Il mercato degli SSD nel recente passato ha conosciuto una relativa stasi. La connessione SATA III, che in molti credevano non saturabile alla sua uscita (2009), se non in un lontano futuro, è già da tempo un reale collo di bottiglia per le unità allo stato solido più recenti, bloccate a circa 600 MB/s nella velocità di trasferimento dati.
Le case produttrici di SSD, le case produttrici di Chipset, così come altre aziende che operano in maniera più o meno diretta in tale settore, stanno quindi studiando molto attivamente diverse soluzioni per superare questa barriera, guardando anche alla longevità futura. Non si vorrebbe ripetere l'errore commesso con la connessione SATA III, nata quasi già vecchia.
Nascono così diverse nuove porte di comunicazione dedicate agli SSD, i quali piano piano cominciano a trovarsi in formati diversi dai soliti package da 2.5” tanto somiglianti agli chassis dei classici hard disk meccanici da notebook: possiamo nominare gli SSD su slot PCI-e, per slot mSata e per slot M.2, tra quelli che stanno avendo maggior successo commerciale. Senza dimenticare l'imminente SATA 3.2 (SATA Express), evoluzione dell'attuale SATA III.
Questa corsa alla ricerca di un formato in grado di garantire maggiori prestazioni ha aiutato l'abbassamento dei prezzi degli SSD classici nel mercato consumer, in quanto non più prodotti di punta in ambito velocistico. Tale situazione, al contrario, si è verificata solo in parte nei settori Prosumer ed Enterprise, mercati dove la parte del leone la fa l'affidabilità, ed in misura minore la velocità pura.
Oggi, quindi, grazie alla disponibilità di OCZ Starage Solutions, possiamo provare con mano quanto effettivamente le nuove soluzioni su slot PCI-e siano più vantaggiose rispetto a quelle che fino ad ora hanno affollato le nostre porte SATA III, e lo faremo attraverso un confronto molto particolare, che ci porterà a fare delle considerazioni tutt'altro che scontate.
Buona lettura.
L'utilizzo della connessione PCI-e in sostituzione della classica SATA III è stata la prima soluzione implementata da diversi produttori di SSD, per una motivazione molto semplice: uno slot PCI-e 2x/ 4x/8x/16x è disponibile, al pari delle porte SATA, sulla stragrande maggioranza dele schede madri in commercio. Questo apre alle aziende produttrici di SSD su slot PCI-e un mercato pressoché pari a quello dei produttori di SSD SATA.
SATA e PCI-e, comunque, offrono ciascuno vantaggi e svantaggi che vanno considerati attentamente al momento della realizzazione di un SSD. Se la connessione SATA è nata espressamente per essere utilizzata con le periferiche di memorizzazione, evolvendosi di pari passo con queste (aumento della banda, implementazione dell'NCQ, ecc), il PCI-e è un bus polivalente, e per questo deve sottostare a diversi compromessi.
Se è vero che gli SSD PCI-e riescono a garantire tempi di accesso più ridotti, grazie alla connessione diretta con la CPU, una bandwidth maggiore, grazie alla possibilità di utilizzare più linee PCI-e, ed un'occupazione minore della CPU, grazie ad una semplificazione dei layer di interconnessione, è altrettanto vero che questi necessitano di driver proprietari per funzionare, spesso disponibili solo per Windows (ad esempio, il RevoDriver 350 al momento non è ufficialmente compatibile con GNU/Linux. Questo significa che nel caso si voglia utilizzare con il pinguino, lo si farà a proprio rischio e pericolo, almeno fino al rilascio dei driver ufficiali, promessi dalla stessa OCZ a breve - Update: i driver GNU/Linux sono stati rilasciati, e sono disponibili a questo indirizzo: http://ocz.com/consumer/download/drivers ). Altro aspetto da considerare, è il fatto che un SSD PCI-e è un'entità indipendente, il che le permette di essere configurata in modalità RAID con altre schede gemelle con una certa difficoltà, al contrario di quanto si può fare con gli SSD SATA, sempre a causa della forte dipendenza dai driver proprietari.
Questo difetto può essere però superato in fase di progettazione dell'SSD PCI-e, integrando sul PCB più controller. Il RevoDrive 350, infatti, integra 2 CTRL NAND nella versione da 240GB, e 4 CTRL NAND nelle versioni da 480GB e da 960GB, tale da rendere queste schede dei RAID 0 su singolo PCB. Il tutto, però, si traduce in un aumento di costi, sia di progettazione sia di produzione, esponenziale. Al contrario, un RAID di SSD SATA ha un aumento di costi lineare.
