La recente acquisizione di ARM da parte della giapponese SoftBank sta aprendo nuovi scenari soprattutto nel mercato dei PC e dei Server ad alte prestazioni, come riportano numerose testate e altrettanto numerosi illustri studiosi.
Il Professor Satoshi Matsuoka, guru giapponese del settore HPC e stimato ricercatore di fama mondiale, all’indomani di questa acquisizione ha fatto notare come i quartier generali di SoftBank e Fujitsu distino appena qualche metro, presso lo Shiodome di Tokio, e che Fujitsu sia da qualche anno impegnata nella realizzazione di HPC equipaggiati con una micro archiettura custom di ARM, gli ARM-K. Non va poi dimenticato che SoftBank e Fujitsu collaborano da diversi anni tanto nel mercato Mobile quanto delle Telecomunicazioni.
L'edificio nero è l'HQ di SoftBank, mentre quello più a sinistra è l'HQ di Fujitsu
L’acquisizione di ARM da parte di Softbank si va quindi ad inserire all’interno di un piano nazionale decisamente ampio, che probabilmente mira creare un sistema organico altamente efficiente per coprire tutti i livelli di mercato: da quello dell’Internet of Things a quello dei server HPC.
Come molti di voi sapranno, ARM da qualche anno sta tentando di sfondare nel mercato Server attaccandolo dal basso, ma Intel è sempre riuscita a parare i colpi, presentando prodotti competitivi anche nelle fasce basse (ad esempio, gli Xeon-D). Questo perché ARM si è affidata a case o in difficoltà economica (AMD), o completamente nuove del campo sebbene danarose (Qualcomm) o a Start-Up (Cavium). Questo modus operandi sta rallentando notevolmente l’adozione di ARM in un mercato, quello Server, che vuole non solo prodotti potenti, ma anche affidabili e progettati con criterio. Red Hat, a tal proposito, circa due anni fa fece i complimenti ad AMD per il SoC Seattle, affermando che tutti i SoC ARM dedicati al mercato Server sarebbero dovuti essere disegnati così, e non essere un collage, spesso derivati dai prodotti consumer, come quelli di Qualcomm, di Cavium o di Applied Micro. Sfortunatamente AMD non ha la forza commerciale per imporre i propri prodotti, e proprio per questo Seattle, ieri come oggi, è risultato essere più che altro un esercizio di stile.
Fujitsu, al contrario, ha tanto i fondi da investire, quanto il Know-How per realizzare i processori, ed anche i canali di vendita. I SoC Fujitsu prodotti su ISA ARM ahanno effettivamente la possibilità di imporsi sul mercato, anche quello dei server ad alte prestazioni. D’altra parte anche la UE aveva intuito le potenzialità di ARM, avviando il programma European Server Project, ma ora, con la Brexit, il progetto è ad alto rischio.
Proprio su questo punto scrive il Wall Street Journal, il quale riconosce nella nuova realtà un temibile avversario per Intel: la triade SoftBank-ARM-Fujitsu, attiva in tutti i mercati IT, da quello dell’IoT, alla sicurezza informatica, a quello consumer, fino a giungere agli HPC, potrebbe rivelarsi un avversario molto pericoloso per l’ISA x86. Riuscirà Intel a tenere botta?