Desktop, portatili, HTPC, tablet, smartphone, set-top box. Oramai son talmente tanti i dispositivi elettronici all’interno delle nostre case capaci di immagazzinare ed elaborare dati che l’idea di centralizzare i propri dati, così che ogni dispositivo sia sempre aggiornato senza esser costretti a dover eseguire copie manuali dei propri file, potrebbe risultare allettante. Un NAS è quello che fa al caso nostro. L’offerta è però vasta e disparata, con modelli dal prezzo e dalle prestazioni molto variabili. Quale scegliere, allora?
Per chiarire un po’ le idee sul cosa questi dispositivi sono in grado di fare, abbiamo scelto due modelli attualmente in commercio, dalle specifiche tecniche sulla carta molto simili, ma dal prezzo d’acquisto leggermente differente. I due prodotti in questione sono il Buffalo LinkStation 421DE, venduto in media a 115€, e lo Shuttle OMNINAS KD22, venduto in media a 165€. Il primo è prodotto da un’azienda storica del settore, dalla lunga esperienza, mentre il secondo è prodotto da un’azienda entratavi relativamente recentemente, ma non per questo sconosciuta. La ricorderete senz’altro per la loro famosa serie di Mini PC, per i suoi barebone e per l’intervista che abbiamo avuto qualche mese fa al loro PR Manager, Christian Scheibel.
Come si comporteranno? Che cosa possono offrirvi? Di seguito, le specifiche tecniche dei due NAS che andremo ad analizzare:
Specifiche tecniche |
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Buffalo LinkStation 421DE |
Shuttle OMNINAS KD22 |
|
SoC |
Marvell ARMADA 370, 1.2GHz ARMv7 |
|
RAM |
512 MB DDR3 |
|
Sistema Operativo |
Embedded Linux |
|
Storage |
2x 3.5"/2.5" SATA III |
|
RAID |
JBOD, 0, 1 |
|
Capacità |
8 TB |
8 TB “e oltre” |
Networking |
1x 10/100/1000 Mbit Ethernet |
1x 10/100/1000 Mbit Ethernet e adattatore wireless integrato IEEE 802.11 b/g/n con funzione di Hotspot |
I/O |
1 x USB 3.0, 1 x USB 2.0 |
2 x USB 3.0, 1 x USB 2.0, SD/SDHC/SDXC card reader - |
Consumi |
- |
Power off: 0.35W |
Alimentatore |
48 W (12V DC, max 4.0 A) |
65 W (19 V DC, max 3.42 A) |
Dimensioni (LxPxA) |
87x205x128 mm |
90x225x170 mm |
Peso |
800g |
2716g |
A livello HW i due NAS son molto simili ma, come vedremo, noteremo grandi differenze tra i due prodotti, differenze a volte tanto tangibili quanto quelle in dimensioni e peso. Scopriamo insieme quali sono.
Il Buffalo LinkStation LS421DE arriva in una compatta, relativamente leggera ed attraente confezione bianca e rossa con indicazioni sulle caratteristiche del NAS disseminate un po’ ovunque. Aprendola, possiamo fin da subito constatare il voluminoso imballaggio che sicuramente ha impedito al NAS di subire danni in fase di trasporto.
Troviamo inoltre:
- 1 set di viti compatibili sia con HDD da 3,5” che 2,5”
- 1 CD contenente il software di Buffalo e manuali in forma digitale
- Quick Settings Guide, garanzia e materiale informativo su WebAcces e di conformità alle normative
- Il cavo ethernet da 2m, CAT 5e
- L’alimentatore da 48W con cavo di alimentazione sia EU che US
L’alimentatore fornito da Buffalo è il DA-48Q12, prodotto da Asian Power Devices, un convertitore AC-DC che troviamo in molti altri dispositivi prodotti e venduti da LaCie, Philips, Seagate o Western Digital.
