***ATTENZIONE*** leggendo questa recensione potrete incorrere in alcuni inevitabili spoiler, riguardanti precedenti titoli.
Al termine degli eventi di Wolfestein II: The New Colossus, abbiamo lasciato il capitan Blazkovicz in compagnia della sua adorata Anya, ricordiamo in dolce attesa e piuttosto sprezzante del suo pancione, e tutto sommato galvanizzato dalla "vittoria" ottenuta da parte della resistenza nei confronti dei sempre più odiati nazisti..
.. ma, onestamente, quanti di voi si sarebbero aspettati di poter vestire i panni delle sue figlie gemelle al suo posto, in un nuovo capitolo della serie, ambientato nella Parigi degli anni '80, che sa quasi di spin-off?
É proprio così che Bethesda Softworks e Machine Games hanno deciso di gettare le basi per questo nuovo capitolo, chiedendo un aiuto ai ragazzi di Arkane Studios (Ricordiamo i creatori delle serie Dishonored e Prey) per rinnovare e caratterizzare "anche in verticale" questa avventura.
Una delle caratteristiche principali di questo nuovo titolo, oltre alla nuova ambientazione/trama, è senz'altro la possibilità di affrontare l'intera campagna del gioco in compagnia di un'amico, sfruttando la modalità co-op che non solo rende giustizia alla trama che offre le due protagoniste gemelle, bensì aumenta la freneticità - ma allo stesso tempo anche la componente stealth se si vuole - del gioco stesso.
Al fine di valorizzare il tutto, Bethesda ha deciso di estendere tale possibilità non solo alle diverse persone che possegono in gioco, bensì - tramite l'acquisto della versione Deluxe del gioco, a fronte di una spesa lievemente maggiore - anche a coloro i quali non lo hanno acquistato, sfruttando un client demo scaricabile gratuitamente.
Come se non bastasse, Bethesda ha deciso assieme agli sviluppatori di lanciare questo interessante "ibrido" ad un prezzo decisamente accessibile (Quasi come fece con il prequel Wolfenstein: The Old Blood).
Wolfenstein: Youngblood è disponibile da giorno 25 luglio 2019 per Xbox One, PlayStation 4 e PC Windows (tramite Steam), per quest'ultimo al prezzo di 29.99€ nella versione standard e 39.99€ nella variante Deluxe che offre il Buddy Pass utile per giocare in compagnia degli amici che non possegono il gioco.
Nonostante i buoni voti attribuiti dalla critica, che ha elogiato le novità introdotte da questo nuovo capitolo della serie, allo stesso tempo abbiamo notato in questi giorni le tante lamentele provenienti della community, che si oppongono su più fronti.. cerchiamo di fare chiarezza!
Spunti di lettura:
Recensione Wolfenstein II: The New Colossus
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Gli sviluppatori hanno dichiarato che per far girare degnamente questo titolo su PC bisogna essere in possesso di una configurazione hardware di livello mainstream, sotto alcuni aspetti un pizzico più prestante di quanto suggerito con il precedente Wolfenstein II: The New Colossus (Vedi pagina successiva per maggiori informazioni).
In possesso dei requisiti minimi si otterrà più o meno la medesima esperienza ottenuta dalle attuali console next-gen, ma con dettagli grafici settati quasi al massimo e framerate vicino ai 60FPS, che per mantenere questo target eseguono questo titolo sfruttando la tecnica della risoluzione dinamica.
Il vantaggio di avere una configurazione di buon livello sarà quello di poter giocare a risoluzioni superiori al classico 1080p (il gioco supporta le risoluzioni 2K/4K), senza dimenticare i monitor con ratio 21:9 e frequenza di aggiornamento superiore ai classici 60Hz.
REQUISITI MINIMI:
OS - Windows 7/8/8.1/10 a 64-bit
CPU - Intel Core i5-3570 oppure AMD Ryzen 5 1400
RAM - 8 GB
HDD - n.d.
GPU - NVIDIA GeForce GTX 770 - GTX 1650, oppure AMD equivalente
GPU for RTX - NVIDIA GeForce RTX 2060 (Un dato di fatto nonostante ancora non si sappia nulla a riguardo)
REQUISITI CONSIGLIATI:
CPU - Intel Core i7-4770 oppure AMD Ryzen 5 1600X
RAM - 16GB
GPU - NVIDIA GeForce GTX 1060 oppure AMD RX 580
GPU for RTX - n.d.
