Reuters pubblica un articolo, intitolato “Intel gains a new ally in China's chip wars – Beijing”, in cui si esplicita il sempre più stretto rapporto che intercorrerà tra il gigante mondiale dei semiconduttori, Intel, e la nazione con più ampie mire espansionistiche, la Cina. Un cocktail che potrebbe rivelarsi esplosivo!
Da un lato, infatti, abbiamo la casa di Santa Clara, la quale non si sta facendo remore a stringere numerose alleanze con aziende cinesi pur di battere la concorrenza nel mercato Mobile, composta sia da compagnie occidentali (Qualcomm, Freescale, Broadcom) sia da compagnie orientali (MediaTek, Allwinner, VIA). Le recenti alleanze con Rockchip e con Spreadtrum sono sintomo di una strategia del “o la va, o la spacca” di Intel, incapace con le sole proprie forze di poter competere con i produttori di SoC ARM utilizzando l'ISA x86. La vediamo così costretta a chiedere aiuto non solo a compagnie cinesi, esperte di tale mercato e dei suoi prodotti, ma allo stesso governo cinese: “An important part of Beijing's effort, analysts and industry insiders say, was consolidation of Spreadtrum and RDA, two companies formerly trading independently on Nasdaq. The two companies were acquired a year ago for $1.7 billion and $900 million respectively by Tsinghua Unigroup, government-affiliated private equity group controlled by Tsinghua University in Beijing. As part of its recent deal, which is expected to close early next year, Intel and Unigroup will form a new holding company that contains Spreadtrum and RDA. Beijing wants the Unigroup companies to become competitive with Taiwan's MediaTek within five years and overtake Qualcomm within 10 years, according to a person familiar with Unigroup”.
Intel, indirettamente, sta fornendo tecnologie avanzatissime allo stesso governo cinese, il quale potrà così riutilizzarle non solo in ambito civile, ma anche e soprattutto militare (Tsinghua Holdings svolge ricerca in quasi tutti gli ambiti, ed ha rapporti, ad esempio, con la francese Dassault Aviation). La leggenda che voglia la Cina dover impiegare decenni per raggiungere la qualità tecnica occidentale è ormai superata o, meglio, lo è da diversi anni grazie sia ai rapporti commerciali che si sono instaurati tra Cina e Giappone, Taiwan ed Europa (come è possibile leggere nell'estratto qui di seguito) sia alla fine della Guerra Fredda.
"Building an Information Technology Industry in China", di James Andrew Lewis, CSIS Press, Washington D.C., 2007, Pag. 13
Krzanich, CEO di Intel, conferma tutto questo, affermando che Intel e le aziende/università cinesi coinvolte collaboreranno nella R&D e nella produzione: “With China, what they want is for you to be a true partner. We go in and we partner, we build factories, we build R&D and we help local companies”. Xu Jinhong, CEO di Tsinghua Holdings, si è detto particolarmente contento dell'accordo: "Tsinghua University is an important driving force for the development of national science and technology, and Tsinghua Holdings is a key part of that effort".
Per tranquillizzare il proprio partner, il governo cinese ha affermato che le tecnologie di Intel saranno al sicuro, e che i brevetti della casa di Santa Clara non verranno utilizzati impunemente: “The deal should also give Intel enough protection of its intellectual property through licensing arrangements and other conditions, said Scott Kennedy, director of the Research Centre for Chinese Politics and Business at Indiana University”.
Solo il tempo ci dirà se Intel si è andata a ficcare nella bocca del leone o meno.