La prima sensazione che si ha dopo aver tolto il NAS dal buon imballaggio che lo avvolge, è di avere davanti un prodotto di fascia estremamente economica, dove sicuramente si è risparmiato sui materiali. L’esterno è realizzato completamente in plastica e, anche se ben assemblato, la struttura esterna (soprattutto per le pareti laterali) si flette facilmente già solo esercitando una pressione minima.
Frontalmente, troviamo una porta USB 3.0 ed il pulsante “funzione” utilizzabile per la funzione di Copy e per la disinstallazione di dispositivi USB; troviamo inoltre il LED di alimentazione e il LED funzione. Il primo, generalmente bianco quando il NAS è acceso, funziona anche da LED di stato e fornisce indicazioni sullo stato del NAS, mentre il secondo è acceso solo durante la fase di avvio del prodotto e durante la disinstallazione di dispositivi USB. Entrambi sono però poco luminosi e, anche a stanza completamenta buia, non creano il minimo fastidio, risultando nel complesso molto discreti … forse anche troppo, se si considera che durante la giornata, a meno di porsi ad un metro di distanza, difficilmente si riesce ad individuare la luce bianca prodotta dal LED di alimentazione. Posteriormente, invece, troviamo la ventola da 60mm, la porta Gigabit LAN, 1 porta USB 2.0, la presa di alimentazione, un passacavi e la Kensinton Lock.
La sensazione di esser di fronte ad un prodotto estramemente economico si ripresenta anche una volta tolto lo sportellino anteriore, tenuto fermo ad incastro e sprovvisto di chiusura per evitare l’accesso indesiderato agli HDD. I tray per gli HDD sono infatti realizzati completamente in plastica, eccezione fatta per due dettagli che servono come sistema antivibrazioni, realizzati in metallo. Di nuovo, le plastiche son molto leggere e flessibili, soprattutto per la parte anteriore, che si piega vistosamente anche solo estraendo gli HDD dal NAS, HDD tenuti fermi non tramite un meccanismo di blocco, ma semplicemente grazie alla forza di gravità e un rialzo sui tray che va ad incastrarsi sul fondo della struttura. Semplice, basilare, ed ancora una volta, molto economico.
Il fondo invece è ricoperto da un materiale antiscivolo, privo di rilievi e fornisce alcune indicazioni sul NAS.
Disassemblare il Buffalo LinkStation LS421DE risulta essere un’operazione particolarmente semplice e priva di problemi, se si esclude il dover staccare lo strato che funge da piano antiscivolo e la targhetta sul fondo, così da aver accesso alle 3 viti che tengono salda la struttura in plastica esterna con quella in metallo interna. In ogni caso, riassemblarlo è molto semplice perché è possibile sfruttare il rialzo dove viene posizionata la targhetta, per riattaccare il tutto allineando la componentistica perfettamente. Basterà svitare le due viti posteriori per smontare, tramite uno scorrimento, la struttura a U esterna in plastica.
Smontata tale struttura a U, si ha pienamente accesso a tutti i componenti del NAS. La struttura in metallo è solida e molto rigida e, tramite un pad, viene usata per raffreddare passivamente il SoC Marvell ARMADA 370. Il pad non è però a contatto diretto con il SoC, il quale si trova sul lato opposto del PCB; il calore viene trasmesso attraverso il PCB.
La scheda madre del NAS, grande pressappoco quanto la parete laterale dell’ LS421DE …
… dove è possibile trovare il SoC Marvell ARMADA 370 da 1.2GHz basato su architettura ARM Cortex-A9, i due chip da 256 MB di RAM DDR3 H5TQ2G83CFR fabbricati da Hynix e il chip NAND flash da 4Gbit H27U4G8F2DTR-BC fabbricato sempre da Hynix. Vicino al SoC Marvell troviamo anche il controller per la porta Gigabit LAN 88E1518 prodotto da Marvell mentre la porta USB 3.0 è comandata dal controller D720202 situato nelle sue vicinanze, e prodotto da Renesas.
Lo slot PCIe 1x è occupato dalla scheda di espansione contenente le due SATA utilizzate per gli HDD.