Al pari del precedente Wolfenstein II: The New Order, anche Wolfenstein: Youngblood utilizza il motore grafico id Tech 6 sviluppato da id Software e basato sulle API Vulkan, successore del dell'id Tech 5 utilizzato per Wolfenstein: The OldBlood ed il precedente The New Order (Reso popolare per l'utilizzo delle MegaTexture - Maggiori informazioni qui e qui).
Tra le impostazioni grafiche segnaliamo la possibilità di scegliere i dettagli degli oggetti e la qualità di ombre/texture secondo vari step, la qualità dello streaming delle texture, la presenza di differenti metodi di antialiasing (Ad esempio FXAA, SMAA e TSSAA), l'occlusione ambientale, il bloom, il limite del framerate e così via.
Rispetto al precedente incontro avventuo su Wolfenstein II: The New Colossus, l'id Tech 6 che abbiamo incontrato su Wolfenstein Youngblood risulta ancora più snello ed ottimizzato, e pare che i difetti da noi lamentati ai tempi del relativo articolo siano stati per lo più spianati.
Non ci è sembrato di notare evidenti pop-in delle texture anche nel caso in cui si giri bruscamente la visuale (Capita spesso data la freneticità del gioco), ed a quanto pare anche i dettagli degli oggetti osservati da vicino sembrano più curati (Sebbene restino alcuni dettagli - tra texture ed oggetti - un tantino "sfocati alla Playstation 2").
Complessivamente la qualità grafica del titolo è piuttosto alta, ed in linea con le aspettative. Non ci resta che attendere il debutto dell'engine id Tech 7, con il quale gli sviluppatori stanno realizzando l'attesissimo DOOM: Ethernal al lancio il prossimo 22 Novembre (2019).
N.B. ricordiamo che, seppur si tratti di un titolo sponsorizzato da Nvidia ed offerto in bundle con l'acquisto delle GPU RTX, al momento non sono stati ancora abilitati gli effetti Ray Tracing.
Il tutto verrà accompagnato da una discreta colonna sonora e doppiaggio in lingua Italiana.
Per testare Wolfenstein: Youngblood ho scelto di sfruttare una insolita "combo estiva", formata dal notebook Predator Helios 300 gentilmente concessoci da Acer Italia e dal gaming mouse GM-F1 di Aukey, che mi sta offrendo la possibilità di lavorare in mobilità senza alcun limite.
Ricordiamo che questo notebook gaming - lanciato sul mercato circa due anni fa - dispone della discreta seppur focosa CPU Intel Core i7-7700HQ accoppiata a 16GB di memoria RAM DDR4, combo SSD da 128GB più HDD da 1TB, e dulcis in fundo la GPU Nvidia GTX 1060 nella variante da 6GBD5.
Si tratta praticamente di una delle configurazioni hardware al momento più utilizzate e suggerite, componente più componente meno, per giocare a risoluzione 1080p.
Spunti di lettura:
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Recensione borsa per notebook AmazonBasics 2019
Recensione AUKEY GM-F1, un mouse gaming piuttosto valido ed economico
Sistema di prova | |
ACER PREDATOR Helios 300 |
|
Processore |
Intel Core i7-7700HQ |
Memoria RAM |
2*8GB DDR4 @2400MHz (CL17) |
dGPU |
Nvidia GTX 1060 6GBD5 |
Driver |
|
SSD |
Kingston 128GB M.2 SATA |
HDD |
Toshiba 1TB (MQ01ABD100) 2.5" - 5400rpm/8MB |
Alimentatore |
180W ADP-180MB_K (19.5V-9.23A) |
OS |
Windows 10 Home x64 (1903-18362.267) |
Periferiche | |
Monitor |
15.6" 1920*1080p 60Hz |
Come accade (Purtroppo!) su molti titoli, recenti e non, anche Wolfenstein: Youngblood non dispone di alcun benchmark per verificare le effettive prestazioni di ogni configurazione hardware
Nonostante ciò, tenteremo di darvi ugualmente un'idea del suo rendimento sulle nostre piattaforme di test, monitorando i parametri di sistema tramite MSI Afterburner, GPU-Z ed il Task Manager di Windows.
