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La comparsa delle console Next-Gen di Microsoft e Sony, rispettivamente XboX One e Playstation 4, caratterizzate dalla presenza di APU dotate di 8 core x86, ha acceso la speranza nei videogiocatori di vedere finalmente sfruttata la potenza Multi-Thread delle CPU che attualmente popolano la maggior parte dei PC. Osservando le statistiche di Steam, infatti, si può notare come ormai quasi la metà circa dei PC sia dotata di CPU con 4 o più core.

Nasce così l'esigenza, per i videogiocatori meno danarosi, di dotarsi di CPU economiche ed allo stesso tempo capaci di gestire più thread, giocando d'anticipo nel caso qualche gioco di grido possa sfruttare questa caratteristica in futuro. Abbiamo già visto nell'articolo “Bottleneck nei videogame: quando giunge l'ora di cambiare la CPU” come CPU dotate di 4 core siano da preferire a CPU dual o mono core, ma in quell'articolo abbiamo confrontato una CPU recente a diverse CPU piuttosto vecchiotte, per non dire antiquante, nel caso dei Pentium 4/D. L'obiettivo dell'articolo, infatti, era quello di dimostrare che se si è possessori di PC relativamente vecchi forse è il caso di aggiornare la propria configurazione, il tutto a costi molto vantaggiosi e guadagnandoci parecchio in campo prestazionale.

Con la commercializzazione da parte di Intel del Pentium G3258 quanto dimostrato un anno e mezzo fa potrebbe però non essere più vero, almeno in certi ambiti. Essendo basato su architettura Haswell Refresh, le prestazioni per core del Pentium G3258 sono sicuramente superiori a quelle garantite sia dal E7200 (Wolfdale) sia dall'Athlon X4 750K (Trinity). Può, quindi, il Pentium G3258 reggere il passo dell'altrettanto recente Athlon X4 860K, basato su architettura Steamroller e dotato di due Moduli (4 core)? L'elevato IPC di Haswell riuscirà a sopperire al dimezzamento dei core rispetto al concorrente? D'altra parte, la condivisione della FPU per Modulo in Kaveri non potrebbe risultare eccessivamente castrante in certi ambiti, soprattutto videoludici?


L'Athlon X4 860K è una versione castrata delle recentemente presentate APU “Kaveri”, basate su core x86 “Steamroller”. Steamroller è un'evoluzione di Piledriver (utilizzato nei processori FX su Socket AM3+), ed AMD ha cercato di migliorare, per quanto possibile, alcuni aspetti del design CMT (Clustered Multi-thread) utilizzato nell'architettura “Bulldozer”: ha migliorato lo scheduler, così da favorire l'esecuzione di codice multi-thread, ha migliorato l'unità di branch prediction, così da mitigare la presenza di una sola FPU per modulo, ed infine ha velocizzato la cache a tutti i livelli, vero tallone d'Aachille di Bulldozer fin dalla presentazione. In ultimo, per migliorare l'efficienza energetica, AMD è passata dal nodo produttivo 32nm SOI a quello 28nm BULK, sacrificando però così il raggiungimento di frequenze più elevate. Questi sono gli aggiornamenti principali.

Come abbiamo avuto già modo di scrivere sul sito, AMD ha deciso di fermare lo sviluppo di soluzioni AM3+ basate sui core successivi a Piledriver, lasciando Steamroller e Carrizo alle sole APU. Carrizo, addirittura, secondo nostri fonti, non dovrebbe neppure vedere la luce su Socket FM2+. Per questo motivo Kaveri dovrà traghettare le soluzioni FM2+ fino al 2016, anno della presentazione/commercializzazione della prossima architettura x86, “Zen”.

Un obiettivo ambizioso, soprattutto se consideriamo la base di partenza, cioè “Bulldozer”, e l'avversario attuale, “Haswell”. Per questa ragione AMD ha deciso di controbattere alle soluzioni Intel di pari fascia commercializzando CPU/APU se non con il doppio, almeno col 50% in più di Core. L'Athlon X4 860K, dotato di due moduli (quattro core), si va infatti a scontrare con il Pentium G3258 di Intel, un dual core puro (2C/2T), in quanto privo della tecnologia “Hyper-Threading” presente nei processori i3 e superiori.