La ventola, infine, è una Nidec UltraFlo U60R12MLAB-51 da 60mm, che come vedremo risulterà regolata spesso ad una velocità di giri piuttosto alta.
Navigare nell’interfaccia web del LinkStation non è un’esperienza gratificante, poiché tutto risulta lento, e, ad eccezione della prima pagina delle impostazioni, ad ogni click del mouse si è costretti ad aspettare in media 4-5 secondi scarsi prima che la pagina sia completamente caricata; se vi è già capitato di utilizzare l’interfaccia web del vostro router, potete farvi un’idea dei tempi di attesa. In ogni caso, imparare ad usarla non è un processo che richiede tempo poiché questa risulta nel complesso ben organizzata ed esteticamente molto pulita.
Dispiace non poter installare applicazioni per aumentare le funzionalità del NAS ma, d’altra parte, la maggiore semplicità potrebbe essere un vantaggio per quegli utenti che hanno bisogno di un semplice dispositivo per condividere i file e non hanno voglia di navigare in menù ricchi di funzioni non utilizzate.
Impossibile inoltre conoscere lo stato del dispositivo, come il quantitativo di RAM usata, la percentuale di occupazione della CPU o della rete LAN, le temperature di dischi o del SoC o la velocità della ventola (che come vedremo, girerà spesso abbastanza velocemente ).
Piccola nota negativa riguardo l’aggiornamento automatico; purtroppo, abbiamo dovuto eseguire l’aggiornamento manuale, poiché quello automatico non rilevava, sbagliando, nuove versioni del firmware per il NAS.
Buffalo ha realizzato 2 applicazioni per il LinkStation LS421DE: Web Access e SmartPhone Navigator. La seconda, in realtà, è una comoda applicazione che ci consente di impostare la prima applicazione con il funzionamento con Web Access.
Nel caso di Android, Web Access e SmartPhone Navigator son entrambe realizzate per soli smartphone e non è prevista quindi una modalità di visualizzazione con più fragments in contemporanea. L’interfaccia per tablet coincide quindi con l’interfaccia per smartphone, risultando perciò un semplice ingrandimento dell’ultima. Così è come si presenta l’applicazione Web Access su smartphone:
L’applicazione si presenta basilare, semplice e dal look abbastanza antiquato. Sicuramente non al passo con le linee guida di Google per la realizzazione di app per Ice Sandwitch ne tantomeno per la futura release. Svolge comunque lo scopo per cui è stata realizzata ma, cosa che non corrisponde per forza a qualcosa di negativo, non integra un riproduttore video e si appoggia quindi ad applicazioni esterne per riprodurre tali contenuti. Mancano inoltre pulsanti nel pannello delle notifiche per la gestione rapida della riproduzione della musica e si è costretti, quindi, ogni volta ad aprire l’applicazione principale e comandare il tutto da lì.
L’OMNINAS KD22 arriva in una confezione visibilmente più grande del LinkStation LS421DE, bianca, e con una comoda maniglia trasparente sul lato superiore per trasportare il tutto in comodità. Si nota, come sarà ben poi chiaro guardando alle specifiche tecniche dei due NAS, una tangibile differenza di peso tra le due scatole, con questa di Shuttle, inoltre, molto più pulita graficmente. Su un solo lato sono presenti indicazioni riguardo al KD22, ma non sono stampate direttamente sull’imballaggio, bensì su un grande sticker, segno evidente che la stessa confezione viene utilizzata anche per gli altri modelli della famiglia OMNINAS.
Appena aperta la confezione, troviamo ad accoglierci un box più piccolo, contenente
- 2 set di viti per HDD da 2,5” e 3,5”
- 1 CD contenente il software di Shuttle e manuali in formato digitale
- 1 CD contenente
- Un manuale d’istruzioni
- Il cavo ethernet da 2m, CAT 5e
- L’alimentatore da 65 W
L’alimentatore fornito da Shuttle è il DA-65A19 prodotto da Asian Power Devices, un alimentatore che potremo definire senza infamia e senza lode.