Al primo avvio del gioco abbiamo subito settato il massimo preset grafico disponibile, che non è chiamato "ultra" ma "Mein Leben!", ovviamente a risoluzione 1080p e con anti-aliasing TSSAA 8TX, ed abbiamo misurato le performance in "diversi scenari".
ll Predator Helios 300 è riuscito a garantire i 60FPS fissi per tutta la durata della campagna principale, senza particolari problemi salvo casi anomali, con un utilizzo del core grafico medio del 75% circa, appena 5GB di memoria video utilizzata su 6GB, la CPU sfruttata al 60% circa e la memoria di sistema occupata inferiore a 8GB (Ovviamente con il solo titolo in esecuzione senza altri programmi in background) nonostante gli sviluppatori nel consigliassero almeno 16GB.
***ATTENZIONE*** leggendo questa recensione potrete incorrere in alcuni inevitabili spoiler, riguardanti precedenti titoli.
Sono passati 20 anni dagli avventimenti di Wolfenstein II: The New Colossus, e la felice coppia di ribelli Williamo ed Anya sono liberi di crescere - anzi addestrare - le proprie gemelle Jessica e Sophia, in un ranch lontano dalla confusione delle città.
Ciò nonostante, è evidente che qualcosa turbi il nostro amato protagonista che, da un giorno all'altro, sparisce senza lasciare alcuna traccia di se. A seguito di qualche settimana, Anya riceve la visita di Graze Walker (Ricordiamo uno dei principali personaggi incontrati nel precedente capitolo, ora a capo della FBI), accompagnata dalla figlia Abby (Che ne ha ereditato il carattere, le conoscenze e via dicendo).
Abby è molto legata alle gemelle Blazkowicz, e ci tiene molto ad aiutarle nella ricerca del padre scomparso. Durante l'ascolto di una conversazione tra Anya e Grace, sfruttando gli strumenti requisiti da Abby alla madre, le tre scoprono che nella soffitta del ranch era nascosto una sorta di ufficio privato del capitano William, dove una mappa - senza chiari riferimenti - lasciava intenderne la partenza verso Parigi (Ancora occupata dai nazisti in questa realtà alternativa).
Temerarie tanto quanto i genitori, le tre adolescenti partono così alla volta di Parigi alla ricerca del capitan B.J. Blazkowicz, rubando un elicotterlo dell'FBI ed ignorando la richiesta da parte di Anya e Grace di tornare indietro, sul quale Abby aveva portato con se delle armature potenziate per le gemelle.. che sicuramente non erano pronte all'azione, ma che non ci metteranno troppo ad abituarcisi dato il sangue che gli scorre nelle vene!
Al fine di "enfatizzare" il sistema di co-op online che caratterizza il titolo, al primo avvio ci verrà richiesto di personalizzare il nostro alter-ego digitale, che ovviamente sarà una delle due gemelle (Non vi è differenza qualsiasi cosa sceglierete, entrambe potranno utilizzare qualsiasi potenziamento o arma).
In maniera similare ma più dettagliata rispetto a quanto visto nel precedente capitolo, durante il corso della trama ci verrà offerta la possibilità di potenziare le capacità delle gemelle.
Durante le esecuzioni delle varie missioni potremo salire di livello in base alle nostre capacità di uccidere i nazisti, così da guadagnare punti abilità e sbloccare i potenziamenti più letali, oltre che ottenerre monete da spendere nel potenziamento delle armi (Ahimè vi sono le micro-transazioni, "utili" se così si può dire a chi non ha voglia di aspettare e preferisce spendere soldi veri per avere subito i vari potenziamenti!).
Al loro arrivo in quel di Parigi, le gemelle ed Abby hanno raggiunto il quartier generale della resistenza situato delle Catacombe della città. Questo è un vero e proprio centro operativo, dal quale potremo avvirare le varie missioni principali e secondarie (Meglio preferire prima queste, così da salir di livello ed affrontare le principali con un migliore equipaggiamento).