Punto di forza dell'Athlon X4 860K, oltre ai core x86 rinnovati, è il moltiplicatore sbloccato, caratteristica utile soprattutto per i videogiocatori, i quali possono sfruttare le buone propensioni all'overclock della CPU. Noi siamo riusciti a portare la CPU di AMD a 4,6 GHz con un vCore di 1.425v. Un risultato tutto sommato accettabile, considerando la minore propensione all'overvolt del processo produttivo BULK rispetto a quello SOI utilizzato fino alle APU “Richland”. Abbiamo tentato di raggiungere i 4,8 GHz, come si è fatto con l'Athlon X4 750K, ma sfortunatamente avremmo dovuto superare gli 1,5 volt di tensione. Decisamente troppo, soprattutto dal punto di vista del consumo energetico.


L'arrivo del Pentium G3258 è stato visto da alcuni come il ritorno del figliol prodigo “Mendocino”, la rinascita di un mito mai dimenticato. Se dal punto di vista economico probabilmente lo è, visto il costo di commercializzazione simile delle due CPU (il Celeron “Mendocino” da 300MHz costava appena 63$ nel 1999, mentre un coevo Pentium II 400 MHz oltre 400$), dal punto di vista delle prestazioni offerte in relazione agli altri processori in listino non è altrettanto vero. Il “Medocino” era un mono-core, in un mondo composto da software prevalentemente mono-thread. Anche i fratelli maggiori Pentium II erano sempre dei mono-core, nonostante il prezzo di listino. Si sarebbero dovuti aspettare gli Athlon X2 ed i Pentium D per smuovere le software house nel creare dei software commerciali multi-thread.

Il Pentium G3258, un dual core, gioca quindi decisamente più svantaggiato rispetto al nonnetto “Mendocino”, in quanto si ritrova a scontrarsi con CPU in grado di gestire fino ad otto thread (4C/8T), come il Core i7-4790K, e con software ormai capaci di sfruttare ben più di un paio di thread.

Il G3258 va comunque a coprire una fascia di mercato che fino ad ora Intel ha lasciato scoperta dal pensionamento delle CPU Core 2 Duo, e cioè quella dei processori economi overclockabili (esempi famosi sono gli E21xx, core Allendale). Il pretesto per tornare in questa nicchia di mercato, lasciata forse per troppi anni in mano alla sola AMD, è stato il ventennale del brand “Pentium”, marchio che ha segnato un'epoca: si è abbandonata la denominazione puramente numerica per le CPU, in quanto non registrabile come marchio.

Parlando più nello specifico della CPU oggetto della recensione, Intel non ha fatto altro che prendere un Pentium G3250, sbloccandone il moltiplicatore. Si tratta di una CPU Dual Core, basata su architettura “Haswell Refresh”, caratterizzata da una frequenza di funzionamento non eccessivamente elevata, pari ad appena 3,2 GHz. Questa scelta permette sia consumi contenuti a default (il TDP è di appena 53W) sia di divertirsi in overclock, garantendo ampi margini di manovra, anche con dissipazione completamente ad aria. Inoltre viene mantenuta, e quindi non disabilitata, la iGPU, così da permetterne l'utilizzo anche in sistemi HTPC dalle basse pretese video.

In overclock siamo stati in grado di raggiungere i 4,6 GHz con una tensione di funzionamento pari a 1.475v. Non si tratta quindi un esemplare particolarmente fortunato, anche considerando che per reggere i 4,7 GHz sarebbero necessari altri 0,050v, come è possibile osservare dal secondo screen allegato di CPUZ. Per i benchmark abbiamo quindi optato per la configurazione overclockata a 4,6 GHz, la più equilibrata dal punto di vista del rapporto prestazioni/consumi.

 

 


Piattaforma Socket FM2+ Socket 1150
CPU

Athlon X2 340X
Athlon X4 860K

Celeron G1820
Pentium G3258

Dissipatore CoolerMaster Hyper212+
Scheda Madre AsRock FM2A88X Extreme4+ (Bios 2.30) AsRock Z87 Extreme4/TB4 (Bios 1.50)
RAM

2x4GB DDR3-2133 G.Skill F3-2133C9D-8GAB
@1333 MHz (9-9-9-24-1T)

Hard Disk SSD OCZ ARC 100 240GB
GPU Gigabyte Radeon R9 270X WindForce OC 2GB
Alimentatore Chieftech Navitas GPM-850C 850W 80+ Gold
Sistema Operativo Windows 7 Professional SP1
Driver Catalyst 14.9 WHQL

INF Intel 10.0.13
Catalyst 14.9 WHQL

 

Per il comparto video abbiamo scelto di utilizzare una GPU di fascia media, in quanto si suppone essere la tipologia di scheda migliore da abbinare alle CPU in oggetto. Difficilmente, a meno di casi di pazzia acclarata, vedremo una Radeon R9 290 o una GeForce GTX780 far da compagna di giochi all'Athlon X4 860K o al Pentium G3258. Allo stesso modo, abbiamo scelto di utilizzare le ram alla frequenza di 1333 Mhz, così da rendere lo scontro il più equo possibile con l'Athlon X2 340X e il Celeron G1820.

