Questo CES, sebbene non l'abbia visitato di persona, mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Più di altre volte, leggendo i commenti dei giornalisti che vi sono stati, mi è sembrato di leggere le cronache dei clienti di un Trony o di un MediaWorld.
I prodotti di cui si è più parlato sono stati i tipici terminali di consumo attualmente in voga, Tablet e Smartphone, e probabilmente non c'è nulla di sbagliato in questo, essendo una legge di mercato vecchia quanto l'uomo: si devono pubblicizzare i prodotti che generano utili. Il problema si pone quando anche le case da sempre vicine al mercato PC, come Intel, AMD e nVidia, parlano quasi solamente di prodotti da ipermercato. Come nelle grandi catene di elettronica di consumo la componentistica hardware è quasi del tutto assente e carissima, allo stesso modo al CES è stata praticamente assente e di scarso interesse. Le presentazioni, da parte di Asus, della Ares II e della Sabertooth 990FX Gen3/Rev2.0 non sono assolutamente sufficienti.
L'unica cosa che mette tutti d'accordo, anche se è il CES
Certo, il nome (Consumer Electronics Show) dovrebbe fare in modo che non vi si ripongano troppe speranze, se si fa parte della schiera degli appassionati di hardware PC, ma almeno si potrebbe tentare di riportare il CES ai vecchi fasti. Non era un palcoscenico da buttare, fino a qualche anno fa. Bill Gates annuncia l'abbandono della carica di CEO di Microsoft (2008), vi è stata presentazione della tecnologia OLED (2008), delle DirectX 10 (2007) e della prima XboX (2001).
Da un paio di anni a questa parte è diventata solamente la vetrina privilegiata per la presentazione di Smartphone, Tablet e TV. Certo, non è cosa da poco, soprattutto considerati i trend di vendita attuali, eppure questo dovrebbe far paura: i soli prodotti generalisti ora riescono a tenere in piedi una fiera di 4 giorni di tali dimensioni. Cosa ci dovremo aspettare dal CeBit e dal Computex a questo punto?