Le performances offerte dalla soluzione Sandy Bridge a basso consumo di casa Intel sono decenti, atte a supportare l'utente nell'utilizzo domestico o per operazioni di piccola produttività. In effetti, la velocità di clock di questo prodotto è piuttosto bassa (1,7 GHz), con la possibilità di salire sino a 2,8 GHz in modalità turbo singolo-core: scelte che si pagano caro in termini di numeri puri, ma che sono indispensabili per abbassare le temperature, specie quando il sistema di raffreddamento è ridotto al minimo come le dimensioni dello chassis.
Il testa multimedia ripropone il caso precedente: prestazioni decenti, ma non entusiasmanti, specie se paragonate a quelle della linea standard Dual Core Sandy Bridge (2430M nel nostro caso, che equipaggia l'HP Pavillion DV7 6180EL). Ancora una volta, la bassa frequenza di core fa da collo di bottiglia ad un sistema mediamente performante.
La banda massima a disposizione per le operazioni multi-core è buona: i 24,4 GB/s non sono da primato, ma sono sicuramente superiori ai valori ottenuti da Core i7 di precedente generazione (720QM e 740QM), mentre cadono dietro i modelli standard Sandy Bridge (2430M e superiori) di 7 e più GB/s).
Le latenze medie sono pari a 33ns, valori in linea per i processori Sandy Bridge Mobile (il range, in questo caso, oscilla tra 26 e 35 ns a seconda del modello di CPU impiegato).
A valori minori corrispondono migliori risultati
In Fritz Chess Benchmark si ottengono valori proporzionalmente simili a quelli delle proposte dual core mobile i5 Sandy Bridge: in questo caso la differenza con il 2430M che equipaggia HP pavilion DV7 6180EL dipende esclusivamente dalla velocità di clock, e non a differenze d'architettura.
Nell'analisi delle prestazioni del singolo core osserviamo che il prodotto in prova ha i numeri sufficienti per competere col resto della concorrenza dual core appartenente alla stessa famiglia, ma fallisce al confronto con prodotti meglio dotati in termini di frequenze di clock.
A valori minori corrispondono migliori risultati