 

Qui di seguito le CPU utilizzate per il test. 

CPU Athlon X2 340X Athlon X4 860K Celeron G1820 Pentium G3258
Socket FM2/FM2+ FM2+ 1150 1150
Numero Core/Thread 2C(1M)/2T 4C(2M)/4T 2C/2T 2C/2T
Architettura Core Piledriver Steamroller Haswell Haswell Refresh
Frequenza/Turbo 3,2/3,6 GHz 3,7/4,0 GHz  2,7 GHz 3,2 GHz
Cache L2 1 MB 4 MB 512 KB 512 KB
Cache L3 - - 2 MB 3 MB
IMC DDR3 Dual Channel DDR3 Dual Channe DDR3 Dual Channel DDR3 Dual Channel
iGPU - - Intel HD Graphics Intel HD Graphics
Frequenza/Turbo - - 350/1050 MHz 350/1100 MHz
Processo Produttivo 32nm SOI 28nm BULK 22nm 3D-Gate 22nm 3D-Gate
TDP 65W 95W 53W 53W
Istruzioni e tecnologie

MMX
SSE
SSE2
SSE3
SSSE3
SSE4, SSE4.1, SSE4.2
SSE4a
AES
AVX
BMI1
F16C
FMA3
FMA4
TBM
XOP
AMD64
EVP
Turbo Core 3.0 technology
VT

MMX
SSE
SSE2
SSE3
SSSE3
SSE4, SSE4.1, SSE4.2
SSE4a
AES
AVX
BMI1
F16C
FMA3
FMA4
TBM
XOP
AMD64
EVP
Turbo Core 3.0 technology
VT

MMX
SSE
SSE2
SSE3
SSSE3
SSE4, SSE4.1, SSE4.2
EM64T
NX
VT-x
Enhanced SpeedStep Technology

MMX
SSE
SSE2
SSE3
SSSE3
SSE4, SSE4.1, SSE4.2
EM64T
NX
VT-x
Enhanced SpeedStep Technology

 

 

Per eseguire i test sulle CPU abbiamo rispettato le seguenti regole:

  • Sulla scheda sono stati installati solo i componenti necessari: CPU, memoria, scheda video e hard disk.
  • L'hard disk è stato formattato, sono stati poi installati il sistema operativo, i drivers per le periferiche e, quando necessario, sono state installate patch  e aggiornamenti.
  • Ogni test è stato ripetuto per tre volte e, se i risultati di qualche test si mostrano troppo lontani dalla media (elevata varianza), il test stesso è stato di nuovo ripetuto, scartando il risultato non corretto.
  • Alla fine di ogni sessione di prova l'hard disk è stato formattato.
  • Per effettuare i Benchmark in Windows è stata selezionata la seguente modalità di Risparmio energetico: "Massime prestazioni".
  • I processori, a frequenza Default, hanno attive tutte le opzioni di risparmio energetico disponibili.
  • I processori, a frequenza Overclockata, hanno disattivate tutte le opzioni di risparmio energetico disponibili.
  • Per il test di consumo a riposo, in Windows è stata selezionata la seguente modalità di Risparmio energetico: "Risparmio energia".

Uno dei più gravi difetti, se non il più grave, della prima materializzazione dell'architettura Bulldozer è stato sicuramente l'implementazione della Cache e dell'IMC DDR3. Lo abbiamo visto nella recensione delle prime CPU FX, lo abbiamo visto nella recensione dell'A4-4000: la Cache delle CPU/APU di AMD risulta decisamente inferiore, come banda passante e latenze, rispetto a quella implementata nelle CPU Intel. Con Kaveri AMD compie un netto balzo in avanti, da questo punto di vista, giungendo finalmente ad ottimi risultati: questi miglioramenti andranno a sopperire, almeno in parte, alla FPU condivisa.

Quello che rimane ancora da migliorare è il Memory Controller integrato delle DDR3, in quanto non riesce a garantire la medesima banda passante di quello Intel, ma non crediamo che AMD ci rimetterà mai le mani sopra. Il futuro è di “Zen”, e per allora avremo CPU ed APU con il solo IMC DDR4 integrato.

