Giusto ieri NVIDIA ha presentato i risultati preliminari del 2Q22 e, contrariamente a quanto atteso, questi si sono dimostrati tutt'altro che rosei. La prossima trimestrale di NVIDIA somiglierà più a quella di Intel che a quella di AMD. Questo perché la crisi delle cryptovalute ha messo notevolmente in difficoltà la divisione gaming (-44% YoY) della casa del camaleonte, la quale nell'ultimo anno e mezzo ha visto le proprie schede far la parte del leone in questo settore. Interi, grossi stock di schede NVIDIA sono state vendute dai vari OEM (qui un esempio) direttamente ai miner, lasciando a bocca asciutta i videogiocatori.

La situazione per NVIDIA non sarebbe poi tanto grave se la questione ruotasse solamente su un minor numero di schede vendute per uno o due trimestri. Quello che preoccupa realmente NVIDIA è la quantità di schede attualmente in magazzino, per un valore di oltre un miliardo e mezzo di Dollari. Se sommiamo a queste schede quelle che nel prossimo futuro potrebbero inondare il mercato dell'usato a basso prezzo (stiamo parlando di decine di migliaia di schede video), possiamo solo immaginare quanto possa risultare problematica la commercializzazione della nuova generazione di GPU Ada Lovelace. Commercializzarla con i magazzini ancora pieni di schede della famiglia 3000 significa mettere in seria difficoltà i propri partner commerciali. D'altra parte, ritardare la commercializzazione della serie 4000 per dare il tempo ai partner di svuotare i magazzini (e non si sa quanto tempo possa occorrere) significherebbe offrire, su un piatto d'argento, ad AMD la possibilità di lanciare le nuove schede basate su RDNA3, lasciandole padrone del mercato di fascia alta per diversi mesi.

Una bella gatta da pelare per JHH.