Intel ha finalmente pubblicato i tanto attesi risultati fiscali relativi al quarto trimestre del 2012 e a tutto l'anno passato. Sebbene i numeri siano tutt'altro che confortanti, la situazione non è disperata come alcuni vogliono far credere.

 

 

Le vendite si sono mantenute, 53,3 mld di dollari nel 2012 contro i 54 mld del 2011, mentre sono cambiati altri valori. Le spese di R&D sono aumentate da 16,2 mld di dollari a 18,5 mld, il valore degli impianti (FAB soprattutto) è aumentato da 23,6 mld a 27,9 mld, segno che sono stati compiuti ingenti aggiornamenti, e non dimentichiamoci dei 4,1 mld di dollari che Intel ha investito in ASML per avere una posizione privilegiata nella fornitura di macchinari e tecnologie produttive.

 

Estratto dal documento ufficiale Intel

 

 

Nel 2012 Intel ha speso nell'ammodernamento degli impianti e in R&D ben 10 mld di dollari, e nel 2013 conta di spenderne circa 13. Una cifra astronomica, anche paragonata a quanto investono le fonderie come TSMC e Global Foundries. Daniel Berenbaum, della società di analisi MKM Partners, a tal proposito ha affermato: “It’s a gigantic number. It’s not like their fabs are full now”. Effettivamente sono numeri importanti se consideriamo che le FAB Intel attualmente operano circa al 60% della capacità produttiva. Rischiano di essere una grossa spesa difficilmente ammortizzabile agli occhi degli investitori.

Doug Freedman, analista presso la RBC Capital, ha commentato giustamente: “This is a company that is continuing to spend money to participate in the market. That may concern some investors”.  Intel ha bisogno di fondi per andare avanti su questa strada e per farlo deve saper attirare investitori. Uno dei più grandi, Warren Buffett, se ne è andato alcuni mesi fa, altri hanno seguito, e questo è uno dei motivi del tracollo del titolo Intel, passato in un anno da 25,6 dollari a 22,6 dollari, superando un minimo di 19,3 dollari il 21 novembre.

Una missione difficile, soprattutto se rapportata alle parole di Stacy Rasgon, analista presso la Sanford C. Bernstein: “People are starting to freak out about the capex. They are making the bet this year and hoping for a big revenue lift in 2014. If you think that PCs are not growing that much anymore, then what's going to drive it? The concern is that if I spend a lot of money and I build up my factories, I don't have enough demand to fill them, they have very high fixed costs, and it pulls your margins down”.  Un cane che si morde la coda, e che il prossimo CEO di Intel, dopo l'abbandono di Otellini, deve fermare.

Altri, come Raymond James di  J. P. Morgan, affermano che il 2013 potrebbe riservare delle sorprese, in quanto molti dovranno aggiornare il proprio PC. Il periodo inizio 2009 – prima metà 2010, grazie a Windows 7, vide un boom nelle vendite di PC, e adesso quei PC potrebbero dover venire aggiornati. Una tesi non del tutto campata per aria: effettivamente in quanti stanno aspettando Haswell per aggiornare le proprie piattaforme Socket 775/1156/1366?  Sempre Raymond James si lamenta che se da una parte il mercato PC potrebbe subire un rafforzamento, dall'altro Intel potrebbe essere costretta a vendere sottocosto i propri SoC nel settore mobile per guadagnare market share, limitando comunque gli utili. Un altro cane che si morde la coda?

Nel mentre Otellini commenta laconico questo quarto trimestre: “Our third-quarter results reflected a continuing tough economic environment. The world of computing is in the midst of a period of breakthrough innovation and creativity. As we look to the fourth quarter, we're pleased with the continued progress in Ultrabooks and phones and excited about the range of Intel-based tablets coming to market”.

Belle parole, ma che potrebbero rimanere lì dove sono, senza trovare un'applicazione pratica. Il già citato Doug Freedman, alla conclusione del recente CES, ha affermato: “If Intel wants to be viewed as a serious competitor in handsets, it needs to launch serious products”. Come dargli torto?
Non resta quindi che sperare, per il bene del mercato, della concorrenza e dei cani con la coda, che Intel trovi finalmente un prodotto convincente o un partner con cui dividere le spese. Non ci piacerebbe vedere la casa di Santa Clara piena di debiti.