Qui di seguito i benchmark di AIDA64 su Cache e IMC, in questo ordine: Athlon X2 340X, Athlon X4 860K, Celeron G1820 e Pentium G3258.

 

 

 


I software di compressione fanno largo uso di calcoli con numeri interi, e quindi utilizzano le unità Integer delle CPU. Poiché l'architettura Bulldozer, di cui Kaveri fa parte, offre due unità Integer per modulo (quindi un'unità per core), l'Athlon X 860K risulta effettivamente un quad core in questo ambito. I risultati che possiamo osservare ne sono la prova. L'Athlon X4 860K distacca nettamente le soluzioni Intel, ed anche l'Athlon X2 340X non sfigura, nonostante la limita quantità di cache a bordo. Il Pentium G3258 recupera notevolmente terreno in overclock, dimostrando una progressione quasi lineare in 7Zip.

 

 


I due benchmark che utilizzano i logaritmi di criptazione SHA-1 e AES-256 sfruttano anch'essi le unità Integer della CPU. La presenza dell'estensione AES anche nelle CPU AMD più economiche riesce a garantire un margine di vantaggio notevole rispetto alle soluzioni Intel, almeno relativamente al benchmark AES-256. L'Athlon X4 860K non è poi molto distante dalla Radeon R9 270X utilizzata per i test, mentre l'Athlon X2 340X svernicia il Pentium G3258 anche se pesantemente overclockato. Le istruzioni AES sono disabilitate via hardware nel Pentium G3258 e nel Celeron G1820, in quanto Intel le abilita solo dalle CPU i3 in su. Nel test SHA-1 la cache, limitata e lenta, azzoppa pesantemente l'Athlon X2 340X.

 


Nei vari Cinebench vengono sfruttate sia le unità Integer sia, soprattutto, le FPU, ed infatti si può notare come il Pentium G3258 sia quasi alla pari dell'Athlon X4 860K. Le quattro unità Integer di Kaveri vengono frenate nettamente dalle due sole FPU presenti. È incredibile notare come il comportamento delle CPU di AMD cambi dal giorno alla notte in moltissimi benchmark, al contrario di quanto accade per le CPU di Intel, sempre lineari nella resa.  E questo lo si noterà ancora di più nel proseguo della recensione.

 

 


Le suite 3D Mark sono la base da anni per qualsiasi comparativa, sebbene molti vedano in questo il male assoluto in quanto si pensa, spesso a ragione, che le case possano barare con driver particolari e/o ottimizzazioni nascoste. Questo vale soprattutto per le GPU, ma per le CPU il discorso è diverso, in quanto queste ultime non necessitano di driver particolari. Al massimo potrebbe essere Futuremark ad inserire alcuni trick che possono avvantaggiare una casa o l'altra, ma di questo dubitiamo: Futuremark è diventata quella che è, cioè il leader in questo particolare mercato, per l'estrema serietà che dimostra. Sarebbe una mossa suicida rischiare di distruggere quanto creato fino ad ora, giusto per far contento qualcuno che potrebbe fallire senza problemi anche domani. Il mercato dei benchmark rimarrebbe florido comunque, con o senza AMD ed Intel (il successo dei benchmark nel mercato Mobile, d'altra parte, lo conferma).

Dopo questo preambolo, veniamo ad analizzare i risultati. I 3DMark03 e 3DMark05 sono benchmark prevalentemente dual thread, e questo lo si può notare distintamente, in quanto viene premiata la maggiore efficienza, soprattutto nei calcoli in virgola mobile, delle CPU Intel. Il Celeron G1820 se la gioca senza problemi con l'Athlon X4 860K, anche pesantemente overclockato, mentre l'X2 340X arranca faticosamente nelle retrovie.

Discorso diverso per il 3D Mark 11, in cui è stata implementata la componente Multi-Threading. Grazie a questa l'Athlon X4 860K può gareggiare ad armi pari con il Pentium G3258 il quale, sebbene dotato di metà dei core, si rivela un osso particolarmente duro. Appare evidente, alla fine, come in questo caso l'unità FPU condivisa si riveli eccessivamente penalizzante in Kaveri, anche se nei calcoli relativi alla fisica il maggior numero di core dell'Athlon X2 860K gioca un ruolo fondamentale. La cache ridicola, ancora una volta, mortifica il povero Athlon X2 340X.

