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La casa statunitense, dopo essere stata acquisita da Toshiba, si sta scrollando finalmente di dosso la nomea di azienda produttrice di SSD poco affidabili e troppo costosi, a causa di una serie piuttosto sfortunata di commercializzazioni quando ancora era un marchio indipendente. Di questo abbiamo avuto conferma parlando direttamente con Marina Zec, Senior Marketing Manager per il mercato EMEA di OCZ, e con Bernd Peeters, Technical Marketing Manager di OCZ, proprio presso il padiglione della casa.

Il supporto di Toshiba, attraverso un'immensa rete distributiva e la fornitura su larga scala di NAND Flash di ottimo livello, sta permettendo ad OCZ di esprimere tutto il proprio potenziale senza dover preoccuparsi eccessivamente di eventuali problemi minori, quali ad esempio le spese di R&D. Proprio per questo OCZ ha intenzione di puntare maggiormente al settore Enterprise, il cui mercato è in grado di garantire utili decisamente più elevati rispetto a quello consumer (quest'ultimo, comunque, rimarrà prioritario per OCZ per una questione d'immagine).

Il fatto di poter produrre in casa un SSD nella sua interezza (Firmware, Software, CTRL NAND e NAND Flash) rende la casa statunitense, insieme ad Intel, l'unica in grado di poter offrire un prodotto ottimizzato al 100% secondo i propri desideri e secondo i desideri dei clienti. Questo garantisce ad OCZ di poter incrociare perfettamente le richieste del mercato, al contempo offrendo un prodotto meno costoso da produrre rispetto ai concorrenti. Questo garantisce alla controllata di Toshiba l'opportunità di poter giocare maggiormente sul prezzo: se c'è poca concorrenza può tenere il prezzo elevato, massimizzando gli utili, mentre se la concorrenza si fa elevata, può abbassare il prezzo più degli avversari, i quali spesso sono costretti a comprare all'estero o le NAND Flash o il CTRL NAND o il Firmware o il Software. In entrambi i casi, OCZ è in vantaggio, e per lei si tratta di un Win-Win.

 

 

Alcuni SSD che compongono l'offerta Enterprise di OCZ

 

Proprio per attaccare il mercato Enterprise, OCZ ha presentato i nuovi SSD Intrepid 3000, con capacità fino a 2 TB. Come abbiamo avuto modo di affermare poco sopra, OCZ cerca di venire incontro alle esigenze della clientela, visto che i costi di produzione sono limitati, avendo tutto in casa: “Datacenter customers have asked for larger solid state drives that do not make any sacrifices in performance or endurance to address the need to manage the ever growing amounts of data being generated by today’s computing environments”.

A confermare questa visione, ci ha pensato Arnaud Bonvalert, General Manager - Storage Peripherals Division di Toshiba, incontrato in un'altra occasione, ma sempre al CeBIT di quest'anno. Arnaud ha esplicitato con ancora più candore (o si tratta forse di alterigia?) quando ci è stato detto da Marina e Bernd. Alla nostra domanda sul perché Toshiba tardi nel commercializzare degli SSD concorrenziali, e sul perché continui a produrre SSHD, nonostante la tiepida accoglienza, ha affermato: “Toshiba in questo momento ha OCZ per il mercato degli SSD di massa, ed inoltre vende NAND Flash a mezzo mondo. Il tenere in commercio gli SSHD, inoltre, non è una spesa, in quanto è un prodotto completamente fatto in casa (Toshiba produce anche HDD, ndr), per cui ogni unità venduta porta utili. Il nostro obiettivo non è quello di commercializzare per primi i prodotti, ma essere pronti a commercializzare i prodotti di successo in massa. Noi abbiamo la forza produttiva per sfiancare gli eventuali concorrenti, per cui della tempistica ci importa relativamente. Per questo stiamo per immettere nel mercato degli SSD economici con NAND Flash TLC: per invaderlo”.

A questo punto sarà chiaro a tutti del perché i protagonisti nel mercato degli SSD stanno diminuendo tanto in fretta di numero, e perché  oggi possiamo affermare che le uniche case con un futuro certo sono Crucial (Micron), Kingston, OCZ (Toshiba), San Disk e Samsung. In un certo qual modo, è la stessa strategia che Intel ha applicato negli anni '90 per far fuori Cyrix, IDT, Rise, Transmeta e le altre case produttrici di CPU x86.