L'arrivo del Pentium G3258 è stato visto da alcuni come il ritorno del figliol prodigo “Mendocino”, la rinascita di un mito mai dimenticato. Se dal punto di vista economico probabilmente lo è, visto il costo di commercializzazione simile delle due CPU (il Celeron “Mendocino” da 300MHz costava appena 63$ nel 1999, mentre un coevo Pentium II 400 MHz oltre 400$), dal punto di vista delle prestazioni offerte in relazione agli altri processori in listino non è altrettanto vero. Il “Medocino” era un mono-core, in un mondo composto da software prevalentemente mono-thread. Anche i fratelli maggiori Pentium II erano sempre dei mono-core, nonostante il prezzo di listino. Si sarebbero dovuti aspettare gli Athlon X2 ed i Pentium D per smuovere le software house nel creare dei software commerciali multi-thread.
Il Pentium G3258, un dual core, gioca quindi decisamente più svantaggiato rispetto al nonnetto “Mendocino”, in quanto si ritrova a scontrarsi con CPU in grado di gestire fino ad otto thread (4C/8T), come il Core i7-4790K, e con software ormai capaci di sfruttare ben più di un paio di thread.
Il G3258 va comunque a coprire una fascia di mercato che fino ad ora Intel ha lasciato scoperta dal pensionamento delle CPU Core 2 Duo, e cioè quella dei processori economi overclockabili (esempi famosi sono gli E21xx, core Allendale). Il pretesto per tornare in questa nicchia di mercato, lasciata forse per troppi anni in mano alla sola AMD, è stato il ventennale del brand “Pentium”, marchio che ha segnato un'epoca: si è abbandonata la denominazione puramente numerica per le CPU, in quanto non registrabile come marchio.
Parlando più nello specifico della CPU oggetto della recensione, Intel non ha fatto altro che prendere un Pentium G3250, sbloccandone il moltiplicatore. Si tratta di una CPU Dual Core, basata su architettura “Haswell Refresh”, caratterizzata da una frequenza di funzionamento non eccessivamente elevata, pari ad appena 3,2 GHz. Questa scelta permette sia consumi contenuti a default (il TDP è di appena 53W) sia di divertirsi in overclock, garantendo ampi margini di manovra, anche con dissipazione completamente ad aria. Inoltre viene mantenuta, e quindi non disabilitata, la iGPU, così da permetterne l'utilizzo anche in sistemi HTPC dalle basse pretese video.
In overclock siamo stati in grado di raggiungere i 4,6 GHz con una tensione di funzionamento pari a 1.475v. Non si tratta quindi un esemplare particolarmente fortunato, anche considerando che per reggere i 4,7 GHz sarebbero necessari altri 0,050v, come è possibile osservare dal secondo screen allegato di CPUZ. Per i benchmark abbiamo quindi optato per la configurazione overclockata a 4,6 GHz, la più equilibrata dal punto di vista del rapporto prestazioni/consumi.