Qualcomm, dopo aver subito il diktat del governo cinese sulla fornitura delle licenze relative alle proprie tecnologie wireless, ha deciso di giocare la partita in maniera più aggressiva, stringendo una forte alleanza con la fonderia Pure-Play più importante del gigante asiatico, SMIC.
Come riporta il New York Times, Qualcomm e SMIC collaboreranno attivamente per migliorare i propri core business sfruttando l'elevata domanda interna del mercato cinese. Qualcomm, producendo un maggior numero di prodotti presso SMIC (la quale già ora produce alcuni SoC), cercherà di migliorare la propria immagine e le vendite: “The logic is if they help S.M.I.C. manufacture Qualcomm chips in China, that improves their ability to sell those chips there”, ha affermato Willy C. Shih, Professore presso la Harvard Business School.
D'altra parte, SMIC potrà sfruttare questa partnership garantendosi un buon quantitativo di ordinativi, al fine di ripagarsi i recenti aggiornamenti per produrre a 40nm e 28nm, e per velocizzare il passaggio ad un nodo FinFET efficiente: “The first stated goal of the new company is to help S.M.I.C. produce, by 2020, the generation of chips that some rivals are already producing. S.M.I.C. is now two generations behind, so that timeline would effectively help the Chinese company catch up by one generation of technology on global leaders like Intel, according to analysts”.
Questo accordo, in ultimo, non va visto sicuramente come un'anomalia nel mercato attuale, se si osservano i movimenti di altre importanti aziende attive nel mercato IT: Intel ha stretto accordi con Spreadtrum ed ha aperto un grosso centro di ricerca in Cina, ed anche IBM ha venduto tecnologie d'avanguardia sempre al governo cinese. Il governo cinese, forte del proprio immenso mercato interno, sta cercando di “mungere” per quanto possibile le più avanzate aziende statunitensi, intente a perseguire non tanto piano strategici a lungo termine, quanto guadagni facili nel breve periodo, al fine di accontentare gli azionisti.