Appena tolto il NAS dal buon imballaggio che lo avvolge, ci troviamo davanti ad uno chassis in alluminio e plastica. Strutturalmente ben realizzato, anche effettuando una modesta pressione, le plastiche (ed ovviamente il metallo) non subiscono alcuna flessione di sorta. Il tutto è ben assemblato e, come vedremo, l’ampia superficie in metallo contribuirà a contenere le temperature senza ricorrere ad alti RPM della ventola. Tutto questo, anche per via del peso notevolmente maggiore (2716g vs. i 800g del Buffalo), contribuisce nel darci l’impressione di esser davanti ad un NAS di ben altra fascia rispetto al Buffalo LinkStation LS421DE che, come già detto, ci ha lasciati un po’ delusi sotto questo aspetto.
Frontalmente, troviamo il tasto di accensione, 2 USB 3.0, il lettore di schede SD/SDHC/SDXC e lo sportellino che ci nasconde alla vista i due bay. Lo sportellino è facilmente apribile premendo nell’angolo in alto a sinistra e non è prevista una chiusura che impedisca il facile accesso ai due bay. Vista la destinazione d’uso, molto probabilmente questo non sarà un problema per chi avrà intenzione di utilizzare questo NAS nella propria casa. Dispiace invece notare l’assenza di un tasto per la copia del contenuto di dispositivi connessi alle USB 3.0 frontali o di memory card ma questa funzione può essere impostata via software per l’attivazione automatica all’inserimento di un dispositivo in queste porte. Troviamo anche alcuni LED blu di stato che, fortunatamente, possono però essere completamente disattivati tenendo premuto per meno di un secondo il tasto di accensione una volta che il NAS è in funzione (un’ulteriore pressione di uguale durata riabiliterà questi LED) . Fortunatamente, in quanto tali LED sono particolarmente luminosi e ciò potrebbe risultare un problema in ambienti poco luminati o se posto vicino al televisore o al pc.
L’ottima cura nei dettagli continua anche dando uno sguardo all’interno; i tray degli HDD son decisamente di un altro livello rispetto a quelli in plastica del LinkStation LS421DE, risultando qualitativamente migliori anche rispetto a quelli presenti in altri prodotti, come quelli di QNAP, venduti a prezzi ben più che superiori. Costruiti in metallo e plastica, restituiscono, anche per il meccenisco di sblocco, un’ottima sensazione di solidità e robustezza. L’unico appunto che possiamo fare a Shuttle è però il non aver pensato anche ad una soluzione antivibrazione in gomma per gli HDD, che avrebbe aggiunto veramente poco al costo di realizzazione.
Sul fondo due larghe strisce di gomma come piedini e alcune indicazioni sull’alimentazione del NAS.
Disassemblare l’OMNINAS KD22 non è stata un’operazione semplice. Inizialmente, infatti, dopo aver svitato le due viti frontali, avremo a che fare con numerosi scricchiolii poco rassicuranti delle plastiche, comunque molto flessibili e resistenti. Smontato però il pannello laterale (e posteriore, è un pezzo unico) in plastica, l’operazione di disassemblaggio diventerà molto più semplice. Le numerose viti di differenti dimensioni “vi guideranno passo passo” e l’operazione andrà probabilmente liscia come l’olio.
Lo chassis esterno consiste in due parti di forma a U, una in plastica e l’altra in metallo. Internamente troviamo anche uno chassis sempre di alluminio che fa anche da sostegno per l’antenna Wi-Fi per la funzionalità Hotspot che consente al NAS di comunicare con altri dispositivi wireless senza dover essere necessariamente connesso ad un router/switch. La scheda di espansione PCIe con le due porte SATA è protetta da una cover metallica, probabilmente per limitare i disturbi elettrici provocati dall’antenna Wi-Fi che vi passa al lato.