Detto questo, c'è da considerare l'aspetto degli spazi. Un SSD PCI-e è un'unità autoalimentata, che non necessita di cavi, al contrario di un SSD SATA. Realizzare un RAID di SSD potrebbe mettere a dura prova la pazienza dell'assemblatore di PC o dell'Amministratore di un Server, e soprattutto potrebbe creare problemi nel ricircolo d'aria all'interno del case. Questione da non sottovalutare, quest'ultima, soprattutto se la macchina deve lavorare a pieno regime per un periodo prolungato.
Vi è poi da considerare la questione dell'affidabilità. Un SSD PCI-e è considerato a tutti gli effetti un SSD unitario, sebbene spesso integri più CTRL NAND, e quindi è da considerarsi concettualemente un RAID 0 di SSD, integrato su un singolo PCB. Questo significa che ne è garantito il funzionamento al pari di un SSD SATA classico da 2,5". Un valore aggiunto non da poco, se consideriamo gli svantaggi di un RAID 0 di SSD SATA. Facendo un paragone con il RevoDrive 350 da 480GB (4 CTRL), un RAID 0 di quattro SSD SATA ha una probabilità quattro volte superiore di malfunzionamento rispetto all'utilizzo di un disco singolo, oltre a dipendere da un CTRL RAID esterno (o sulla scheda madre o su slot PCI-e). Nel caso la scheda madre o il CTRL PCI-e dovessero “morire”, volesse il caso non si trovassero dei sostituti perfettamente compatibili, il RAID 0 diverrebbe praticamente irrecuperabile.
In conclusione, se dal punto di vista dei costi un RAID 0 di SSD SATA è effettivamente il vincitore del confronto, gli SSD PCI-e lo sono dal punto di vista dell'affidabilità e della semplicità d'uso per l'utente finale. E per quanto riguarda le prestazioni? Andiamolo a scoprire.
OCZ Technology, prima di diventare OCZ Storage Solutions, è stata una pioniera nel mercato degli SSD in ambito consumer, come abbiamo avuto modo di discutere con Tobias Brinkmann, Vice President Global Marketing di OCZ, tanto da essere stata la pioniera anche nella commercializzazione di SSD in formato PCI-e al di fuori del mercato Enterprise, con i primi RevoDrive.
SSD | RevoDrive 350 240GB | RevoDrive 350 480GB | RevoDrive 350 960GB |
Lettura Sequenziale | 1 GB/s | 1,8 GB/s | 1,8 GB/s |
Scrittura Sequenziale | 950 MB/s | 1,7 GB/s | 1,7 GB/s |
Random Read Speed (4K, QD32) | 45K | 90K | 135K |
Random Write Speed (4K, QD32) | 80K | 140K | 140K |
NAND Flash | 19nm MLC Flash | 19nm MLC Flash | 19nm MLC Flash |
NAND Controller | 2x LSI SandForce SF-2282 | 4x LSI SandForce SF-2282 | 4x LSI SandForce SF-2282 |
Storage Controller | VCA 2.0 | VCA 2.0 | VCA 2.0 |
Connessione | PCI Express Gen. 2 x8 | PCI Express Gen. 2 x8 | PCI Express Gen. 2 x8 |
Dimensioni (PxAxL) | 180.9 x 126.3 x 21.6mm | 180.9 x 126.3 x 21.6mm | 180.9 x 126.3 x 21.6mm |
Peso | 310 gr | 310 gr | 310 gr |
Consumo Idle | 8W | 9,5W | 10W |
Consumo Full Load | 10,5W | 14W | 14,5W |
Mean Time Between Failures (MTBF) | 2 mln di ore | 2 mln di ore | 2 mln di ore |
Durata stimata in scrittura | 50GB/giorno per 3 anni | 50GB/giorno per 3 anni | 50GB/giorno per 3 anni |
SO supportati | Microsoft Windows 7, 8, 8.1 32/64-bit | Microsoft Windows 7, 8, 8.1 32/64-bit | Microsoft Windows 7, 8, 8.1 32/64-bit |
Feature | TRIM, Garbage Collection | TRIM, Garbage Collection | TRIM, Garbage Collection |
Garanzia | 3 anni | 3 anni | 3 anni |
Contenuto della confezione |
RevoDrive 350, CD Driver | RevoDrive 350, CD Driver | RevoDrive 350, CD Driver |
Seriale | RVD350-FHPX28-240G | RVD350-FHPX28-480G | RVD350-FHPX28-960G |
Oggi, dopo il primo RevoDrive (2009), OCZ continua sulla medesima strada con la commercializzazione del RevoDrive 350, modello di punta della propria offerta consumer, tanto da strizzare pesantemente l'occhio anche alla clientela Prosumer, guardando le caratteristiche tecniche. Con (dati dichiarati) 1800 MB/s in lettura sequenziale, 1700 MB/s in scrittura sequenziale e 140,000 IOPS in formato 4k in scrittura casuale, per il modello di punta (960GB), il RevoDrive 350 si presenta come un must have per tutti quegli utenti che non si fanno problemi ad avere il meglio di quanto il mercato informatico può offrire.