Oltre a rifornirsi di munizioni e scegliere gli incarichi da eseguire, ma anche sfruttare dei cabinati per giocare agli originali Wolfenstein 2D, da qui è possibile sfruttare la metropolitana per raggiungere in sicurezza le varie zone di Parigi.
La metropoli francese è controllata da tre torri naziste denominate Brother, le quali contengono preziose informazioni nei propri computer principali (Magari relative alla posizione oppure all'obiettivo del capitan Blazkowicz, no?).
Per accedere a queste torri bisogna superare con la forza le relative porte, sorvegliate con soldati e boss del caso armati fino ai denti, sempre che non riusciate ad aggirarle sfruttando i labirinti dei sotterranei di Neo Parigi, un fitto sistema di oscure fognature talvolta anche abitate.
Al contrario del precedente capitolo, in Wolfenstein: Youngblood risulta piuttosto enfatizzato il level design di tipo verticale, evidente influenza derivante dall'appoggio degli Arkane Studios durante lo sviluppo del titolo.
Ogni zona di Neo Parigi risulta ampiamente esplorabile (Tral'altro ci capiterà di tornare nuovamente in posti già visitati e precedentemente sgomberati, sempre pieni di nazisti ad ogni visita, per svolgere ulteriori incarichi), anche "in alto".
Grazie alla tuta potenziata, le gemelle potranno sfruttare il doppio salto per raggiungere posti in prima battuta impossibili da visitare, combinando anche l'invisibilità temporanea così da sfruggire ad occhi indiscreti, spesso contenenti rifornimenti et similia oppure utili per aggirare il nemico e/o colpirlo alle spalle da posizione avvantaggiata (Ecco inoltre enfatizzata la componente stealth, non strettamente necessaria ma spesso e volentieri sfruttabile, sopratutto se si gioca in coppia con un amico).
Durante le nostre avventure sarà inoltre possibile sfruttare dei "segnali intesa", una sorta di incoraggiamento tra le gemelle che - a seconda di come personalizzato e se ricambiato - fornisce dei bonus in gioco, come un'aggiunta alla salute e così via.
Tra le altre cose, le gemelle sono legate da tre vite condivise (Diciamo "ricaricabili" se si trovano i relativi box sparsi nei livelli), da sfruttare nel caso in cui una di queste finisse a terra (Quando queste finiscono, una delle due morirà definitivamente e bisognerà ripartire da capo).
In Wolfestein: Youngblood incontreremo molteplici nemici da affrontare, gestiti da una AI di medio livello discreto (Un tantino prevedibile alla lunga), che al pari delle gemelle saranno caratterizzati da livelli differenti (Capiterà anche di affrontarne con livello superiore al nostro se non si livella nel modo giusto prima di affrontare le missioni principali, Nda).
Maggiore il livello, maggiore sarà la salute e la difficoltà per farli fuori. Oltretutto, molti di questi avranno a disposizione una corazza più o meno semplice da scalfire, sopratutto se non si utilizzano e potenziano le giuste armi.
Non mancheranno forze speciali corazzate e dotate di armi più potenti della media, ovviamente i vari boss "di fine livello, o quasi" ed un discreto quantitativo di robot, cani corazzati e fastidiosissimi droni, oltre ovviamente ai "Comandanti", dotati ancora una volta di divisa rigorosamente in pelle e semplice pistola, pronti a chiamare truppe di rinforzo (In Youngblood anche i comuni soldati potranno dare l'allarme), da uccidere tempestivamente per evitarne di ulteriori.
Durante le svariate ora di prova effettuate per sviscerare Wolfenstein: Youngblood, in compagnia della mia cara amica Anna che ringrazio per il tempo dedicato, ho notato che questo titolo offre due facce ben distinte della stessa medaglia.
Innanzitutto partiamo dalla modalità cooperativa. Aldilà dei vari problemi di natura tecnica, che gli sviluppatori stanno pian piano risolvendo tramite il rilascio di svariate patch, già dalle prime ore di gioco risulta evidente che è strettamente necessario affrontare Youngblood in compagnia di un amico per goderselo appieno (Economicamente parlando piuttosto fattibile, dato che con una spesa di soli 40€ è stato possibile giocare in due già dal day one, senza dover ricorrere a key digitali acquistate a minor prezzo da siti poco affidabili).
