L'introduzione nel 2007/2008 degli SSD (Solid State Drive) dedicati espressamente al mercato consumer, inizialmente solo da parte di OCZ Technology, ha provocato un vero e proprio terremoto tra i produttori di dispositivi di memorizzazione di massa per Personal Computer.
Di punto in bianco, nel giro di pochissimi anni, l'Hard Disk, vero e proprio tallone d'Achille nei PC di fascia alta, ha ceduto il passo a dispositivi di memorizzazione tanto veloci che ora possiamo considerare il reale collo di bottiglia dei PC contemporanei la memoria DRAM.
Tale situazione ha decretato l'uscita dal mercato dei classici dischi rigidi di due aziende di peso, Samsung e Hitachi. Le divisioni che producevano HDD di queste sono state assorbite, rispettivamente, da Seagate e Western Digital. Ora, quindi, nel mercato degli HDD sono rimaste solo tre aziende: le già citate Seagate e Western Digital, e Toshiba.
Il successo degli SSD non ha comunque ucciso definitivamente gli HDD, e probabilmente tale eventualità non si concretizzerà entro la fine della prossima decade: i dischi meccanici, grazie all'enorme capacità di memorizzazione in rapporto ai costi, saranno ancora molto richiesti sia dai detentori dei grandi Data Center sia dagli utenti casalinghi che hanno necessità di notevole spazio di memorizzazione. Questo non significa che l'attuale triade potrà dormire sonni tranquilli, vivendo di rendita.
Nel 2011, dopo l'alluvione delle fabbriche tailandesi, i produttori di HDD hanno alzato notevolmente i prezzi dei propri prodotti per circa un anno, anche quei produttori che non sono stati colpiti direttamente da questa catastrofe, così da massimizzare i guadagni (la medesima strategia che stanno applicando ora i produttori coreani di DRAM). Western Digital, va detto, aveva buona parte della produzione dislocata proprio in Tailandia. I produttori di NAND Flash e di SSD non hanno perso tempo nello sfruttare la situazione, e questo ha permesso loro di vendere un numero incredibile di Solid State Drive, abbattendone così i costi di produzione. Nel 2011 il costo al GB per un SSD da 250GB era di circa 2,5 dollari, mentre ora siamo arrivati ad un rapporto di 0,60$/GB. Gli HDD, invece, durante questi 3 anni, sono semplicemente tornati al rapporto $/GB che si aveva prima dell'inondazione.
Western Digital, Seagate e Toshiba, conseguentemente, si sono fatte due conti ed hanno deciso di entrare direttamente anche nel mercato degli SSD, ma ognuna con un piano differente. Toshiba acquisendo OCZ, e dando vita a OCZ Storage Solutions, Seagate in parte con gli SSHD ed in parte con SSD su PCI-e, ed infine Western Digital, con soluzioni ancora più particolari.
Oggi, Davide Vento, Business Manager Italia di WD, dopo Brinkmann di OCZ, ci spiega come si sta evolvendo il mercato della memorizzazione di massa, sia descrivendoci i propri prodotti, sia parlandoci delle problematiche che si stanno inontrando.
B&C: Ciao Davide, prima di tutto, grazie per averci concesso questa intervista. Potresti spiegare ai nostri lettori che posizione e che ruolo ricopri all'interno di Western Digital?
DV: Ciao, il mio ruolo in WD è Business Manager Italia per la parte dischi interni (ovvero gli hard disk integrati all’interno di un qualsiasi dispositivo, dal PC desktop, al notebook, ai server, NAS, impianti di videosorveglianza, ecc…). Seguo tutto il canale dal distributore autorizzato, ai rivenditori, ai system integrators, offrendo supporto (nel caso) anche agli utenti finali.
B&C: Il mercato degli hard disk meccanici ricorda molto da vicino il mondo di Connor MacLeod (“Highlander”), ed il motto che vi girava dietro: ne rimarrà soltanto uno! Nel corso degli anni, infatti, la maggior parte di queste case o sono state assorbite, o sono fallite o hanno abbandonato tale mercato. Citiamone solo alcune, tra le più famose: Quantum, Maxtor, ExcelStor, Fujitsu, IBM, Iomega, Mitsubishi, Samsung, Conner e Syquest. Ad oggi le case attive si contano sulle dita di una mano: Western Digital (e la controllata HGST), Seagate, Toshiba. Dovremo aspettarci, nel prossimo futuro, un'ulteriore contrazione nel numero dei concorrenti? Come vede WD il futuro degli Hard Disk meccanici?