 

 

 

 


Company of Heroes è effettivamente un gioco ormai datato, ma è stato anche uno dei primi giochi a sfruttare degnamente i processori dual core. Tenendo bene a mente questo fattore, e cioè che ci fermiamo allo sfruttamento di due thread, possiamo osservare come l'efficienza dell'Athlon X4 860K sia ben lontana da quella del Pentium G3258 quando non si fa uso di tre o più thread. Anche il Celeron G1820 mostra una potenza insperata!

 

 

 


Company of Heores 2, sempre sviluppato da Relic, teoricamente dovrebbe essere un videogame un po' più avanzato rispetto al primo capitolo, e quindi in grado di sfruttare realmente processori dotati di più di due core. Sfortunatamente per AMD non è così. Guardando ai risultati ottenuti, ed al divario un poco più ridotto con le CPU Intel, COH2 forse sembra riuscire a sfruttare due core e mezzo ... a malapena.

 

 

 

 


Come abbiamo avuto modo di osservare nel già citato articolo “Bottleneck nei videogame: quando giunge l'ora di cambiare la CPU”, Stalker: Call of Pripyat sfrutta effettivamente almeno quattro core. L'Athlon X4 750K con tutti i moduli attivi riesce a garantire circa il 18% di fps minimi in più rispetto alla stessa CPU con un solo modulo attivato. Cosa accade, però, se la CPU dual core in esame ha un'efficienza decisamente maggiore rispetto al vecchio Core 2 Duo E7200? Potete osservarlo con i vostri occhi. Il Pentium G3258 straccia, letteralmente, l'Athlon X4 860K, almeno per gli fps di picco. Il maggiore numero di core dell'Athlon, in parte, riesce a mitigare la minore efficienza di Kaveri rispetto ad Haswell, ma la forza bruta inferiore si fa notare soprattutto quando le impostazioni sono settate al massimo e la GPU comincia ad essere CPU limited: anche il Celeron G1820 si dimostra mediamente più veloce dell'Athlon X4 860K!

 

 

 

 

 

 


Street Fighter IV, sebbene possa risultare strano, è il videogioco con la maggiore propensione al multi-threading tra tutti i titoli provati. L'Athlon X4 860K non sfigura minimamente di fronte al Pentium G3258 e si riesce a levare anche qualche soddisfazione. Anche il seguito Super Street Fighter IV riesce a far brillare le CPU a moduli di AMD, seppure in maniera meno marcata. Il benchmark di Stalker, comunque, sembra solo un vago ricordo.  Il problema, per AMD, è che purtroppo sono ancora pochi i titoli in grado di sfruttare pienamente 3 o più core.

 

 


Sebbene Unreal Engine 3 sia un motore abbastanza avanti con l'età, e sebbene l'engine MT Framework di Resident Evil 6 sia decisamente poco conosciuto, si tratta comunque di motori grafici che riescono a sfruttare le CPU multi-core molto meglio di tanti engine o più recenti o più conosciuti. I risultati, soprattutto quelli di RE6, mettono ben in evidenza come l'Athlon X4 860K non sia una CPU malvagia se ben sfruttata. L'aumento di frequenza del Pentium G3258 si rivela infatti inutile, in quanto i due thread del MT Framework sono già saturi a frequenza default.

 


Batman - Arkham City sfrutta sempre l'Unreal Engine 3, e mostra dei risultati decisamente interessanti. Appare evidente come i ragazzi dei Rocksteady Studios abbiamo spinto maggiormente sullo sfruttamento di meno core, ma più veloci. V'è da constatare, inoltre, come questo gioco sfrutti notevolmente cache di dimensioni maggiori: la disparità tra il Celeron G1820 e il Pentium G3258 non potrebbe essere spiegata altrimenti.

 


Metro 2033 mette in evidenza come i quattro core dell'Athlon X4 860K riescano a garantire un miglior numero minimo di fotogrammi al secondo, grazie ad una fase di caricamento più veloce rispetto ai dual core della comparativa, ma una volta caricato completamente il livello la migliore efficienza dei core Haswell del Pentium G3258 fa letteralmente volare la Radeon R9 270X, là dove i core Steamroller non possono portarla. 

 


L'Athlon X4 860K con Tomb Raider si dimostra un degno avversario del Pentium G3258, arrivando ad insidiarlo in più di un'occasione, ma questo risultato sembra più dovuto alla scheda video che alla potenza delle CPU presenti nella comparativa. L'Athlon X2 340X, per l'ennesima volta, rimane ancora il fanalino di coda, dimostrando come la decurtazione della Cache L2 nell'architettura a Moduli di AMD sia devastante. 

