Negli ultimi due anni abbiamo assistito ad una corsa selvaggia per acquisire quelle società in grado di garantire un elevato know how per la produzione di SSD, tanto per la fascia bassa consumer quanto la fascia alta Enterprise. Esempio principe di questo modus operandi può essere ritrovato nell'acquisizione di OCZ da parte di Toshiba (per un tozzo di pane, appena qualche decina di milioni di dollari).

 

Ci sono, però, altre aziende che possiedono il Know How, ma non le FAB che producono le NAND Flash necessarie per questi prodotti, e che stanno vedendo il proprio mercato di riferimento, quello degli HDD, lentamente contrarsi. Stiamo parlando di Western Digital e Seagate. Abbiamo scritto molte volte che queste due case non avrebbero tardato a riportarsi alla pari dei concorrenti, ed è proprio di ieri la notizia relativa all'acquisizione di SanDisk da parte di Western Digital per 19 mld di dollari. Come Toshiba, ora WD potrà proporre una linea di prodotti davvero completa, in grado di coprire le richieste di tutto il mercato Enterprise: dagli HDD, agli SSHD fino agli SSD PCI-E, senza dimenticare (prodotti che mancano nel listino di OCZ e Toshiba) i NAS.

Con questa acquisizione, quindi, Western Digital da chiudifila si ritrova improvvisamente testa di serie, almeno dal punto di vista della quantità dell'offerta. Per quanto riguarda la qualità è ancora presto per fare qualsiasi affermazione, in quanto le rivali hanno diversi anni di vantaggio alle spalle, oltre ad una filiera produttiva e distributiva ben rodata. Pensiamo, ad esempio, agli ottimi SSD di classe Enterprise di Intel, da poco entrati nel mirino di OCZ e SK Hynix.

La stessa Intel che in questi giorni, per mantenere tale vantaggio in un settore tanto remunerativo (forse irritata per i ritardi produttivi di Micron), non ha esistato a strappare un contratto di collaborazione con il governo cinese, per un investimento pari a 5,5 mld di dollari (4 messi sul piatto direttamente dal governo cinese). Contratto che è stato siglato senza farne partecipe Micron Technology, storico partner di Intel nel settore delle NAND Flash, e principale innovatore del duo (Intel deve ringraziare Micron ed i suoi brevetti se è cresciuta tanto e tanto in fretta nel mercato delle NAND Flash. Non per nulla nel mercato finanziario Micron è chiamata affettuosamente anche "Intel's bitch"). Intel, tramite questa mossa, sembra voglia smarcarsi dalla Joint Venture con Micron al fine di portare a sé sola i guadagni, ed è proprio per questo che il titolo Micron, negli ultimi due giorni, è crollato clamorosamente (-15% circa). Un colpo veramente basso da parte di Intel, in un momento in cui il governo statunitense ha rifiutato l'offerta cinese di Tsinghua per Micron (due pesi e due misure, una per Intel ed una per Micron?), ed in cui Western Digital ha scelto SanDisk invece di Micron per avere le proprie FAB. Attualmente, dopo questo rimescolamento delle carte, l'unica casa che potrebbe essere ancora interessata a Micron è Seagate, l'unica che attualmente è rimasta fuori dai grandi giochi. Staremo a vedere.