Brian Krzanich sta preparando una nuova Intel, al pari di quanto ha fatto Rory Read, l'anno passato, in AMD, sebbene gli obiettivi per le due case siano in gran parte differenti. Solo uno, in effetti, è quello in comune: rendere l'azienda più snella così che sia capace di rispondere al meglio alla domanda di mercato.

 

 

AMD ha deciso di puntare sul fiorente mercato dei chip Semi Custom, mentre Intel cosa intenderà fare? Sappiamo ormai tutti che il mercato dei PC Windows  (Desktop e Notebook) è da anni se non in recessione, almeno stagnante, e questo sta mettendo in allarme Intel, la quale deve sostenere spese di R&D (per i propri prodotti, così come per le proprie fonderie) sempre in aumento, sfruttando però un utile che non accenna a crescere. Lo comprende anche chi non ha fatto la facoltà di Economia e Commercio, quindi, che se le spese superano le entrate l'azienda non si può sostenere per molto. Anche per questo, per la prima volta nella storia del mercato dei Semiconduttori, TSMC nel 2015 supererà Intel nelle spese di aggiornamento delle FAB.

Questa situazione si è venuta a creare per l'incapacità dell'ex CEO Paul Otellini di prevedere le potenzialità del settore Mobile, bollandolo come un mercato adatto alla produzione di qualche SoC dai margini risibili. Il problema si è manifestato in tutta la sua consistenza quando ci si è resi conto che questo mercato consente la produzione e la vendita di miliardi di SoC (contro i circa 300 milioni di CPU all'anno del mercato PC consumer), e che se anche i margini utili per pezzo sono minimi, questi vanno moltiplicati miliardi di volte. I circa 3 anni di predominio lasciati ad ARM, in ultimo, hanno messo all'angolo Intel e l'ISA x86, relegando entrambe al ruolo di comparse: lo stesso errore commesso anche da Microsoft dal punto di vista del Software.

Per rimattere in carreggiata l'azienda, con l'abbandono di Otellini sono stati posti ai vertici due veterani cresciuti all'interno della stessa Intel (come è tradizione in quel di Santa Clara): Brian  Krzanich (Presidente e CEO) e Renée James (Presidente). Attraverso questa diarchia si pensava, con tutta probabilità, di poter dare ad Intel una maggiore capacità di saper rispondere alle sfide esterne, ma sembra che l'esperimento si sia concluso abbastanza alla svelta. Dopo due anni esatti, Renée James annuncia che abbandonerà Intel nel 2016, lasciando al solo Krzanich le redini aziendali.

Per capire questo ritiro, bisogna fare qualche passo indietro, e cioè al momento dell'annuncio da parte di Otellini di lasciare il proprio scranno di CEO. Quando Otellini annunciò pubblicamente il proprio abbandono, i maggiori azionisti spinsero per avere quale CEO una persona esperta del mondo Mobile, tanto che si cominciò a parlare, per la prima volta nella storia Intel, dell'arrivo al comando di un esterno, cioè di un dirigente non cresciuto in azienda. Tra i tanti pretendenti vinse  Krzanich, probabilmente il più aperto tra gli “Intellinisti” ad un cambiamento abbastanza netto dell'azienda (sebbene non ai livelli di Stacy Smith), e la sua impronta, in soli due anni, si è rivelata decisamente profonda, forse più di quanto preventivato: accordi molto stretti con diverse aziende cinesi, produzione esternalizzata di SoC, PP dedicati principalmente al mercato Mobile, e via di questo passo. Il tutto, però, ha portato a risultati altalenanti: “The changes come as the Silicon Valley giant has been hurt by sagging sales of PCs that use its microprocessors, while results from efforts to expand into new markets have been mixed. Intel hasn’t placed chips in many smartphones, for example, and its sales of chips for tablets required costly subsidies that triggered operating losses”. I prossimi smartphone Zen di Asus, giusto per rigirare il coltello nella piaga, dovrebbero abbandonare i SoC ATOM per tornare ad ARM.

Queste decisioni non in linea con la storia dell'azienda potrebbero non essere andate a genio a diversi altri dirigenti, come appunto Renée James, in Intel dal 1987, e cresciuta in azienda sotto la supervisione di Andy Grove, il quale affermò: “I tend to believe Mark Twain hit it on the head when he said, “Put all of your eggs in one basket and WATCH THAT BASKET!”. Intel in questo momento potrebbe avere le proprie uova (Prodotti) in un numero eccessivo di canestri (Mercati), e tale situazione starebbe portando alla defezione di alcuni grandi nomi: “James' departure isn't the only management change underway at Intel. Also on Thursday, the chipmaker announced that Arvind Sodhani, the president of Intel Capital, will retire after 35 years with the company. [...] Also leaving after a "transition period" are Hermann Eul and Mike Bell, who both previously led Intel's mobile communications group, the troubled division that made chips for smartphones”. Una situazione che si è già vista in AMD, con l'abbandono di Eric Demers, una delle bandiere della divisione GPU della casa di Sunnyvale, ritiratosi probabilmente per dei contrasti insababili con la dirigenza guidata, al tempo, da Rory Read.