Se si pensa agli scambi di competenze nelle community, si è più vicini ad un regime totalitario che ad uno stato democratico. Pensiamo alle distribuzioni GNU/Linux, la realtà più vicina a quanto vogliono realizzare questi studiosi. E' quanto di meno democratico possa esistere, sebbene ci sia una community molto vivace dietro che faccia sembrare il tutto la patria della libertà definitiva. Torvalds è il padre padrone del Kernel, e chi mantiene le diverse distro opera con il medesimo pugno di ferro, decidendo cosa implementare e cosa no. Per mantenere community tanto vaste servono quelli che nella didattica potremmo definire i Maestri, gli Insegnanti. Tecnicamente non cambia nulla. Semplicemente, i Torvalds, non hanno un nome ufficiale che ne identifichi il ruolo. La stessa Wikipedia is not a democracy!
Tale totalitarismo si può osservare nella funzione pubblicizzata da Samsung che permette ai docenti di scegliere quali contenuti far vedere agli studenti sui tablet, che permette di scegliere se questi possono accedere ad internet o meno, e via di questo passo (MOIGE docet). Dov'è la libertà tanto decantata teoricamente, se nella pratica gli studenti sono solamente liberi di consultare quanto insegnanti e professori decidono che sia consultabile? A questo punto, non è forse più libera una classica biblioteca composta di libri cartacei?
Sempre parlando delle community online, va notato come le più generaliste (Yahoo Answers, Facebook, ecc), e quindi quelle che richiedono meno competenze, siano effettivamente quelle dove gli utenti sono più eguali. Dove si parla del più e del meno, di esperienze personali, di fatti soggettivi e non oggettivi, vi è una quasi totale parificazione tra l'utenza, in quanto ognuno porta una propria verità, la quale non può essere definita a priori, o anche a posteriori, errata o meno.
Dove invece la discussione si fa più tecnica, dove vi è un effettivo scambio di opinioni e di tesi su argomenti più oggettivi (Forum di Storia, Forum di Informatica, ecc), si vengono a creare delle gerarchie piramidali, senza che ve ne sia una effettiva coscienza da parte dell'utenza. In questi forum, se si afferma qualcosa, bisogna portare spesso a sostegno le fonti (non è rara la frase, nei forum anglosassoni, “Source, or get the fuck out!”). Se si afferma qualcosa senza portare delle fonti a sostegno della propria tesi si viene invitati a farlo, se si reiterano tali interventi senza supporti autorevoli si viene denigrati ed emarginati. Più la proprie tesi sono supportate da fonti o fatti, e più le proprie tesi si rivelano realistiche, in automatico la community vede in quell'utente una persona maggiormente affidabile e degna di essere ascoltata. Questo utente, quindi, anche senza avere un qualche potere reale (non è moderatore o amministratore), ma grazie al proprio carisma, può determinare addirittura alcuni eventi (ban di uno o più utenti, chiusura di discussioni, ecc). Non è raro, inoltre, che questi utenti, appoggiati dalla community, possano assurgere a diversi ruoli di responsabilità all'interno della community stessa, senza che gli venga chiesto di mostrare alcun titolo di studio.
Senza rendersene conto, quindi, i pedagogisti che vedono in Internet un'ancora di salvezza, dovrebbero invece esserne spaventati. In molti sono contrari all'abolizione dei titoli di studio, eppure su Internet non si è mai avuta la mania dei titoli di studio. Tu sei quello che scrivi e, con l'avvento dei Social Network, sei anche quello che mostri. Una foto, ad esempio, può rovinarti definitivamente la vita (I chan esistono per questo, no? Eheh).
Su Internet spesso si scambiano le opinioni per competenze
Quando si scrive qualcosa su un forum, e si afferma di essere nel giusto perché si è laureati in tale materia, è l'inizio della fine per la propria credibilità. I titoli di studio su Internet, nelle community, o nei chan non hanno valore. In linea teorica un Professore di Ingegneria potrebbe essere denigrato da un'intera community di informatica (spesso composta da ragazzi di scuole medie o superiori) per affermazioni del tutto campate per aria, e questo l'ho visto accadere personalmente diverse volte.
Le community online, soprattutto se vaste, in conclusione, premiano chi ha effettivamente le competenze. Chi non le ha o non è in grado di metterle in mostra non potrà mai essere una guida. Personalmente ho avuto un'esperienza simile nel 2005 presso l'Università di Bologna. Il progetto era gestito dalla Virtual University of Finland ed aveva quale tema “Identities in European History”. Lo scopo del corso/progetto era, come scritto nel certificato rilasciato alla conclusione del corso, di “esaminare come le idee di Identità sono state create, sviluppate e modificate nella storia Europea. Il problema è stato studiato da diversi punti di vista e in diversi periodi storici. Il centro dell'attenzione è stato posto sui temi quale il genere, la lingua, la politica e la religione. Gli studenti hanno appreso l'uso dei concetti chiave relativi all'identità Europea in un contesto storico. Gli studenti hanno inoltre acquisito esperienza nell'uso degli strumenti pedagogici offerti dalle piattaforme e-learning. Il corso è stato svolto sia in classi locali che internazionali, usando internet”.
Alla conclusione del corso (che ha coinvolto una dozzina di università europee e più di cento studenti) il lavoro era stato svolto, con la pubblicazione nel portale del progetto degli elaborati finali, ma per la quasi totalità dello stesso è mancato il dibattito. Era stato creato un forum dove si sarebbe potuto discutere in modo fruttuoso sugli argomenti, ma le discussioni sono state sempre povere di spunti, appunto perché mancava quella figura di spicco di cui ho parlato. I Professori, coloro che avrebbero dovuto dare lo slancio iniziale, mancarono completamente nell'intento. Il loro peso sociale (status di Professori Universitari, Lauree e Master, pubblicazione di libri ed articoli, ecc) non aveva alcun peso all'interno del forum: erano visti come dei semplici utenti. Erano un semplice Nick Name, e se questo Nick Name non portava spunti interessanti alla discussione veniva ignorato. Ogni studente, quindi, pensò a portare a casa il proprio compitino, senza stancarsi troppo, per avere il riconoscimento dei crediti. Parlando con altri ragazzi (belgi, inglesi, olandesi, tedeschi, finlandesi, svedesi, francesi), sia a Bologna sia attraverso il forum, era opinione praticamente comune il considerare il corso abbastanza asettico e privo di stimoli. Non ci fosse stato internet, elemento multimediale del corso, sarebbe stata identica cosa il farlo attraverso lo scambio epistolare. L'unica differenza sarebbe stato il tempo richiesto per lo svolgimento del lavoro, decisamente maggiore. Le discussioni dal vivo, faccia a faccia, che invece si avevano una volta la settimana, ebbero una partecipazione decisamente maggiore da parte di noi studenti, grazie anche alle domande poste dai Professori. Lì, il loro carisma, si manifestava in tutta la sua prepotenza, era palpabile: erano presenti nella stanza dove si dibatteva, quindi non ci si poteva mostrare disinteressati di fronte, fisicamente, a loro.