Il pannello frontale con il tasto di accensione/spegnimento/disattivazione LED
La scheda madre del NAS, grande pressappoco quanto la base del NAS…
… dove è possibile trovare il SoC Marvell 88F6707 da 1.2GHz basato su architettura ARMv7 appartenente alla famiglia ARMADA 370, il chip da 256 MB di RAM DDR3 D9PFJ prodotto da Micron e il chip NAND flash da 1Gbit H27U1G8F2BTR fabbricato da Hynix. Troviamo anche il controller USB 3.0 EJ168A di EtronTech, il controller per la porta USB 2.0 posteriore e il lettore di card SD/SDHC/SDXC GL827L di Genesys Logic. Il controller WLAN è il RTL8188CE di Realtek e lo slot PCIe 1x è utilizzato per la scheda di espansione con le due SATA vista poco fa.
La ventola infine, è una SA7202L di APISTEC da 70mm (12V, 0.15A)
L’interfaccia web dell’OMNINAS KD22 si presenta fin da subito esteticamente molto pulita e ben organizzata. Rispetto all’interfaccia del LinkStation LS421DE, questa si presenta molto più reattiva e la navigazione tra le schede risulta quasi immediata. Imparare ad usarla non risulta quindi neanche qui un problema ma purtroppo ritroviamo le stesse pecche riscontrate in quella dell’attuale avversario. Anche l’OMNINAS non offre nulla in fatto di espandibilità, non consentendo l’installazione di applicazione aggiuntive e risulterà inoltre impossibile conoscere lo stato del dispositivo, come il quantitativo di RAM usata, la percentuale di occupazione della CPU o della rete LAN, le temperature di dischi o del SoC o la velocità della ventola (che come vedremo, sarà spesso spenta). Per il resto, i dispositivi non presentano grandi differenze.
Questa volta, la rilevazione di nuove versioni del firmware rispetto a quella correntemente installata è andata a buon fine e quindi non c’è stata la necessità di ricorrere all’installazione manuale.
Shuttle offre una sola applicazione mobile, OMNINAS, per i suoi clienti con dispositivi Android e iOS. Coloro invece che dispongono di dispositivi Windows Mobile, rimarranno a bocca asciutta. Per loro, Shuttle ancora non ha realizzato nulla.
Anche qui, come per l’interfaccia web, la situazione è abbastanza simile. Realizzata per soli smartphone, non è prevista quindi una modalità di visualizzazione con più fragments in contemporanea. Così è come si presenta su smartphone:
L’applicazione OMNINAS (forse potremo criticare Shuttle per la poca fantasia con i nomi qui…) si presenta basilare, semplice e dal look antiquato (se possibile forse anche di più rispetto a quelle realizzate da Buffalo ) e con lo stesso stile di quelle realizzate ai tempi di Android Donut o Eclair. Svolge comunque lo scopo per cui è stata realizzata e, a differenza di quella di Buffalo, integra un riproduttore video; purtroppo, però, tale riproduttore ha problemi nel riprodurre il cortometraggio .avi che abbiamo scelto ***.
Anche qui mancano i pulsanti nel pannello delle notifiche per la gestione rapida della riproduzione della musica e si è costretti quindi ogni volta ad aprire l’applicazione principale per comandare la riproduzione della nostra raccolta musicale.
Configurazione di prova
Il nostro sistema di prova è composto da un notebook Sony SVE1512X1ESI così configurato:
Sistema di prova |
|
Processore |
Intel® Core™ i7-3632QM (4C/8T, 2.20GHz, Turbo 3.20GHz, 6MB cache L3) |
Memorie |
16 GB DDR3L Kingston LoVo (2x8GB, 1600 MHz, CL9) |
Scheda Video |
integrata, HD4000 |
Storage |
SSD Crucial M550 512GB |
Networking |
Realtek RTL8168 Gigabit Ethernet |
Sistema Operativo |
Windows 8.1 Pro 64 bit |
mentre i NAS in prova son così configurati:
Configurazione NAS |
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Buffalo LinkStation LS421DE |
Shuttle OMNINAS KD22 |
|
HDD interni |
WD Red WD40EFRX (4 TB, 64MB cache) |
|
Firmware |
1.31 (13-02-2014) |
2.02.20140721 (22-07-2014) |
Switch Ethernet |
ASUS DSL-N55U (4 porte Gigabit) |
|
Cavo Ethernet |
CAT 5e, 3m |
Metodologia di Test
Al fine di garantire come requisito fondamentale una perfetta comparabilità e ripetibilità di ogni test effettuato, abbiamo scelto due differenti programmi per automatizzare il processo di valutazione dei prodotti recensiti.
