Oggi vogliamo proporvi un'intervista particolare, non tanto perché tratta di argomenti astrusi, o perché l'intervistato è una persona fuori di testa. Si tratta di un'intervista particolare perché si parlerà di un'azienda che, sebbene commercializzi prodotti di qualità ineccepibile, in Italia è praticamente sconosciuta: Chieftec.
Come può un'azienda che vende prodotti di indubbio spessore ed eccellente qualità, essere ignorata dalla stragrande maggioranza degli appassionati di informatica? Come molti dirigenti ci hanno confermato al CeBIT tenutosi quest'anno, nei paesi occidentali, ed in Italia in particolare, il Marchio è decisamente più importante della qualità del prodotto. Tale situazione, nella maggior parte dei casi, impone alle aziende meno conosciute un'unica via d'uscita, al fine di non perdere troppo denaro inutilmente: abbandonare completamente (o quasi) quel mercato in cui si è particolarmente deboli. Le spese di Marketing per migliorare la propria immagine, infatti, si potrebbero rivelare eccessive in rapporto ai benefici conseguibili, e questo probabilmente è quello che hanno pensato diverse aziende molto conosciute in Italia ed in Europa durante gli anni '90, ora quasi completamente scomparse dal panorama informatico nostrano. Pensiamo a ECS, Tyan, Club3D e Shuttle, giusto per citare qualche nome.
Il case Dragon, best seller di Chieftec tra il 2003 e il 2005
E questo è anche il caso di Chieftec, azienda che (detto tra noi) ho amato fin dal 2003, anno in cui mi costruii il mio primo, vero PC da gioco: per l'occasione scelsi un imponente case in acciaio da 13 Kg (il mitico Dragon), indistruttibile e dalla qualità impeccabile, poi utilizzato per oltre 10 anni. Da allora mi sono continuamente chiesto perché questa casa non sia mai riuscita a sfondare tra l'utenza consumer (a parte un breve periodo di lustro attorno al 2004). Adesso, finalmente, posso scoprirlo intervistando Roger Oka, Head of Global Sales di Chieftec.
Roger, molto gentilmente, ha accettato di rispondere a tutte le domande che gli abbiamo posto, anche a quelle più scomode ed ironiche, e questo ci ha permesso di comprendere più approfonditamente la filosofia che sta dietro a questo marchio: la qualità prima di tutto. Allo stesso tempo, Roger ha confermato che difficilmente potremo vedere prodotti di taglio prettamente gaming con il marchio Chieftec sopra, e tale affermazione mi porta ad un'unica conclusione (sigh!): Chieftec, in Italia, probabilmente rimarrà un marchio conosciuto da pochi eletti.
Voi, invece, cosa ne pensate? Che curiosità o considerazioni ha suscitato in voi questa intervista?