Pagine

Abbiamo visto, nel secondo paragrafo, che prima dell'attuale moda dei tablet i così detti esperti hanno cercato di “vendere” per innovazioni didattiche altre novità informatiche, come ad esempio il già citato Second Life. Il tutto, fortunatamente, si è risolto in una bolla di sapone, e tale fine era del tutto preventivabile … tranne da chi di Internet vede solo la facciata, non vivendolo da dentro.

Oggi, quindi, ci ritroviamo con una nuova mania, quella di dover dotare tutte le scuole Secondarie di Primo e di Secondo Grado di questi padelloni tanto cari agli adulti, i tablet. In un certo qual modo si è tornati ad una situazione pre-Montessori/Bruner. Se Maria Montessori e Jerome Bruner hanno creato una scuola a misura di bambino e ragazzo, attualmente si sta tornando ad una scuola a misura di adulto … ma sempre per bambini e ragazzi! Non è detto, infatti, che se gli adulti trovano utile il Tablet, questo debba essere utile anche per gli studenti delle scuole Medie e Superiori. In Germania si sta assistendo ad un infuocato dibattito in proposito, e non mancano opinioni decisamente roventi, come quelle dello psichiatra e psicologo Manfred Spitzer, il quale nel proprio libro, ormai un best seller, "Digital Dementia”, afferma che l'utilizzo invasivo di strumenti digitali ha l'effetto opposto a quello che si pensa, in quanto rincretinisce gli studenti: “When drivers depend exclusively on their navigation technology, they do not develop the ability to orient themselves, although of course the brain offers them the possibility of learning how to do so. The same applies to children who use electronic styluses on a SMART board instead of learning how to write -- the brain is kept in check. And because computers take over many classrooms and other functions that are actually good practice for kids, "it inevitably has a negative effect on learning," Spitzer argues” (Fonte). Se Spitzer è forse fin troppo diretto, è comunque quello che sto osservando anche io nella vita quotidiana. I bambini che sfruttano molto Tablet e Smartphone tendono ad essere chiusi, a parlare poco e a vedere ridotte le proprie capacità motorie e spaziali (lo osservo di persona quando pratico Karate con bambini tra i 5 ei 10 anni: i più "svegli" dal punto di vista motorio e spaziale sono quelli che utilizzano meno i terminali mobile).

Quello che adesso mi preme sottolineare è che, nonostante vi sia una notevole premura nel dotare le scuole di Tablet, non è stata posta altrettanta attenzione nello studiare i pro e i contro di tale sistema educativo. Gli studi sono molto recenti, spesso non coprono più di un paio di anni, e si vede l'utilizzo principalmente di iPad. Inoltre sono tutti studi molto simili e superficiali. Raramente se ne incontrano di almeno passabili. Ottimo, al contrario, seppure sempre limitato temporalmente, è questo studio (marzo 2013), realizzato nella solita Germania, e che pone in rilievo due dei dubbi fondamentali che ci siamo posti anche noi negli articoli precedenti, cioè le limitate funzioni creative del tablet, e la loro scarsa ergonomia nel creare i contenuti multimediali. Gli utilizzatori dei Galaxy Tab, i tablet utilizzati per questa ricerca, hanno constatato che l'assenza di una tastiera fisica limita notevolmente l'utilizzo del Tablet, così come l'assenza di molti programmi oggi essenziali (suite Office su tutti): “They lack a physical keyboard for text input and the simplicity of the operating system may, at the same time, restrict the breadth of possible uses”, e “For a short mail, the keyboard is fine, but for longer texts, writing on it is a pain”.
I vantaggi nell'utilizzare i Tablet sono essenzialmente due:

  • la possibilità di consultare con più facilità un testo (funzioni cerca, segnalibro, ecc): “The search function is something that I always missed in regular books when studying for exams, as the glossary is often not complete”;
  • il non dover stampare centinaia di fogli per tutta la classe: “I always feel bad when I need to print out hundreds of pages for a single class. With the tablet, this isn’t nece s sary anymore and I bet this saves tons of paper a year”.