DV: Personalmente mi auguro che i produttori di dischi fissi non diminuiscano ulteriormente, sia per la tutela dei posti di lavoro di chi lavora nell’industria degli hard disk, sia per offrire agli utenti finali una possibilità di scelta tra i vari produttori. Detto ciò, ovviamente le politiche commerciali di ognuno dei produttori sono diverse e ritengo che quella di WD sia quella vincente. Il futuro dell’hard disk meccanico sarà roseo ancora per molti anni: cambieranno, si ottimizzeranno, aumenteranno di capacità, ma il costo per Gigabyte del disco meccanico è ancora 8-10 volte inferiore al costo per Gigabyte di altre tecnologie che stanno crescendo (SSD ad esempio) senza dimenticare che l’hard disk meccanico è arrivato a 6TB per singolo dispositivo, capacità decisamente superiore a quelle delle tecnologie emergenti.
B&C: Collegandoci alla domanda precedente, un fattore da tenere in considerazione per le tre aziende rimaste nel campo degli HDD è sicuramente il successo che stanno riscuotendo gli SSD. Western Digital sta cercando di trovare una propria via originale, attraverso la realizzazione di Hard Disk ibridi (SSHD), per mantenersi competitiva, senza però entrare in diretta concorrenza con i produttori puri di SSD, al contrario di quanto stanno facendo Seagate e Toshiba. Continuerete su questa strada, oppure anche WD prima o poi dovrà allinearsi alle rivali?
DV: Una precisazione dovuta. WD non produce hard disk ibridi ma un Dual Drive (SSD da 120GB + HDD meccanico da 1TB) una soluzione integrata in un formato da 2.5” standard (spessore 9,5 mm) il WD Black2 con un'unica interfaccia SATA3 con 5 anni di garanzia. I dischi SSHD (ibridi) dei nostri concorrenti usano la parte SSD come memoria cache, per velocizzare il trasferimento dati. La soluzione di WD prevede invece la possibilità di far risiedere sulla memoria SSD il sistema operativo ed i programmi e di usare la parte hard disk meccanico come storage per i dati. Quindi per essere più chiaro possibile, sul WD Black2 si possono scrivere/caricare programmi e sistema operativo sulla parte SSD, sui dischi ibridi “normali” questo non si può fare.
In merito alla strategia a medio lungo termine, personalmente non sono coinvolto nelle strategie aziendali, però la mia esperienza professionale mi dice che WD è sempre stata all’avanguardia tecnologicamente e predilige essere proprietaria delle tecnologie che propone al mercato. Investiamo molte risorse (sia umane che economiche) nella divisione Ricerca & Sviluppo e sicuramente, a tempo debito, presenteremo delle soluzioni marchiate WD che soddisferanno le esigenze degli utenti e del mercato, indipendentemente che siano basate su tecnologia SSD o qualche altra soluzione.
B&C: Passando al mercato Enterprise, gli Hard Disk meccanici sono ancora un componente essenziale, in quanto offrono un eccellente rapporto “prezzo/spazio di archiviazione/durata”. La presentazione di un HDD con connessione Sata Express al recente Computex significa che Western Digital vuole marcare ancora di più la propria leadership in tale mercato? Inoltre, la veloce caduta dei prezzi degli SSD potrebbe mettere in crisi il core business di WD, oppure gli Hard Disk meccanici continueranno a mantenersi molto più vantaggiosi economicamente nel prossimo futuro in tale settore?
DV: La strategia di WD è quella di offrire la migliore tecnologia per soddisfare un’esigenza del mercato e sicuramente la soluzione SATA Express di WD presentata al recente Computex va a offrire una soluzione a tale richiesta del mercato. Il costo per Gigabyte delle SSD sta diminuendo ma da contro altare anche il costo per Gigabyte degli hard disk meccanici scende ed inoltre la capacità degli hard disk meccanici per singolo dispositivo è arrivata recentemente a 6TB nel formato da 3.5”. Premesso ciò, credo che il mercato SSD crescerà anche nel segmento Enterprise ma il loro impatto sugli hard disk meccanici sarà relativo.
B&C: Guardando al mercato Consumer e Prosumer, si può osservare come il catalogo di Western Digital si stia allargando molto velocemente. Oltre ai classici HDD Raptor/VelociRaptor, Blue, Black e Green, recentemente hanno fatto la propria comparsa gli HDD delle serie Red (2012) e Purple (2014). Secondo le vostre ricerche di mercato, c'è veramente bisogno di un catalogo tanto ampio? Inoltre, in cosa si differenziano principalmente questi HDD tra loro? Parti meccaniche? Firmware? Test di affidabilità? Garanzia?
