I tempi di manovra erano davvero stretti. I Pentium MMX schiaffeggiavano i K5 e i Pentium II, evoluzione per il mercato consumer dei Pentium Pro, erano sulla rampa di lancio.
AMD lavorò alacremente sul progetto Nx686 di NexGen per tirare fuori un processore in grado di rivaleggiare almeno con i Pentium MMX, riutilizzando il sempreverde Socket 7. Intel lo avrebbe in seguito abbandonato in favore dello Slot 1, lasciandone AMD unica padrona.
I mercati erano sulle spine per il nuovo venuto, Intel stessa cercava di esorcizzare la creatura di AMD. Fino a poco prima della presentazione le uniche cose che si potevano leggere furono i comunicati stampa della casa di Sunnyvale. Buono o cattivo auspicio? Intel sarebbe tornata la dominatrice assoluta del mercato PC e x86? Grazie ad AMD i prezzi si erano abbassati notevolmente, ed una sua scomparsa avrebbe significato pagare una CPU centinaia di dollari anche nella fascia più infima di mercato. L'utenza più smaliziata tremava.
Fortunatamente per gli utenti, AMD preparò bene il proprio ritorno in campo e, anche attraverso una campagna pubblicitaria piuttosto aggressiva, il K6 divenne una sorta di Best Buy. Erano tornati i tempi del 5x86!
Pubblicità a due pagine di AMD dell'aprile 1997 sulla rivista americana InfoWorld
Nell'aprile del 1997 l'AMD K6 ebbe un'accoglienza davvero ottima e le recensioni che lo mettevano a confronto con il Pentium II, nettamente più prestante (circa il 40% più veloce), ne evidenziarono comunque l'ottimo rapporto prezzo/prestazioni. Il K6 200 MHz aveva prestazioni leggermente superiori al Pentium MMX 200 MHz, costando circa il 25% in meno. Il processore di AMD divenne la scelta prediletta di chi voleva aggiornare il PC senza cambiare mezzo mondo.
Tra le caratteristiche del K6 sono da ricordare l'integrazione di tutte le 57 istruzioni MMX, la cache L1 composta da 32KB per le istruzioni e da 32KB per i dati (nei Pentium MMX e Pentium II era 16KB+16KB) e la possibilità di operare simultaneamente con 24 operazioni RISC (i Pentium Pro e Pentium II arrivavano a 20) migliorando la reattività del Sistema Operativo nel caso di carichi di lavoro elevati. Vi erano comunque anche dei difetti. I processori Intel supportavano due istruzioni MMX per ciclo, mentre il K6 solo una, limitandone di fatto le prestazioni in ambito multimediale. Inoltre la nuova architettura non era supportata da tutte le schede madri in commercio, anche a causa di chipset antiquati.
Le scarse prestazioni in ambito multimediale ottenute con la prima serie di K6 sarebbero state in seguito un vero e proprio tallone d'Achille per AMD, conosciuta dalla massa come un'azienda in grado di realizzare economici processori ottimi per l'ufficio ma inadatti al gioco. Tale nomea sarebbe poi scomparsa, almeno in parte, con le CPU della famiglia K8, e comunque molto lentamente.
Tabella di comparazione delle principali CPU dell'agosto del 1997. Recensione di PC Magazine, numero 16 (09/1997)
Le versioni e i prezzi iniziali di commercializzazione (tra parentesi), comunicati il 2 aprile, erano, per lotti di 1.000 pezzi: 166MHz (244 dollari) , 200MHz (349 dollari) e 233MHz (469 dollari). Intel, per contrastare almeno in parte il successo di AMD su Socket 7, introdusse il 2 giugno il Pentium MMX 233MHz, con un prezzo di 594 dollari per lotti di 1.000.