Il primo è il NAS Performance Toolkit 1.7.1 (eventualmente abbreviato in NASPT) realizzato da Intel. Per evitare che in 2 dei 12 test della presente suite ("HD Video Record" e "File Copy to NAS") il pc utilizzato per i test salvi in RAM grandi porzioni di dati invece che richiederle direttamente al NAS, come consigliato dalla stessa Intel, abbiamo limitato la memoria RAM disponibile a 2 GB tramite le opzioni avanzate di msconfig (o Configurazione di sistema in Windows 8). Abbiamo inoltre utilizzato la modalità Batch che effettua lo stesso test per 5 volte e presenta poi, oltre ai risultati parziali, anche la loro mediana, mediana che corrisponde al valore riportati nei successivi grafici presenti nella recensione.
Il secondo programma è invece IOMeter 1.1.0, realizzato originariamente sempre da Intel ed ora supportato da un gruppo internazionale di persone, visto che Intel ne ha abbandonato lo sviluppo nel 2001. Questo programma è stato utilizzato per misurare l’impatto sulle prestazioni comportato dall’aumentare dei client che accedono contemporaneamente al NAS. A differenza di NASPT, con IOMeter non si hanno problemi con la capacità massima di RAM utilizzata e per questo, son stati utilizzati tutti i 16GB di DDR3L attualmente installati.
Per i test sui consumi infine, viene utilizzato il misuratore di consumi Voltcraft Energy Logger 4000 che garantisce la seguente accuratezza nelle rispettive fasce di misurazione:
- 5 - 3500 W (± 1% + 1 count)
- 2 -5 W (± 5% + 1 count)
- < 2 W (±15% + 1 count)
Dove presente, vista la variabilità delle misurazioni durante l’esecuzione dei rispettivi test, il dato presentato costituisce la media dei risultati visualizzati dal misuratore dei consumi durante tutta la durata del rispettivo test.
Ringraziamenti
- Ringraziamo Western Digital per averci fornito i due HDD Red WD40EFRX da 4 TB utilizzati per i nostri test.
Di NASPT abbiamo già avuto modo di parlare. Quel che non abbiamo approfondito è però quali son le tipologie di file che vengono letti/scritti in ognuno di questi test. Per chiarire le idee, riportiamo tutto nella seguente tabella:
Test |
# files |
% seq. |
Rd/Wr |
Descrizione |
HD Video Play |
1 |
99.5% |
2.0GB Rd |
letture da 256kB |
HD Video Record |
1 |
99.9% |
2.0 GB Wr |
Scritture da 256kB |
Content Creation |
98 |
38.6% |
12MB Rd |
95% scritture fino a 64 kB; |
Office Productivity |
607 |
81.3% |
1.4GB Rd |
Letture e scritture; letture da 1kB & 4kB ma per lo più scritture da 1kB writes |
Directory Copy From NAS |
2833 |
52.5% |
0.20 GB Rd |
letture da 64kB |
Directory Copy |
2833 |
52.5% |
70B Rd |
Principalmente scritture da 64kB, moltissime sotto i 16kB |
File Copy |
1 |
100% |
4.3GB Rd |
Letture da 64kB |
File Copy To NAS |
1 |
100% |
4.3GB Wr |
Scritture da 64kB |
Photo Album |
169 |
80% |
0.81GB |
Solo letture – File con dimensioni molto diverse |
Vediamo finalmente il risultato di qualche test:
Come si vede, non c'è un vero vincitore in questo caso. D'altra parte, l'HW utilizzato è pressapoco lo stesso e difficilmente ci saremo potuti aspettare risultati diversi. Ci son però alcune differenze, e non sempre la differenza nei test è piccola, come nel caso del test "File Copy From NAS".