 

 


Come consuetudine, anche passando dai 32nm SOI ai 28nm BULK, l'architettura Bulldozer, nell'evoluzione Kaveri, risulta decisamente più esosa della concorrenza, in questo caso rappresentata da un Celeron e da un Pentium. Se in situazione di riposo tutte le CPU consumano pressapoco lo stesso ammontare di energia (ed anzi le CPU di AMD sono anche più efficienti di quelle rivali), quando si è a pieno carico le CPU della casa di Sunnyvale distanziano nettamente le CPU Intel in questa triste gara.

In ultimo, la cosa singolare di questi risultati, ed assolutamente da sottolineare, è l'ottimo lavoro di affinamento delle tensioni svolto da Intel con le CPU “Haswell Refresh”. Il Pentium G3258 (Haswell Refresh), nonostante operi ad una frequenza maggiore del Celeron G1820 (Haswell) ed integri il 50% di cache L3 in più, riesce a consumare meno sia a riposo sia a pieno carico.

  

 

 


L'Athlon X4 860K e il Pentium G3258 costano pressapoco la stessa cifra, a seconda del negozio di riferimento, come è mostrato nella tabella poco più in basso, eppure si tratta di processori diametralmente opposti. La CPU di AMD cerca di compensare il basso IPC, a causa soprattutto della FPU condivisa, attraverso un maggior numero di core ed una buona frequenza di default, mentre la CPU di Intel, forte di un'ottima efficienza ma dotata di soli due core, si bulla della propria propensione all'overclock, mantenendo una frequenza di base molto tranquilla.

 

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Tenendo conto di queste caratteristiche abbiamo potuto osservare come ogni CPU abbia dei campi in cui eccelle molto particolari. Con software che fanno largo uso di calcoli con numeri interi (WinRar e WinZip) o che si avvantaggiano particolarmente del poter spalmare su più thread il lavoro (Cinema 4D), l'Athlon X4 860K si dimostra un'ottima CPU alla fin fine. Con software che invece sono limitatamente multi-threaded o che fanno largo uso della FPU (la stragrande maggioranza dei videogiochi), il Pentium G3258 risulta essere un piccolo mostro.

Per tale ragione va valutato l'acquisto dell'una o dell'altra CPU a seconda dell'ambito di utilizzo cui è destinata, e questo vale soprattutto se si vuole realizzare un PC Mini-ITX. In questo caso, a causa dell'elevato consumo, l'Athlon X4 860K sarebbe effettivamente da evitare, in quanto in full load potrebbe diventare difficile da gestire negli spazi ristretti di un case di ridotte dimensioni. Il Pentium G3258, invece, risulta perfetto per la realizzazione di un PC da gaming entry level di tale tipologia, a patto di comprendere che, in un futuro prossimo, i due soli core/thread potrebbero diventare piuttosto limitanti. Come abbiamo avuto modo di osservare, molti giochi sfruttano senza problemi tre o quattro core, ed appunto per questo l'Athlon X4 860K ha mantenuto comunque prestazioni dignitose in quasi tutti i frangenti. Se si vuole acquistare una CPU longeva, ed al contempo estremamente efficiente, un Intel della serie i5, anche il modello entry level di tale linea, risulta attualmente la soluzione migliore.

Perché dico questo? Perché tra il Pentium G3258 e l'Athlon X4 860K il vero vincitore, a nostro parere, è risultato essere il Celeron G1820. Questa CPU, dal costo di appena 35 euro (in media), riesce a reggere il passo del Pentium G3258, il quale costa circa il doppio! Non solo, ma in molti videogiochi riesce a primeggiare sull'Athlon X4 860K! Allo stesso modo, la CPU perdente risulta essere l'Athlon X2 340X, letteralmente uccisa da una cache ai limiti della decenza (ed i risultati dei benchmark sono lì a dimostrarlo).

In conclusione, se l'Athlon X4 860K non ci ha impressionati per nulla, neppure il Pentium G3258 ci ha entusiasmati eccessivamente. Anche spinto a 4,6 GHz, il piccolo corridore di Intel mostra tutti i propri limiti, soprattutto guardando al futuro. Se si vuole un'ottima CPU dual core a prezzo di saldo, il Celeron G1820 risulta essere il candidato ideale. E pensare che eravamo partiti recensendo altre due CPU ...