I benchmark utilizzati per questa comparativa sono stati scelti perché in ambito SOHO può capitare di dover convertire un MP3, di navigare con più finestre aperte o di scompattare un archivio. Si tratta quindi di test verosimili.
GTKperf è un benchmark molto semplice, spesso sottovalutato, che però si occupa di testare una caratteristica essenziale di un sistema PC classico: quanto il sistema sia reattivo durante l'utilizzo tradizionale. Velocità di apertura e chiusura delle finestre, passaggio da un programma ad un altro, navigazione tra i menù e via di questo passo. Un sistema reattivo e veloce rende l'esperienza d'uso molto più piacevole e meno frustrante all'utente. Come è possibile osservare dal grafico il Raspberry Pi è decisamente lento in tale contesto e, parlando per esperienza personale, quando si hanno aperti due o più programmi (ad esempio il browser e l'editor di testo) la situazione diviene abbastanza deprimente. L'APU C-60, grazie anche al secondo core, è su tutt'altro pianeta, e stiamo parlando di una soluzione x86 di fascia bassissima.
Altro benchmark di indubbia utilità è quello relativo a 7Zip. Come si può osservare, l'APU C-60 distrugge completamente il piccolo SoC del Raspberry Pi, riportando risultati di tutt'altro livello.
Risultati simili, ma meno eclatanti, arrivano dal tool di conversione Lame MP3. Il vantaggio dell'APU C-60 rimane comunque consistente.
Per concludere, un benchmark facente parte della suite Sysbench. Un test di pura forza bruta, e single thread. La APU C-60 risulta circa cinque volte più veloce rispetto al Raspberry Pi @1Ghz in un 1 vs 1.
Veniamo al rapporto di potenza tra il Raspberry Pi e la piccola APU di casa AMD. Come è possibile osservare dai grafici, il C-60 è circa sei volte più prestante del Raspberry Pi a frequenza default, e circa quattro volte più prestante del Raspberry Pi quando clockato a 1 GHz. Se al momento questi numeri possono voler dire poco, nel prossimo paragrafo cercheremo di utilizzarli per un discorso di più ampio respiro.