Tramite IOMeter abbiamo ricreato alcune situazioni d'uso tipiche del NAS per avere così una visuale d'insieme al crescere delle utenze che accedono contemporaneamente al NAS con la stessa tipologia di letture/scritture. I primi due ci forniscono nello specifico la massima velocità di trasferimento che il NAS è capace di sostenere mentre il quarto descrive maggiormente uno scenario tipico, con un giusto mix di letture/scritture e accessi sequenziali e casuali.
A sinistra, trovate i risultati del Buffalo LinkStation LD421DE mentre a destra quelli dello Shuttle OMNINAS KD22:
Come si vede dai grafici, il LinkStation KD421DE risulta leggermente più parco nei consumi rispetto al NAS Shuttle sia durante l’uso che in idle. Purtroppo però, il NAS non prevede, a differenza di Shuttle, un time out oltre il quale i dischi vengono spenti. C’è la possibilità di gestire, con molta precisione, degli intervalli temporali in cui il NAS può entrare in questo stato, ma ovviamente non è la stessa cosa. Inoltre, cosa da non sottovalutare, il NAS di Shuttle può essere utilizzato come Hotspot Wi-Fi liberandoci dalla necessità di collegarlo ad un router per aver accesso ai file in esso contenuti. Per quanto non consigliabile per motivi prestazionali (e di sicurezza, nel caso si gestiscano documenti importanti), ciò consente eventualmente di spegnere l’eventuale router e risparmiare ancor di più sul costo di gestione del dispositivo.
Il consumo in Stand-by corrisponde al consumo rilevato quando il NAS risulta spento, ma con alimentatore collegato alla presa di corrente. Tenendo presente che il misuratore dei consumi Voltcraft Energy Logger 4000 utilizzato per i test presenta i risultati con un’accuratezza al decimo di W, il dato dello Shuttle è quindi da interpretare come una media dei due valori che con rapidità alternativamente vengono presentati dal misuratore. Poiché, secondo la direttiva ErP Lot 6 2013, questo consumo deve essere minore di 0,5W, entrambi i prodotti rispettano questo vincolo con l’OMNINAS leggermente in vantaggio rispetto al Buffalo LS421DE.
Non disponiamo ancora di una camera anecoica per effettuare i test sulla rumorosità, e per questo invece che in questo caso, fornire dati ottenuti tramite misurazione, proveremo a descrivere le nostre impressioni che abbiamo avuto testando i prodotti.
Abbiamo utilizzato quindi i NAS sia di giorno, con il leggero rumore del traffico proveniente dall’esterno che si sovrappone al rumore di fondo (per simulare il più possibile le normali condizioni d’uso di questi prodotti) che a notte fonda, per ridurre al minimo i rumori provenienti dall’esterno e disporre così di un ambiente il più possibile silenzioso.
In entrambi i casi le differenze tra i due NAS son notevoli, come notevole è la differenza nella gestione delle temperature degli HDD durante il normale funzionamento. L’OMNINAS KD22 infatti privilegia molto la silenziosità, a discapito però delle temperature degli HDD, caldi durante il normale utilizzo. In questo è sicuramente aiutato anche dal rivestimento esterno in alluminio e da una ventola leggermente più grande di quella utilizzata dal NAS di Buffalo (che però non si attiva fino a che non viene rilevata una temperatura degli HDD superiore ai 55°C – oltre i 62°C il sistema si spegne). Quest’ultimo invece privilegia le basse temperature degli HDD, a discapito della silenziosità, minata anche dall’utilizzo di uno chassis (realizzato completamente in plastica) e da una ventola, entrambi leggermente più piccoli.
