Secondo quanto riporta il quotidiano The China Post, Foxconn sembra abbia intenzione di tornare in India (dopo un primo tentativo risoltosi malamente) per aprire non uno, ma ben tre nuovi stabilimenti atti ad assemblare i prodotti di Apple: “An unidentified source told the paper that booming smartphone sales have encouraged Foxconn, which is Apple's biggest contractor for phone production, to produce Apple smartphones in India even though its most recent venture in the country ended in failure”.

 

 

Negli ultimi anni gli stipendi in Cina si sono alzati notevolmente per quasi tutte le categorie lavorative, grazie soprattutto al notevole interesse delle multinazionali estere per il mercato interno del gigante asiatico. Se da un lato questo ha permesso alle stesse aziende cinesi di approfittarne, come ad esempio Huawei, ZTE e Xiaomi, in quanto è aumentata la richiesta interna di prodotti non essenziali o di lusso, da un altro lato sta mettendo in crisi i responsabili dei settori finanziari (i, così detti, CFO) delle aziende che in Cina vi producono: gli investitori di queste aziende vogliono realizzare i maggiori profitti possibili, anche grazie il minor costo della manodopera (AKA, sfruttamento della manovalanza), ma se altri paesi si rivelano più economici della Cina in questo ambito, allora bisogna levare assolutamente le tende e spostarsi in questi paesi.

Un paese dove la manodopera costa ancora pochissimo, è appunto l'India, come possiamo leggere in questo studio intitolato “China’s Rising Manufacturing Costs: Challenges and Opportunities”. La Cina, da paese esportatore, si sta trasformando velocemente in un paese importatore, al livello di quelli interni alla UE o degli USA: “In China’s rush to wean itself from being an export-driven economy and into a consumer-based economy”. Di questo, comunque, ne avevamo parlato in questa news alcuni mesi fa.

Proprio per questa ragione, quindi, Foxconn sta pensando di spostare buona parte della produzione per Apple in India, al fine di mantenere un buon profitto, grazie anche ad una serie di riforme varate recentemente, e chiamate “Made in India”, volte a favorire la realizzazione di impianti produttivi in loco: “The announcement of Foxconn's expansion plans came on the heels of the Indian government's “Make In India” initiative aimed at making doing business in the country easier”. Sfortunatamente, queste riforme sembra siano pensate più che altro per le aziende, e non per gli operai che dovranno lavorare in questi impianti, relegati come al solito a vittime sacrificali.