La componentistica utilizzata, d'altra parte, è di ottima qualità, e non si è certamente badato al risparmio (il prezzo di listino non ci permette neppure di pensarlo). Le NAND Flash MLC utilizzate sono prodotte da Toshiba (casa madre di OCZ Storage Solutions), col nuovo nodo a 19nm, e sono presenti nel formato da 32GB (16 x TH58TEG7DDJBA4C). Alcuni, probabilmente, staranno pensando che la moltiplicazione 32GB x 16 non produce un risultato di 480GB, ma di 496GB. I 16GB rimanenti, infatti, sono stati lasciati di riserva da OCZ, così da garantire una longevità maggiore. Nel caso qualche cella di memoria dovesse divenire inutilizzabile nel tempo, automaticamente questa verrebbe sostituita da una cella sana lasciata “dormiente” (in gergo, “over-provisioning”). Questo permette ad OCZ di garantire un Mean Time Between Failures (MTBF - tempo medio prima che si guasti irremediabilmente) pari a ben 2 milioni di ore. Per fare un confronto, Samsung sui pluripremiati 840 Pro garantisce appena 1,5 milioni di ore, mentre Intel sulla serie 530 sole 1,2 mln di ore.
Per i CTRL che dovranno gestire questi 16 moduli NAND Flash, OCZ ha deciso di affidarsi a quattro SandForce 2282, prodotto di punta di LSI per il mercato consumer di fascia alta. Potendo gestire una bandwidth di 500MB/s ognuno, sia in lettura sia in scrittura continuata, sono perfetti per saturare completamente, almeno in teoria, i 2000 MB/s della connessione PCI-E 2.0 4x utilizzata dal RevoDrive 350.
Per completare il quadro o, meglio, l'SSD, OCZ ha deciso di coprire un lato del PCB con una copertura metallica di color argento. Avendo constatato che durante l'uso, anche pesante, la componentistica del RevoDrive 350 produce una quantità minima di calore, posso affermare, senza timore di smentite, che tale copertura è stata applicata per motivi puramente estetici, al fine di garantire all'SSD un aspetto più aggressivo e piacente, così da attirare a sé anche l'utenza Enthusiast più danarosa (i così detti Hardcore), spesso abbagliati da package luccicanti e sbrilluciosi.
Configurazione di Prova
CPU | Xeon E3-1220V3 Pentium G1820 |
|
Scheda Madre | Asus Z87-M Plus | |
Memorie | 2x4GB DDR3-1600 9-9-9-27 | |
Scheda Video | Sapphire Radeon HD7730 1GB GDDR5 | |
Alimentatore | Antec HCG620 620W | |
SSD | OCZ RevoDrive 350 480GB | RAID 0 4 x Kingston SSDNow V300 120GB |
Sistema Operativo | Windows 8 Professional | |
Driver | AMD Catalyst 14.4 OCZ 2.0.0.4774 Intel ChipSet INF 10.0.13 |
AMD Catalyst 14.4 Intel Rapid Storage Technology 13.1.0.1058 Intel ChipSet INF 10.0.13 |
Programmi | AIDA64 Engineer v4.50 Pinnacle Studio 16 Plus WinZip 18.5 |
Metodologia di Test
La nostra metodologia operativa prevede quanto segue:
- Sul sistema sono stati installati solo i componenti necessari quali CPU, memoria RAM, scheda video ed hard disk.
