“La sapienza economica di questo secolo si può misurare dal corso che hanno le edizioni che chiamano compatte, dove è poco il consumo della carta, e infinito quello della vista. Sebbene in difesa del risparmio della carta nei libri, si può allegare che l'usanza del secolo è che si stampi molto e che nulla si legga. Alla quale usanza appartiene anche l'avere abbandonati i caratteri tondi, che si adoperarono comunemente in Europa ai secoli addietro, e sostituiti in loro vece i caratteri lunghi, aggiuntovi il lustro della carta; cose quanto belle a vederle, tanto più dannose agli occhi nella lettura; ma ben ragionevoli in un tempo nel quale i libri si stampano per vedere e non per leggere”.
E' la prima metà del 1800 quando Leopardi scrive questo pensiero nello Zibaldone, a dir la verità molto attuale. Tra la fine del '700 e l'inizio del '800 si assiste al grande successo dei libri stampati a buon prezzo anche in Italia, grazie al forte sviluppo economico (rapportato a quello dei paesi anglosassoni) che porterà alla nascita della medio-alta borghesia, capace di educare i propri figli al pari, o meglio, dei figli della nobiltà. Nel 1800, ad esempio, si ha l'edizione italiana di Robinson Crusoe, romanzo d'avventura pubblicato in Inghilterra nel 1719.
Così, anche in Italia, finalmente la nascente borghesia moderna si appresta a fare incetta di prodotti creati per lei, ed uno di questi è il libro stampato a buon prezzo. Chi ha una vasta biblioteca viene considerato colto, nobile d'animo e soprattutto alla moda. Con l'Illuminismo francese questa concezione si rafforza enormemente ed in Italia attecchisce senza troppi problemi. Vi è però un grosso limite a questa visione: molti vedono nel libro non un prodotto da utilizzare nella sua pienezza, cioè per acculturarsi e arricchirsi spiritualmente, ma una suppellettile per sembrare quello che non si è, una persona colta. Il libro diventa uno status symbol.
Oggi, nel secolo dell'informatica, dell'informatizzazione e dell'informazione il posto del libro è stato preso da altri oggetti, principalmente dagli smartphone e dai tablet. Si vendono molti smartphone e tablet, soprattutto di fascia alta, ma per cosa si utilizzano? Per telefonare e per giocare. Difficilmente oggi questi prodotti vengono utilizzati al pieno delle loro possibilità. Spesso, per non dire sempre, sono adoperati per telefonare e per mandare SMS, poco per navigare su internet e mandare email per lavoro. Tutto ciò può valere 300 o 400 euro?
In particolare questo ragionamento si può fare con i prodotti di Apple, ultracostosi e belli da vedere. Per cosa vengono utilizzati? Valgono il loro prezzo? Forse per l'1% dell'utenza, ma per gli altri? Spesso, troppo spesso, vedo persone che con il proprio iPad e iPhone al massimo giocano ad Angry Birds.
Questi prodotti non sono stati realizzati per essere utili, ma per essere visibili. E l'apparire, grazie alla visibilità, è la ragione per cui si comprano oggi smartphone e tablet, come ai tempi di Leopardi si compravano libri su libri.
Poiché tablet e smarphone hanno un tale successo, i produttori stanno facendo, e faranno, di tutto per accaparrarsi il maggior market share, cercando di venderli anche alle istituzioni scolastiche. Un mercato enorme, calcolando il numero di alunni, e del tutto vergine. Con il benestare dei genitori, contenti di avere dei figli/alunni alla moda.