DV: La strategia di WD sugli hard disk è molto semplice. Personalmente mi piace fare un paragone che ritengo molto calzante. Non tutti guidiamo la stessa automobile: ci sono city car, berline, station wagon, cabriolet, auto sportive, coupé, limousine, SUV, ecc… una per ogni esigenza. Perché per gli hard disk ci dovrebbe essere solo una famiglia di prodotti? Un utente che ha bisogno di un hard disk per un PC desktop ha esigenze diverse da un utente che ha bisogno di un hard disk da integrare in un sistema di video sorveglianza CCTV o un sistema NAS.
WD sta profilando il canale attraverso questa ampia gamma prodotti, che noi interpretiamo come possibilità di scelta per gli utenti. Una delle mie principali attività oggi è quella di fare dei training ai rivenditori, di educare il canale distributivo e dei reseller, per offrire il disco giusto per la giusta applicazione. Troppo stesso, gli utenti (ed i rivenditori stessi) si fermano al prezzo dell’hard disk, senza pensare al tipo di applicazione. Il prezzo è una componente della scelta dei clienti, non è la sola ed unica (ci sono anche affidabilità, carico di lavoro, certificazioni, ottimizzazione hardware e firmware, garanzia). Un disco per un desktop è progettato per stare acceso (indicativamente) 3120 ore in un anno, un disco certificato 24 x 7 è progettato per essere alimentato 8760 ore all’anno. Questi semplici numeri fanno capire che integrare un disco desktop in un dispositivo atto ad un’applicazione 24x7 è un rischio, non giustificato (spesso) dai pochi Euro di differenza in fase di acquisto.
Di seguito una legenda della proposta commerciale di WD per il mondo consumer/prosumer.
WD Blue (sia 3.5” che 2.5”) per un uso in un dispositivo che generalmente rimane acceso 10h al giorno per 5 gg alla settimana (tipica applicazione office) con 2 anni di garanzia (estendibile a 3 anni con i pacchetti WD CARE)
WD Green (sia 3.5” che 2.5”) per un uso come memoria di massa secondaria per archiviazione dati, caratterizzato dai bassi consumi, prodotto con particolare attenzione alle eco sostenibilità con 2 anni di garanzia (estendibile a 3 anni con i pacchetti WD CARE).
WD Black per gli utenti che richiedono la massima performance, con dual chip, cache dinamica e 5 anni di garanzia (anche in questo caso disponibili sia in formato 3.5” che 2.5”) ideale per il gaming o video editing, etc…
WD RED un disco specifico per i NAS prosumer (fino a 6 bays) con 3 anni di garanzia (estendibile a 4 anni con i pacchetti WD CARE) e certificato 24x7 (per rimanere acceso 24h su 24h e 7 giorni su 7). Sviluppato in collaborazione con i primari produttori di NAS mondiali, è un prodotto che sta dando enormi soddisfazioni sia a WD che agli utenti finali che hanno trovato in questa proposta di WD il prodotto che mancava e che cercavano.
WD PURPLE è l’ultimo arrivato nella proposta commerciale di WD. Creato per rispondere ad un esigenza del mercato, visto la crescita continua dei sistemi CCTV sia a livello domestico che professionale il WD Purple grazie alle sue caratteristiche tecniche, può rispondere ad oltre il 90% delle future installazioni del mercato.
Le differenze brevemente sono: test in fase di post produzione all’interno delle ns fabbriche, firmware, certificazioni 24x7, termini di garanzia.
B&C: Un mercato che ultimamente sta avendo un notevole successo è quello del Cloud Computing, anche se a tutt'oggi non è ancora pienamente definito, in quanto la possibile clientela è molto varia. C'è chi vorrebbe utilizzare programmi da remoto, su smartphone o tablet, in maniera veloce, attraverso l'utilizzo di server dotati di CPU potenti ed SSD, e c'è chi vorrebbe soltanto poter condividere i propri dati con amici e colleghi, attraverso il semplice utilizzo di CPU poco potenti e Hard Disk meccanici. Voi come vedete tale mercato? Quale tipologia di clientela sarà la più numerosa? Quale porterà più profitti, e come si muoverà WD di conseguenza?
DV: WD ha visto l’opportunità del Cloud Computing prima degli altri e da qui nel 2012 il lancio dei WD RED. Inoltre negli ultimi trimestri abbiamo lanciato anche delle nostre soluzioni di personal Cloud sia per il mercato consumer (prodotti My Cloud e My Cloud Mirror) che per il mercato Small & Medium Business professionale con i prodotti My Cloud EX2 e My Cloud EX4 (rispettivamente 2 e 4 bays). Il personal cloud per WD è già un successo, con un incremento del business continuo trimestre per trimestre e crediamo sia vincente rispetto ai servizi di Cloud, sia per motivi di costi, che per flessibilità, che per performance.