- L'hard disk di sistema è stato formattato, sono stati poi installati il sistema operativo, i driver per le periferiche ed i software di analisi
- Sull'SSD viene effettuata una prima serie completa di test anche se i dati che ne derivano vengono utilizzati solo per scopi secondari. I risultati veri e propri saranno quelli che derivano dalle altre serie di test effettuate solo dopo aver riempito completamente l'SSD ed averlo formattato
- Ogni test è stato ripetuto per tre volte e nel caso in cui valori di qualcuno di essi mostri una varianza troppo elevata il test stesso viene nuovamente ripetuto ma non prima di aver individuato le cause dell'errore
- Fra un test e l'altro il sistema viene riavviato
- I dischi sono impostati per funzionare in modalità AHCI e con tecnologia TRIM funzionante
Del RevoDrive 350 sono state pubblicate numerose recensioni fino ad oggi, le quali hanno visto l'utilizzo, in gran parte, dei medesimi software e benchmark (che comunque abbiamo utilizzato anche noi). Questa situazione ci permette così di avere un discreto quantitativo di dati su cui elaborare una nostra recensione originale, così da mettere in luce alcuni aspetti del RevoDrive 350 che o non sono stati trattati o lo sono stati in parte. Per fare questo, quindi, vediamo cosa le altre testate hanno scritto del SSD PCI-e di OCZ.
Il RevoDrive 350 ed i suoi sfidanti
Una prima cosa che va notata, è che tutte le testate hanno recensito il RevoDrive 350 completamente vuoto o completamente pieno. Se questo modus operandi si presta perfettamente a misurare le prestazioni di punta di un SSD, d'altra parte non ci permette di conoscerne le prestazioni nell'utilizzo reale, in quanto probabilmente verrà utilizzato come disco principale. Sarebbe uno spreco, concorderete anche voi, utilizzare il RevoDrive 350 come una semplice unità di storage. Questo ci ha portato a testare il RevoDrive 350, così come la configurazione RAID 0 di SSD, con installati Windows 8 Professonal ed i relativi software.
Abbiamo inoltre scelto di mettere a confronto il RevoDrive 350 non a singoli SSD, ma ad un RAID 0 di quattro SSD da 120GB (totale, 480GB), in quanto il prodotto di OCZ integra ben quattro controller SandForce. Di fatto, come detto qualche paragrafo più in alto, il RevoDrive 350 è un RAID 0 di SSD su un singolo PCB, ed abbiamo voluto confrontarlo con una configurazione SATA quanto più simile possibile. Uno dei vantaggi del prodotto di OCZ dovrebbe proprio essere la maggiore facilità di utilizzo rispetto ad una configurazione RAID, e la minore dipendenza nei confronti della CPU. Proprio per avallare questa tesi, si è deciso di testare il RevoDrive 350 e il RAID 0 di SSD con due CPU molto diverse: uno Xeon E3-1220V3 (4C/4T) ed un Celeron G1820 (2C/2T).
SSD | OCZ RevoDrive 350 | RAID 0 x4 Kingston SSDNow V300 120GB |
CTRL | (4 x) SandForce SF2282 | (4 x) SandForce SF2281 |
Interfaccia SATA | 6Gb | 6Gb |
Seq. Read/Write (MB/s) | 500/500 | 500/500 |
Sustained 4K Reads (IOPS) | 60.000 | 60.000 |
Burst/Sust 4K Writes (IOPS) | 60.000/20.000 | 60.000/20.000 |
NAND Flash | 19nm | 19nm |
Parlando di specifiche recensioni, poi, si può notare che, sebbene nella lettura e nella scrittura sequenziale il RevoDrive 350 sia un vero e proprio mostro, nella lettura e nella scrittura randomica, soprattutto con file di piccole dimensioni, la creatura di casa OCZ arranchi fin troppo spesso, perdendo molto del vantaggio che possiede nei confronti dei concorrenti SATA. Alcuni esempi possono essere letti su TechSpot, StorageReview e LegionHardware. Anche noi abbiamo riscontrato i medesimi risultati, come è possibile osservare qui di seguito.
Con CrystalDiskMark si può notare come nella gestione di file di piccole dimensioni le prestazioni crollino in maniera verticale, ma questa è una costante di tutte le configurazioni RAID 0 di SSD, categoria in cui rientra anche il RevoDrive 350. Solo particolari SSD di classe Enterprise sono stati ottimizzati per queste situazioni, ma si parla di drive che nel prezzo hanno uno 0 in più rispetto a quello del prodotto di OCZ.
