Gli addetti al settore si aspettavano un trimestre difficile per Intel, con dei risultati al massimo in linea con quelli dei trimestri precedenti, caratterizzati da un ottimo fatturato e un utile in leggera discesa. Invece Intel ci ha sorpresi, in negativo, con una trimestrale da incubo. Per la prima volta negli ultimi due decenni gli utili chiudono in negativo, con una perdita di ben 700 milioni di Dollari.
Tutte le divisioni di Intel sono in estrema difficoltà a partire da quella che negli ultimi tre anni si è rivelata trainante, la Divisione Datacenter (Datacenter and AI Group), con un fatturato che è arrivato a 4.6 mld di Dollari (-16% YoY). Un dato alquanto preccupante se pensiamo che tutte le maggiori aziende attive nel settore Cloud/Enterprise stanno facendo registrare risultati astronomici: AWS +33% YoY, Azure +40% YoY, Google Cloud +36% YoY. Da qualche parte queste aziende (Amazon, Microsoft e Google) stanno acquistando i processori per potenziare i propri servizi, ma non sembra trattarsi di processori Intel.
Non godono di migliore salute la divisione Client (CCG), la seconda colonna portate di Intel in quanto ad utili e fatturato. Va osservato, infatti, che per mantenere prezzi competitivi, continuando così a vendere i propri prodotti, Intel ha dovuto diminuire notevolmente il margine utile, ora pari ad appena il 36,5% (GAAP). Un anno fa era di ben il 57,1%! La concorrenza di AMD, grazie al suo approccio Chiplet, si sta facendo sentire. Pensare che 5 anni fa il reparto marketing di Intel si prendeva gioco di AMD e della sua "colla" ...
Continuando, anche la Divizione Foundry Services continua a faticare, con un fatturato in "leggera" diminuzione (-54% YoY). Si spera che la collaborazione appena annunciata con MediaTek possa risollevare questo business, portando ad Intel un po' di respiro.
Nel mentre, comunque, Intel continua a pagare una quantità spropositata di Denaro in dividendi agli azionisti, ben 1,5 mld di Dollari. La somma che, guarda caso, si è deciso di tagliare per l'ammodernamento delle FAB. Evidentemente i boss di Intel erano sicuri sarebbe passato il CHIPS Act, che pomperà nelle casse di Intel diversi miliardi di Dollari dalle tasche dei cittadini statunitensi. A noi italiani, dopo aver sovvenzionato la FIAT per un centinaio di anni, questa decisione probabilmente non farà né caldo né freddo.
In linea generale questi numeri non fanno ben sperare per un veloce recupero di Intel, la quale, come abbiamo avuto modo di scrivere nel lontano 2017, sembra si stia avviando a diventare una nuova DEC. La fiducia tra gli investitori comincia a vacillare, anche tra i più ferrei supporter della casa di Santa Clara.