Il risultato è che l’OMNINAS KD22 risulta praticamente muto e, se non fosse per luci a LED sul frontale, difficilmente ci si accorgerebbe della sua attività (salvo eventuali rumori provenienti dagli HDD, durante le scritture casuali); il comportamento del NAS di Buffalo è invece diametralmente opposto. Praticamente sempre, durante il giorno e in ambienti generalmente silenziosi, è possibile accorgersi della sua presenza. Concentrandosi, durante la notte, è possibile avvertire il rumore prodotto delle ventole anche a distanza in linea d’aria di 4 metri dalla posizione del NAS; per avvertire un rumore simile, con l’OMNINAS KD22, bisogna avvicinare l’orecchio allo chassis ed avvertire così il rumore prodotto dai 2 HDD WD Red. Se comunque si preferisce avere temperature basse a discapito della silenziosità, è possibile impostare per lo Shuttle che la ventola non si spenga mai e funzioni ininterrottamente fin dall’accensione del NAS.
Siamo quindi arrivati alla conclusione di questo articolo, articolo che non può, chiariamo, essere considerato una vera e propria comparativa diretta vista la differenza di prezzo tra i due prodotti, quanto un'indagine su cosa possono offrire due prodotti appartenenti alla fascia bassa del mercato NAS.
Abbiamo visto infatti come, nonostante le specifiche tecniche molto simili, i due prodotti son in realtà molto diversi. Il costo maggiore dello Shuttle OMNINAS KD22 viene ripagato con materiali e rifiniture decisamente migliori oltre che con una porta USB 3.0 in più sul frontale ed un lettore di schede di memoria SD/SDHC/SDXC. L'OMNINAS KD22 offre anche la funzionalità di Hotspot Wi-Fi, non presente nel Buffalo LS421DE, che può essere utile in ambito domestico per abbassare ancora di più i consumi del prodotto (tanto per offrire un metro di paragone infatti, il modem/router ASUS DSL-N55U utilizzato in questa recensione consuma 7,5/8,5/9,5W rispettivamente con Wi-Fi spento/solo conessione 2,4 GHz attiva/2,4 GHz e 5,0 GHz contemporaneamente attive). L'OMNINAS KD22 garantisce inoltre un consumo leggermente inferiore (funzionalità Hotspot Wi-Fi attiva o meno) e una rumorosità tangibilmente inferiore. La differenza di prezzo sembrerebbe quindi ampliamente motivata, ma purtroppo per Shuttle le differenze finiscono qui.
L'interfaccia web che lo accompagna garantisce praticamente le stesse funzionalità di immediatezza, estrema semplicità e non espandibilità del LinkStation LS421DE, mentre le applicazioni mobile risultano ugualmente altamente antiquate in quanto a design e funzionalità; QNAP e Synology, con i loro TS-212E e DS214se, garantiscono sotto questo aspetto molto di più, peccando però in dotazione HW rispetto all'OMNINAS KD22 e al Buffalo LinkStation LS421DE. Sarebbe infine sbagliato non ricordare che per gli utenti Windows Phone, non son state ancora realizzate da parte di Shuttle applicazioni mobile per loro dedicate.
E' chiaro quindi che da questo articolo non ne esce un vincitore assoluto. Lo Shuttle OMNINAS KD22 è il prodotto che tra i due, nonostante il prezzo maggiore, ci ha convinto maggiormente ma le sue notevoli carenze lato software ci impediscono di premiarlo a pieni voti. E' questo, probabilmente, l'unico campo a cui Shuttle dovrebbe dedicare molta più attenzione. D'altra parte, il LinkStation LS421DE di Buffalo ha troppi lati negativi per essere preso completamente in considerazione, a meno di un budget veramente ridotto all'osso. Se però potete spendere leggermente di più avendo comunque bisogno di un NAS dalle funzionalità base, l'OMNINAS KD22 di Shuttle è la soluzione migliore e difficilmente vi farà rimpiangere la differenza di prezzo.
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