ATTO Disk mostra come il RevoDrive 350 eccella più nella scrittura, che nella lettura, con file di 128MB o più piccoli, grazie alla presenza di ben 4 CTRL NAND. Se si osservano i benchmark effettuati con SSD singoli, infatti, la velocità di lettura è sempre molto superiore a quella di scrittura (Qui due esempi, uno tratto da HardOCP, nella recensione del vendutissimo Samsung 840 EVO da 120GB, ed uno tratto da TweakTown, nella recensione dell'altrettanto famoso Samsung 840 Pro).
Il benchmark AS SSD ancora una volta ci mostra le povere prestazioni del RevoDrive 350 nella lettura casuale 4K, segno evidente che i quattro CTRL NAND mal gestiscono questo carico di lavoro, molto probabilmente proprio a causa dell'eccessiva latenza: la presenza di ben quattro CTRL NAND si fa sentire pensantemente. Qui di seguito il test che abbiamo effettuato con il Vector 150 da 240GB, sempre di OCZ, da noi recensito a questo link. La differenza a favore dell'SSD SATA è abissale.
Abbiamo in ultimo testato il Revo Drive 350 con IO Meter 2010, ed i risultati conseguiti sono risultati sbalorditivi per un valore in particolare: l'IOPS (Input/Output Operations Per Second). Il Revo Drive 350 da 480GB non solo è in grado di raggiungere i valori dichiarati di Random Read 4K (90.000) e Write Read 4K (140.000), ma addirittura di superarli, sfiorando rispettivamente i 94.000 e i 160.000 IOPS! Valori del tutto teorici, è vero, ma che dimostrano come questo SSD PCI-e possa essere davvero ottimo se utilizzato per realizzare Server Entry-Level.
IO Meter 2010 | ||
Random Read 4K | Random Write 4K | |
IOPS Dichiarati | 90.000 | 140.000 |
IOPS Rilevati | 93.218 | 159.897 |
Sono situazioni che si verificano solo con benchmark sintetici, o possono presentarsi anche in situazione reali? Per venirne a capo, abbiamo deciso di testare il RevoDrive 350 in situazioni un po' diverse dal solito.
AIDA64 Average Read Access Test (OCZ RevoDrive 350)
Xeon E3-1220V3 (a sinistra) e Pentium G1820
AIDA64 Average Read Access Test (RAID 0 SSD)
Xeon E3-1220V3 (a sinistra) e Pentium G1820
AIDA64 Read Test Suite
Come è possibile osservare da questi test, l'OCZ RevoDrive 350 è molto più leggero da gestire per la CPU, rispetto al RAID 0 di SSD, e questo lo si nota soprattutto quando il processore non è tra i più potenti. Comunque, anche con una CPU di discreta potenza, come lo Xeon E3-1220V3, la percentuale di occupazione è leggermente più elevata. Inoltre, quando i dischi del RAID 0 SSD sono molto stressati, la CPU deve intervenire pesantemente per ottimizzare i carichi di lavoro, e se questo potrebbe non essere un problema per l'utenza casalinga, in ambienti Workstation o Server la situazione potrebbe non essere delle più alettanti: si potrebbero verificare semplici rallentamento nel sistema, come potrebbe fare la propria comparsa un fastidioso lag di risposta ai comandi dell'utente. Non è un caso, quindi, che le aziende che operano nel mondo Enterprise (Oltre a OCZ, ci sono Seagate, SK Hynix, Intel, Micron, ecc) stiano favorendo l'adozione di soluzioni SSD su slot PCI-e invece che RAID di SSD.
Come abbiamo avuto modo di scrivere in precedenza, abbiamo voluto effettuare un test sui reali benefici che può portare il RevoDrive 350 nei confronti di una configurazione di quattro SSD in RAID 0. Per far questo ci siamo avvalsi di due tipologie di programmi che sono spesso utilizzati dall'utenza domestica come da quella professionale: un programma di video editing (Pinnacle Studio 16 Plus) e un programma di compressione (WinZip 18.5). Abbiamo deciso di non effettuare nessun test con file di piccole dimensioni, in quanto la reale utilità di queste configurazioni si ha solo con file di grosse dimensioni (e le recensioni che abbiamo citato nel paragrafo "Una breve introduzione ai test" ne sono una perfetta prova).
