Euro, è ancora considerato un mercato di serie B da molti valenti autori, purtroppo.
Alla luce di ciò, anche per migliorare la qualità dei libri di testo (come abbiamo visto nel primo paragrafo), sarebbe almeno un interessante esperimento editoriale l’avvio di un servizio per la creazione di libri di testo modulari. Amazon, considerando l’infrastruttura attuale, la notevole forza economica e la fama del proprio brand, sarebbe il miglior candidato per tentare questa evoluzione/rivoluzione editoriale.


Citazioni

  1. Pag. 2, Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati nella Scuola Secondaria di 1° grado, Allegato C, 2004
  2. Grammatica a scuola, AA.VV., a cura di Loredana Corrà e Walter Paschetto, FrancoAngeli Editore, Milano, 2011
  3. Pag. 93, Ibidem
  4. Pag. 95, Ibidem
  5. Pag. 8, Piano scuola 2020-2021 - Documento tecnico sull’ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico, MIUR, 2020
  6. Pag. 373, International Handbook of Research on Teachers and Teaching, di Lawrence J. Saha e Anthony Gary Dworkin, Springer Science & Business Media, New York, 2009
  7. Incontra la Storia - Fatti e persone del medioevo, di Vittoria Calvani, Mondadori Education, Milano, 2018
  8. Pag. 17, Digital Education at School in Europe, Eurydice Report, Publications Office of the European Union, Lussemburgo, 2019
  9. Dizionario dell’Occidente medievale, AA.VV., a cura di Jacques Le Goff e Jean-Claude Schmitt, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2003
  10. Pag. 17, Ibidem
  11. Pag. 65, Ibidem
  12. Vedi nota 7
  13. https://www.amazon.com/gp/education-publishing
  14. Pag. 1, Adozioni libri di testo - anno scolastico 2014/2015, MIUR, 2014

 

Bibliografia

Libri e Saggi

  • Editori e librai nell'era digitale: dalla distribuzione tradizionale al commercio elettronico, di Roberta Cesana, FrancoAngeli Editore, 2002, Milano
  • Amazon vs Apple. Breve storia della nuova editoria. A 10 anni dal Kindle, di Mario Mancini, goWare, 2017, Firenze
  • Il lavoro editoriale, di Dario Moretti, Edizioni Laterza, 2015, Bari
  • International Handbook of Research on Teachers and Teaching, di Lawrence J. Saha e Anthony Gary Dworkin, Springer Science & Business Media, New York, 2009
  • Grammatica a scuola, AA.VV., a cura di Loredana Corrà e Walter Paschetto, FrancoAngeli Editore, Milano, 2011

 

Documenti Ministeriali e Pubblicazioni

  • Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati nella Scuola Secondaria di 1° grado, Allegato C, 2004
  • Piano scuola 2020-2021 - Documento tecnico sull’ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico, MIUR, 2020
  • Adozioni libri di testo - anno scolastico 2014/2015, MIUR, 2014
  • Digital Education at School in Europe, Eurydice Report, Publications Office of the European Union, Lussemburgo, 2019

 

Libri di testo consultati

  • Incontra la Storia - Fatti e persone del medioevo, di Vittoria Calvani, Mondadori Education, Milano, 2018
  • Noi e la storia - Conoscere, ragionare, comunicare, di Roberto Roveda e Marta Vannucci, Paerson, Verona, 2017