La cifra pagata da Intel per acquisire Altera a molti è sembrata eccessiva. 16,7 mld di dollari sono tanti anche per un'azienda mastodontica come Intel, soprattutto quando in cassa si hanno poco più di 8 mld di dollari liquidi disponibili (oltre ad altri 10 mld disponibili una volta vendute azioni, partecipazioni, ecc.).
Come anticipato da Ambrish Srivastava, Wall Street Analyst presso la BMO Capital, per finalizzare l'acquisizione Intel avrebbe dovuto procedere indebitandosi, sebbene il colosso di Santa Clara non lo abbia mai ammesso: “As for what I don’t like, starting at the top, the opportunity we don’t agree is as big as they say. We don’t concur on the growth rate. This company has had a negative CAGR of 2% for the last 2 years. We are also disappointed on the details of the $17 billion they are putting down, with no details on the debt they are raising. The debt part could be $7 to $12 billion”.
Ora, grazie a Bloomberg, veniamo a sapere che Intel ha emesso Bond per 7 mld di dollari, al fin di trovare quel denaro necessario a completare l'acquisizione di Altera, senza per questo intaccare eccessivamente le esigue finanze rimaste: “Intel Corp. tapped the bond market for $7 billion to finance part of its $16.7 billion takeover of Altera Corp. at lower rates than initially offered to investors”. Va notato come Intel abbia venduta gran parte di questi bond con una scadenza pari a 30 anni.
Una strategia simile fu applicata nel 2006 da AMD per acquisire ATI, vendendo Bond per una cifra pari a 1,8 mld di dollari, e che adesso si stanno rivelando la spada di Damocle della casa di Sunnyvale, essendo in scadenza, a scaglioni, tra il 2019 ed il 2022.
Tornando ad Intel, si tratta del più grosso debito che la casa di Santa Clara abbia mai avuto sotto forma di Bond (nel 2012 Intel vendette Bond per 6mld di dollari, al fine di effettuare una poderosa operazione di BuyBack delle proprie azioni).
Vediamo a questo punto cosa ne penseranno gli analisti e gli investitori, memori di quanto è accaduto ad AMD, del crollo verticale del mercato PC e della diminuzione degli investimenti di Intel nelle proprie fonderie.