B&C: Questa potrebbe risultare una domanda scomoda, ma credo che in molti vorrebbero ricevesse almeno una risposta, seppure telegrafica: come mai i produttori di HDD hanno impiegato quasi due anni per riportare i prezzi dei propri prodotti ai livelli pre-inondazione? Oggi sta accadendo una cosa simile, ma in forma più grave, con le memorie DRAM, mercato in cui le coreane Samsung ed Hynix applicano una specie di cartello, anche attraverso situazioni che sanno di già visto.
DV: Le alluvioni del 2011 hanno avuto un impatto importante sull’industria degli hard disk in generale. Non dimentichiamo che l’acquisizione di WD della controllata HGST e l’acquisizione dell’uso del brand Samsung negli hard disk da parte di Seagate avvennero proprio a seguito delle alluvioni (febbraio/marzo 2012) cambiando di fatto lo scenario del mercato, nonché le politiche commerciali ed i business model. Rispondendo nel modo più diretto e chiaro possibile alla tua domanda, i prezzi sono tornati ai prezzi pre-alluvione dopo un paio d’anni, perché il mercato e gli scenari sono cambiati e per offrire stabilità e visibilità.
Quanto di seguito vale per WD. Per il recovery plan delle fabbriche in Thailandia (ai tempi il 60% della produzione mondiale di WD) spese quasi 300 milioni di Dollari americani per ripristinare la produzione e 53 giorni dopo che l’acqua invase le nostre fabbriche, eravamo in grado di produrre. Purtroppo alcuni fornitori non ebbero la stessa capacità economica ed il contributo volontario dei dipendenti, il che creò ritardi e costi superiori.
Purtroppo sugli hard disk c’è veramente poca conoscenza sia a livello tecnologico che di modello di business.
Ho la sensazione che il livello d’integrazione degli hard disk sia ai più sconosciuta. Lo spazio tra la testina ed il piatto di un hard disk è inferiore a 15 Amstrong (unità di misura). Per fare un paragone più semplice, in proporzione è come se un aereo passeggeri facesse il giro del mondo 27 volte in un‘ora all’ altezza di 18mm (sì, 18 millimetri) senza mai toccare un filo d’ erba o una montagna o il mare o un palazzo). Un aereo passeggeri è progettato per fare 30.000 decolli ed atterraggi e superato tale limite viene smantellato. Le testine di un hard disk sono progettate per oltre 600.000 decolli/atterraggi. Il livello di integrazione e miniaturizzazione di alcuni componenti degli hard disk è inferiore a quello delle CPU con l’aggravante che essendoci parti in movimento, l’affidabilità, e la precisione devono essere mandatori per i produttori.
Per offrire un ulteriore esempio di quanto sia importante e sensibile una fabbrica, vi posso dire che dal 2011 WD ha una fabbrica in Brasile che a tutt’oggi non fa la produzione di massa perché non ha ancora raggiunto i livelli d’eccellenza necessari a rispettare i nostri elevati standard di qualità.
Per quanto sta accadendo nel mercato delle memorie DRAM, non sono in grado di commentare.
B&C: L'ultima domanda riguarda il successo che stanno riscuotendo i NAS in ambito casalingo, prodotti fino a non molto tempo fa ad appannaggio esclusivo dei soli professionisti, considerati i prezzi di vendita. WD offre una completa linea di prodotti “tutto-in-uno”, cioè comprensiva degli HDD installati, anche con connessione Thunderbolt (una delle poche case ad implementarla). Sempre più competitor, però, si stanno inserendo in questo settore, spesso con prodotti dall'eccellente rapporto qualità/prezzo. WD riesce a generare buoni margini da questi prodotti, oppure sta cominciando a diventare eccessivamente affollato? Come farete a differenziarvi maggiormente, così da attirare una clientela più vasta?
DV: WD è l’unico produttore di NAS (insieme a Seagate) che ha tutta la tecnologia in casa, producendo anche gli hard disk. Già questo è un motivo di differenziazione rispetto a quasi tutti i nostri competitor in questo mercato. Inoltre, la cosa che mi piace sottolineare, è che a tutt’oggi WD è l’unico produttore di hard disk presente in Italia con 4 persone. I nostri concorrenti seguono il mercato italiano in remoto, da altre nazioni europee. Mi piace pensare che la presenza locale, la totale assenza di barriere linguistiche e la conoscenza più che ventennale del mercato Information Technology italiano, possano avere un valore per gli operatori del settore e per gli utenti finali stessi.
B&C: Grazie Davide, è stato un piacere parlare con te.
DV: Grazie a te; spero di aver risposto in modo soddisfacente alle tue domande e di aver dato un’immagine di WD ai tuoi lettori un po’ più chiara e raggiungibile. Alla prossima.