Il risvolto della medaglia però mostra un lato del gioco non proprio user-friendly. Laddove ci si troverà a finire le vite condivise e quindi morire - oppure si verrà interrotti da un crash del gioco - bisognerà affrontare nuovamente per intero il relativo livello o quasi, data la mancanza di check-point ben definiti oppure salvataggi rapidi.
Siamo d'accordo che questo non è proprio un male, dato che aumenta sensibilmente il grado di sfida, se non fosse che - pur utilizzando e potenziando le giuste armi - alle volte sarà necessario svuotare interi caricatori per far fuori un nemico.
In questo caso viene enfatizzata la modalità co-op e la componente stealth, la quale permette - anche se non sempre - di aggirare il nemico e raggiungere ugualmente l'obiettivo, o quanto meno di facilitare la via. Tutto ciò mette in risalto la verticalità degli ambienti, una firma ben definita degli Arkane Studios, dato che sfruttando al meglio il doppio salto è possibile raggiungere abitazioni nascoste e piene di risorse, scorciatoie e così via.
Ambienti che però ci aspettavamo un tantino più grandi, data l'impostazione apparentemente open-world, sopratutto nel caso in cui ci si ritrova a doverli visitare più volte per portare a compimento diversi obiettivi (E questo può portar noia, dato che ad ogni nuova visita saranno ricolmi di nemici nonostante li avessimo già sgomberati in precedenza).
Se quanto scritto nelle righe precedenti non vi spaventa, e se state cercando uno shooter piuttosto frenetico da poter affrontare per circa 20 ore tra missioni principali e secondarie, necessarie per salire di livello (Dannate meccaniche GDR inserite in maniera un tantino forzata, come visto su Far Cry New Dawn) assieme ad un amico, Wolfenstein: Youngblood è il gioco che fa per voi.
Risulta evidente come gli sviluppatori abbiano deciso di puntare per lo più sul gameplay piuttosto che sulla trama, comunque discreta anche se non al livello dei precedenti capitoli, tentando la via di un ibrido che in qualche modo funziona, e porta una discreta ventata di novità, con la chiara intenzione di voler far divertire contemporaneamente due giocatori.
Per concludere, non ci resta che spendere due parole sulla versione PC Windows del gioco. Gli sviluppatori hanno spremuto al massimo l'id Tech 6, ottenendo il miglior risultato possibile, ed allo stesso tempo garantendo ottime prestazioni anche su hardware non top di gamma (Magari fosse così per tutti i videogame, ma bisogna ricordare che le variabili sono molteplici).
Ora non ci resta che attendere il debutto dell'attesissimo DOOM: Ethernal, ricordiamo al lancio il prossimo 22 Novembre (2019), e poi scoprire che fine farà il capitan B.J. Blazkowicz!
Ringraziamo come sempre Bethesda Italia per la key digitale gentilmente offerta.
Pro
- Gameplay vario ed articolato, ampliato in verticale rispetto ai precedenti capitoli e con una parvenza di free-roaming
- Discreta trama, comparto audio e doppiaggio Italiano
- Una piccola componente splatter mista a scene comiche
- Prova di forza dell'id Tech 6, spremuto ed ottimizzato quanto più possibile
- Prezzo del gioco piuttosto concorrenziale per i contenuti offerti
- Bella trovata l'idea del Buddy Pass con la versione Deluxe, molti più titoli dovrebbero offrire un qualcosa di simile
- Difficoltà di gioco graduale e scalabile ...
Contro
- ... ma con una IA che ancora una volta diventa alla lunga "prevedibile"
- Rispetto ai precedenti capitoli è stato messo al primo posto il gameplay rispetto alla trama
- Bug e crash del gioco, sopratutto in co-op con ripartenza dall'inizio del livello, anche se in via di risoluzione tramite le ultime patch
- A volte potrebbe risultare noioso tornare in scenari già visitati ma con nuovi obiettivi, e nuovi nemici pronti ad attaccarci nonostate l'area precedentemente sgomberata
- Certe volte è snervante scaricare diversi caricatori addosso a qualcuno o qualcosa, senza provocare alcun danno
Il voto di Bits and Chips