Abbiamo quindi testato le due configurazione prima solo con Pinnacle Studio 16 Plus, esportando un progetto da 1,5 GB in un filmato BluRay 1080p, e successivamente abbiamo riproposto lo stesso test, contemporaneamente alla creazione di un archivio Zip di 1,5 GB, realizzato però attraverso l'utilizzo della GPU (Accelerazione OpenCL). Questo ci ha permesso di far lavorare la CPU quasi del tutto sul video, massimizzando così il lavoro degli SSD (scrittura di due file in contemporanea).
Come è possibile osservare da questi risultati, le due soluzioni sono praticamente alla pari, con un leggerissimo vantaggio per il RevoDrive 350, probabilmente garantito dalla minore occupazione della CPU. Questo risultato si scontra, infatti, con i valori massimi teorici riscontrati attraverso il benchmark "Read Test Suite" di AIDA64. Appare evidente, quindi, come il RevoDrive 350, sebbene non raggiunga la potenza bruta del RAID 0 di SSD in termini di velocità massima, sia complessivamente una soluzione più equilibrata ed efficiente.
Come alcuni di voi avranno sicuramente notato, abbiamo confrontato un SSD da circa 700 euro con una configurazione RAID 0 di SSD da 250 euro. Meno della metà del prezzo dell'unità OCZ. Guardando i risultati dei nostri test sorge spontanea, quindi, la fatidica domanda: perché spendere tanti soldi per il RevoDrive 350, se con meno ho le stesse prestazioni? Una domanda giusta ed assolutamente lecita, a cui andremo a rispondere per punti.
Come abbiamo scritto all'inizio, il RevoDrive 350 non è rivolto ai classici clienti consumer e alla piccola utenza business, in quanto per tali categorie di utenti OCZ ha in listino gli SSD, rispettivamente, delle famiglie Vertex e Vector, da noi già recensite (Vertex 460 e Vector 150). Il RevoDrive 350 appartiene ad una categoria a sé stante, in quanto può essere considerato il fratello bastardo degli SSD di classe Enterprise Z-Drive 4500. Il prodotto che oggi abbiamo recensito porta con sé caratteristiche che, sebbene possono dire poco all'utente comune, al professionista della grafica o del video editing, così come ad un Amministratore di Sistema che voglia mettere su un Server entry-level, possono essere molto utili.
Il RevoDrive 350, come abbiamo visto, garantisce le medesime prestazioni di un RAID 0 di SSD, ma con una serie di vantaggi: una maggiore affidabilità, una maggiore facilità di utilizzo, una minore occupazione della CPU, una migliore gestione dei spazi interni del cabinet e, particolare da non sottovalutare, l'assistenza clienti di alto livello garantita da OCZ Storage Solutions per questo tipo di soluzioni.
Soluzioni, quelle appena elencate, che possono attirare a sé anche l'utenza Enthusiast, da sempre attratta dalla componentistica di più alto livello. Il RevoDrive 350 è davvero un piccolo gioiellino dal punto di vista ingegneristico, in quanto in una scheda PCI-e di medie dimensioni, e dal raffinato package, riesce a condensare la potenza di ben quattro SSD SATA da 2,5”.
Facendo un'analogia con il mercato delle schede video, possiamo paragonare il RevoDrive 350 alla GeForce 780Ti o alla Radeon R9 290X, mentre un RAID 0 di SSD ad uno SLI o un CrossFire di GeForce 770 o di Radeon R9 280X. Sì, lo SLI/CrossFire teoricamente garantisce prestazioni migliori rispetto alla scheda di punta, e con costi minori, ma si va incontro ad altri svantaggi: dipendenza dai driver, maggiore probabilità di malfunzionamenti, maggiore spazio occupato, e via di questo passo.
Con il RevoDrive 350 siamo nella medesima situazione. Se si vuole il meglio che il mercato consumer/prosumer degli SSD è in grado oggi di offrire, bisogna sborsare qualche euro in più. Ma, ricordiamolo, non è una soluzione per tutti (indipendentemente dalla disponibilità economica): se si acquista, va sfruttato fino in fondo. Così come non si acquista una GeForce 780Ti per giocare alla mera risoluzione FullHD, non si può acquistare un RevoDrive 350 solamente per fare a gara a chi avvia Windows in minor tempo.