Sul blog Marketing, media & childhood vi è un interessante post proprio su questi temi, e due quesiti tra i tanti posti dall'autore, Erin, trovo siano fondamentali ed in linea con quanto abbiamo visto:

  • An important part of media literacy education is learning to produce media – positive media. But tablet computers are best for consuming media, while desktops or laptops are best for producing media. How will the production part be taught? Would it make more sense to spend the technology funds on equipment that allows students to use it more actively and creatively, rather than equipment that allows mostly passive use?
  • Corporations are willing to spend billions to get exclusive access to children through schools, where they are captive audience, get the implicit endorsement of the schools, and can sometimes groom customers for life. Apple is a pioneer in marketing in schools and is heavily marketing the 1:1 ipad concept. By requiring Apple products, the school is essentially endorsing this huge corporation’s product. Is that appropriate? How does that benefit Apple to the detriment of the students? There is an anonymous donor. Is the anonymous donor actually Apple? Even if Apple is not the donor, were you influenced by Apple’s marketing to choose the iPad? According to the National Education Policy Center at the University of Colorado: “Overall, marketing activities in schools actively threaten high-quality education by causing psychological, healthrelated, and academic harm to students. Commercial activities offer children experiences primarily intended to serve the sponsors and not the children themselves; they are therefore inherently  miseducative,” because they promote unreflective consumption rather than critical thinking and rational decision making.” Have you considered this potential harm? Why can’t I choose any tablet computer – the one that is in my opinion the best value?

Nello studio tedesco, chi ha utilizzato i Tablet ha trovato utili le stesse feature presenti nei ben più economici, ed adatti alla lettura prolungata, eBook Reader. Le funzionalità aggiuntive dei Tablet sono quasi del tutto nullificate dalla mancanza del software adatto e di una tastiera fisica (Samsung propone una dock dotata di tastiera che potrebbe annullare questo svantaggio: ma perché allora non dotarsi di un Ultrabook con schermo touch? Di questo parleremo nelle conclusioni). Cosa si inventano quelli Samsung per aumentare l'hype attorno a questi tablet? La condivisione del desktop! (E l'hanno anche brevettata ...) Funzione già disponibile su tutti i PC da decenni, grazie all'utilizzo del programma gratuito VNC ad esempio. Ma soprattutto, ne esiste anche la versione analogica, da più di 2000 anni: "Ragazzi, andate a pagina 216, e scrivete questa nota a bordo del paragrafo due".

Proprio sui brevetti ha posto particolare enfasi Carlo Barlocco, Senior Vice President Samsung Electronics Italia, durante la presentazione della Smart School, affermando che l'azienda coreana è una delle aziende più attive nella ricerca al mondo, al secondo posto dal 2006 nella classifica per numero di brevetti depositati ogni anno. A mio parere i numeri contano ben poco. E' importante, al contrario, la qualità di questi brevetti. Mi sono preso allora 5 minuti per controllare quali brevetti siano stati depositati da Samsung recentemente, e le sorprese non sono mancate (Fonte United States Patent and Trademark Office):

 

"Stranamente" IBM, prima azienda al mondo per brevetti depositati, è assente da questa classifica. Chi produce quindi vera innovazione?

 

Altri brevetti ancora, molti dei quali ridicoli, aspettano di essere letti, se avrete la pazienza di cercare. Sarà forse questa la vera innovazione a cui si riferiva Barlocco?

Nonostante i tablet siano una moda recente, e non vi siano studi almeno sufficienti per capire se siano utili o meno alla didattica, si sta comunque pensando di utilizzarli in massa nelle scuole. Vi è un media, invece, che è stato studiato da più di 20 anni nell'utilizzo scolastico-didattico, il cui studio continua ancora oggi, e di cui sono ormai chiari pregi e difetti. Sarebbe possibile integrarlo nei programmi scolastici e nella didattica senza grosse rivoluzioni, e non servirebbe comprare hardware nuovo o aggiuntivo, se non in casi eccezionali. Sarebbe un investimento decisamente abbordabile economicamente. Di quale media sto parlando? Del Videogioco.

Studi sui videogiochi possono essere letti sui seguenti siti:

Non mancano inoltre numerosissimi autori che si sono dedicati all'argomento, tra cui Matteo Bittanti, conosciuto dai videogiocatori di vecchia data per aver collaborato con la rivista Giochi per il Mio Computer, ora docente presso il California College of the Arts.